Ambito d'uso: burocrazia, rete
Ambito d'origine: burocrazia, rete
Categoria grammaticale:
s. f.
L’atto di cancellare il proprio (o l’altrui) nome dall’elenco degli iscritti; il disiscrivere, il disiscriversi.
dis- + iscrizione.
1999
"Repertorio di liste di discussione ricercabili per argomento. Per ogni lista sono fornite le istruzioni su iscrizione, disiscrizione e persona da contattare". (Accademie e biblioteche d'Italia, volume 67, Roma, 1999)
Periodo di affermazione:
2014-2016
Zingarelli 2016
Diffusione al: 4 novembre 2019
Google: 148.000 r.; 14.000 r. disiscrizioni;
Google Libri: 133 r.; 7 r. disiscrizioni;
"Corriere della Sera": nessun risultato
"la Repubblica": 22 r. (a partire dal 2016); 11 r. disiscrizioni (a partire dal 2016);
"La Stampa": nessun risultato
A fianco alla forma verbale disiscrivere/disiscriversi si è formato il sostantivo femminile disiscrizione che indica ‘l’atto di disiscrivere o disiscriversi’, secondo il modello di iscrizione ‘l’atto di iscrivere o iscriversi’. Le occorrenze in rete sono considerevoli, ma l’unico dizionario che ne registra l’uso, attestato dal 1999, è lo Zingarelli (a partire dall’edizione 2016) che lo definisce “il disiscrivere, il disiscriversi | atto formale con cui si revoca la propria iscrizione a qlco”. Così come il verbo disiscrivere, anche il sostantivo è usato sia in ambito burocratico o formale sia, nella maggior parte dei casi, in riferimento alla cancellazione da newsletter, siti web, social network e simili.
11 giugno 2020
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