cringe

Ambito d'uso: giovani, rete, social media

Ambito d'origine: rete, social media

Categoria grammaticale:

sost. m. inv. e agg.

Definizione

Agg. ‘imbarazzante, detto di scene e comportamenti altrui che suscitano imbarazzo e disagio in chi le osserva’.
Sost. 1. ‘la sensazione stessa di imbarazzo’; 2. ‘il fenomeno del suscitare imbarazzo e, in particolare, le scene, le immagini, i comportamenti che causano tale sensazione’.

Etimologia

Dall’inglese to cringe, nei significati di ‘to draw in or contract one's muscles involuntarily (as from cold or pain)’ (rannicchiarsi o contrarre i muscoli involontariamente come per il freddo o per il dolore), ‘to recoil in distaste’ (indietreggiare per il disgusto), ‘to shrink in fear or servility’ (rannicchiarsi per paura o per servilismo) e infine ‘to feel embarrassed and ashamed about something’ (provare imbarazzo e vergogna per qualcosa); sostantivo cringe ‘the act of cringing’.

Prima attestazione

2012
"E a me sembra di essere ad un appuntamento con mio fratello […] brrrrr #cringe" (Twitter)

2011 (nel significato che fa riferimento al genere cinematografico americano: cringe comedy)
"Gli americani catalogherebbero il tipo di commedia che ho scelto nel filone cringe che letteralmente significa accucciarsi e sta ad indicare una comicità 'imbarazzante', tutta drammaturgicamente incentrata e messa in scena su gag a ripetizione che portano avanti la storia". (intervista di Luciana Morelli, La Capotondi e De Luigi presentano La peggior settimana della mia vita, movieplayer.it, 21/10/2011). 

Periodo di affermazione:

2020

Presenza sui dizionari

Nessuna

Diffusione al: 1 dicembre 2020

Google: 402.000 r.
Google libri: 2.070 r. (alta presenza di rumore)
“Corriere della Sera”: 0 r.
“la Repubblica”: 3 r. (p.a. 20/3/2020)
“La Stampa”: 0 r.

Derivati

cringissimo sup. ass.; cringiante part. pres. con valore agg.; cringiare v.; cringiata s.f.

Note

Cringe (pronuncia /krindʒ/) è una parola inglese, attestata da secoli nella sua lingua d’origine, che negli ultimi anni ha visto una crescente diffusione nel web, in particolare quando, tra il 2015 e il 2016, sono diventati popolari, tra gli utenti più giovani della rete, alcuni video intitolati “Try not to cringe”, raccolte di clip con situazioni ridicole o imbarazzanti, che hanno dato vita a delle sfide virtuali (le cosiddette challenge): letteralmente “prova a non cringiare”, ovvero a non provare un “disagiante” imbarazzo guardando tali video.  Nella nostra lingua, la parola cringe rimane legata al suo ambito d’origine e a un uso gergale prevalentemente giovanile, e non è registrata da alcun dizionario italiano; tuttavia è piuttosto diffusa in rete, sui social network e sulle piattaforme di streaming e video come YouTube e Twitch, ed è impiegata sia come sostantivo maschile invariabile sia come aggettivo.

Nel significato che ha assunto sul web, cringe è registrato in inglese dall’Urban Dictionary, dizionario online di gergalismi compilato da utenti di lingua inglese, come “when someone acts/ or is so embarrassing or awkward , it makes you feel extemely ashamed and/or embarrassed” (quando qualcuno si comporta o è così imbarazzante da farti sentire estremamente pieno di vergona e/o imbarazzato) e, in Italia, dal portale Slengo (“dizionario online dedicato ai neologismi e al gergo in lingua italiana, curato dal popolo di Internet”) che lo definisce “un momento, una frase, una scena, un meme o una persona che creano imbarazzo e un leggero disagio e imbarazzo in coloro che guardano o ascoltano” riportando a esempio la frase, evidentemente gergale, “Fra, piantala di parlare, stai diventando cringe”.

A partire dal 2011 si trovano in italiano alcune attestazioni di cringe comedy, genere cinematografico basato su un tipo di umorismo che fa ridere di cose molto imbarazzanti, riferite al film “La peggior settimana della mia vita” di Alessandro Genovesi. Mentre le prime attestazioni di cringe − nel significato di ‘imbarazzante; qualcosa o qualcuno così imbarazzante da provocare a sua volta imbarazzo in chi osserva’ − si possono rintracciare sporadicamente a partire dal 2012.

