Ambito d'uso: mass media, medicina
Ambito d'origine: medicina
Categoria grammaticale:
loc. m. inv.
L’azione o il processo di identificazione e monitoraggio delle persone entrate in contatto con un individuo affetto da una malattia infettiva (persona indice).
Prestito integrale dall’inglese contact tracing formato da contact ‘contatto’ e tracing dal verbo to trace ‘rintracciare’.
1988
"Il telefono è anche il mezzo più usato per la ricerca dei partners delle persone affette (contact tracing)". (dal “Giornale Italiano di Dermatologia e Venerologia”, 123,1988, p. 56)
Periodo di affermazione:
2020
Nessuna
Diffusione al: 15 dicembre 2020
Google: 448.000 r.
"Corriere della Sera": 356 r. (p.a. 1992)
"la Repubblica": 493 r. (p.a. 2017)
"La Stampa": 294 r. (p.a. 2014)
Contact tracing è un anglismo non adattato (spesso alternato alla locuzione italiana tracciamento dei contatti) che significa letteralmente ‘rintracciamento dei contatti’, con cui si indica il procedimento grazie al quale un operatore sanitario rintraccia e avverte tutte le persone con cui una persona affetta da una malattia infettiva è entrata in contatto. Il processo di contact tracing non finisce nel momento in cui il contatto viene messo al corrente del possibile contagio ma quando tutti i contatti possono essere ritenuti “puliti” dopo una fase di monitoraggio stretto. La locuzione comincia a comparire nei testi scientifici in lingua italiana attorno alla fine degli anni Ottanta in seguito alla diffusione del virus dell’HIV: in questo caso il contact tracing prevedeva l’individuazione dei partner sessuali del caso indice. Fino ai primi anni Novanta l’anglismo è rimasto relegato al solo ambito scientifico nonostante si registrino alcune sporadiche occorrenze sui quotidiani nazionali. Nel 2014-2015, in seguito alla diffusione del virus Ebola in tutto il mondo, la locuzione viene impiegata nei testi normativi nazionali e quindi più cospicuamente anche sui quotidiani nazionali. Dopo un periodo di “quiescienza” che va dal 2015 al 2020, contact tracing ha avuto un rilancio considerevole legato al controllo della pandemia di Covid-19: non solo i testi normativi lo riportano, ma viene comunemente utilizzato in testi dal carattere più divulgativo, in un primo tempo spesso con enfasi grafica e spiegazione fino a una quasi completa metabolizzazione all’interno della lingua italiana. A partire da aprile la locuzione ha cominciato a indicare anche una nuova modalità di rintracciamento, basata non più sulla risorsa umana del contact tracer ma sulle nuove tecnologie digitali: viene presentata come “app di contact tracing” l’applicazione Immuni promossa dal Ministero della Salute. L’applicazione si riferisce a una tipologia di rintracciamento non del tutto coerente con le linee guida stabilite dall’Istituto Superiore di Sanità, e questo, unito alla mancata fortuna dell’applicazione stessa, ne ha decretato lo scollamento dall’etichetta di “app di contact tracing”. Infine vale la pena ricordare che nei testi normativi della Svizzera italiana (in lingua italiana quindi) non viene usato l’anglismo non adattato ma il sintagma italiano tracciamento dei contatti, di cui si è registrata anche in Italia una notevole diffusione, seppur offuscata dal successo del forestierismo.
11 gennaio 2021
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