Varianti: cura-casa, curacasa, Cura Casa, Cura casa
Ambito d'uso: economia, marketing, merceologia
Ambito d'origine: aziende, merceologia, economia, marketing
Categoria grammaticale:
locuz. sost. m. (più raramente f.) inv.; agg. inv.
'Il settore della produzione industriale e del mercato di prodotti per la pulizia domestica’; agg. ‘che si riferisce a detto settore'.
Composto N[ome] + N[ome] con ellissi della preposizione della.
2000 (ma dubbia); 2008 (sicura)
"Fatturato complessivo 982.300 miliardi. Proiettato al 2001: 3360 miliardi. Marchio Crai: 509 referenze drogheria alimentare 148 bevande 104 cura casa 36 cura persona 138 fresco confezionato." (Il Mondo del latte, il latte nel mondo, Associazione italiana lattiero-casearia, 2000)
"Nella distribuzione grocery italiana la marca commerciale ha fatto la sua apparizione significativa nel comparto alimentare, sia nei prodotti freschi sia in quelli confezionati, per poi interessare anche diversi comparti non food (per esempio cura casa e persona, tessile-casa)." (Katia Premazzi, La marca commerciale, in Retail & channel management, a cura di Sandro Castaldo, Milano, Egea, 2008, p. 296)
Periodo di affermazione:
2020-2023
Nessuna
Diffusione al: 30 settembre 2023
[i dati di Google comprendono anche i casi in cui la forma si riferisce a significati diversi da quello qui indagato; si riportano anche le ricerche per stringhe specifiche che circoscrivono il significato; i dati dei quotidiani, invece, si riferiscono alla parola analizzata]
Google: 8.510.000 r.; “il cura casa” 2.730 r., “del cura casa” 2.550 r., “curacasa” 2.980 r.
Archivio "Corriere della Sera": 2 r. (p.a. 2014)
Archivio "la Repubblica": 45 r. (p.a. 2011)
"Il Sole 24 Ore" (sito): 7 r. (p.a. 2011)
La parola cura casa è un composto largo che nasce dalla riduzione della locuzione cura della casa, con cui si indica, nell’ambito specialistico dell’industria e del mercato, il settore dei prodotti che servono per curare e per pulire la casa. Si tratta di un termine che nasce nel campo del marketing, specialmente all’interno dei rendiconti che descrivono l’andamento dei mercati. Il settore comprende tutte le varie tipologie di detergenti, ma anche gli strumenti per la pulizia della casa come scope, pattumiere, spugne, panni, carte assorbenti, insetticidi ecc. La prima attestazione del composto risale al 2000 in una tabella di un testo specialistico relativo al marketing: esigenze di spazio possono aver determinato l’omissione della preposizione e dunque non possiamo sapere se il sintagma avesse già raggiunto lo status di composto lessicale. Il lessema comincia a comparire, senza preposizione, intorno al 2010; dal 2011 è impiegato sui quotidiani economici (come “Il Sole 24 Ore”) o nelle sezioni dedicate alla finanza, all’economia e al commercio all’interno delle maggiori testate nazionali (come “la Repubblica” e il “Corriere della Sera”). Fino alle soglie del 2020 conta sporadiche occorrenze, mai fuori dai resoconti specialistici ma, con l’arrivo della pandemia e la conseguente attenzione per le norme igienico-sanitarie, il reparto del cura casa vede un incremento tale delle vendite da determinare il successo del lessema in numerosi articoli di giornale. Nel 2023 si assiste a un ulteriore aumento delle attestazioni, dovuto sia a una maggiore attenzione per i detergenti a basso impatto ambientale e poco inquinanti, sia all’imposizione dell’etichetta ambientale su tutti i prodotti che presentano un contenitore riciclabile. Dal 2023 se ne registra la presenza in testi destinati a un pubblico indifferenziato: sui volantini dei supermercati e dei negozi specializzati in prodotti per la casa si trova spesso la sezione dedicata al cura casa, in cui i clienti possono trovare facilmente i prodotti destinati alla pulizia domestica. La fortuna del composto è rilevabile anche dalla creazione di altri composti simili, che si basano sempre sul sostantivo cura: cura tessuti e cura auto, ancora troppo instabili dal punto di vista semantico per poterli considerare parole nuove a tutti gli effetti.
A livello grafico possiamo trovare il composto con entrambe le iniziali maiuscole (Cura Casa) o soltanto con la prima (Cura casa): in questo caso probabilmente lo si considera un nome proprio quale settore produttivo. Nella maggior parte delle occorrenze, però, prevale la grafia con entrambe le iniziali minuscole. Pochi sono gli esempi del composto con trattino (cura-casa) e univerbato (curacasa).
Il composto presenta soltanto attestazioni al singolare; per quanto riguarda il genere grammaticale, il maschile prevale sul femminile perché nella fase incipiente della lessicalizzazione si riferiva a parole come reparto, comparto o settore, di genere maschile. Tuttavia, si può trovare anche al femminile, perché la testa del composto, cura (ma anche casa) presenta questo genere, ma si tratta di attestazioni numericamente inferiori a quelle al maschile. La funzione grammaticale prevalente è quella di sostantivo, ma si possono rilevare casi sporadici in cui ha valore aggettivale: i prodotti cura casa, il settore cura casa.
Da segnalare che il concorrente inglese home care, dopo un lasso temporale abbastanza ristretto in cui era usato per indicare lo stesso concetto, ha finito per assumere un altro significato, quello di ‘assistenza domiciliare’, proprio della lingua d’origine.
7 novembre 2023
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