In Italia si sono diffusi anche diversi derivati di cringe, alcuni giunti direttamente dall’inglese – come cringe comedy (2.240 risultati su Google Italia l’1/12/2020) e gli aggettivi cringe-worthy (10.600 risultati) e cringey (97.000 risultati) – mentre altri sono stati adattati alla morfologia dell’italiano. Tra questi ultimi sono discretamente attestati il superlativo assoluto cringissimo (5.610 risultati su Google Italia) e il participio presente cringiante (54 risultati) usato con valore aggettivale, il sostantivo cringiata (932 risultati) e il verbo cringiare usato prevalentemente nella forma riflessiva del tipo quella cosa mi/ti/ci cringia (3.080 risultati per la forma all’infinito, 586 per la forma cringia, 352 per cringiano, 2.020 per il participio passato cringiato usato nei tempi composti).

Esempi d'uso

  • Comunque parte della shitstorm penso sia dovuta al cringe che suscita una striscia così insulsa, di drammaticità spicciola fatta non-ironicamente. (commento di un utente sul forum di “IGN Italia”, nella  discussione L'angolo delle immagini divertenti: l'isola felice in una chiacchiera devastata dai boomer, 5/4/2016) 
  • Prima di tutto, quindi, bisogna scoprire che cos’è il cringe, perché se non lo sai ci sono grosse probabilità che tu qualche volta sia stato troppo cringe. […] Cringe significa, più o meno, imbarazzante, ma è di più. È il disagio per qualcosa che non ha funzionato e che però ci si era impegnati a far funzionare. […] Mia figlia usa spesso questa parola per serie tivù imbarazzanti, spesso fantasy, o per scene di film, o per personaggi di serie o di film che nelle intenzioni di chi ha fatto quel film dovrebbero essere brillanti, spiazzanti, sorprendenti, e invece sono solo terribilmente, desolatamente cringe. O per video di youtube che non fanno ridere, ma intanto il protagonista del video per cercare di far ridere ha già perso la dignità. Il cringe è vicino al trash: ma mentre il trash è sempre anche cringe, il cringe non è necessariamente trash. Un padre che racconta le barzellette che non fanno ridere per risultare simpatico agli amici di suo figlio non è per forza trash, anzi in quel suo essere cringe c’è anche qualcosa di positivo, e nel trovarlo tremendamente cringe c’è una manifestazione di affetto e di pietà. (Annalena Benini, Tutto quello che si deve sapere sul cringe, per non caderci dentro, “Il Foglio”, 17/1/2020)
  • Salvini si è unito, in quello che un mio spettatore di Casa Lateral ha definito “la definizione esaustiva di cringe”. Ossia quel momento in cui l’imbarazzo per qualcun altro coincide con il proprio, in una sorta di loop dell’anima che rischia di essere perpetuo. (Luca Bottura, D’Urso, Salvini e l’eterno imbarazzo (che loro non provano), “La Repubblica”, 30/3/2020)
  • Mi piace stare a contatto con i ragazzi della chat, mi piace parlarvi della mia vita e mi piace ascoltare voi che mi parlate della vostra di vita, però ci sono delle cose che rendono tutto ciò molto pesante. Il dover tenere sempre il sorriso. Il dover mettere maschere, per piacere alle persone. Creare situazioni cringe e trash per aumentare il proprio pubblico. (dichiarazione di Ivan Grieco riportata in Mr. Keba, Ivan Grieco si prende una pausa di Twitch: ecco perché e quando tornerà, webboh.it, 29/5/2020)
  • «Cringe» era la parola che in quel periodo i 24/129 gang usavano per definire le cose terribilmente imbarazzanti, così imbarazzanti che facevano senso. Quel giorno, al CRE, Domenico capì cosa voleva dire davvero. Quella era la cringiata definitiva. (Paolo Bontempo, Gianluca Dario Rota, Giugno, Sperling & Kupfer, 2020)
Luisa di Valvasone

Approfondimenti e link

11 gennaio 2021