Ambito d'uso: medicina, sociologia
Ambito d'origine: medicina, sociologia
Rilancio Tecnicismo
Categoria grammaticale:
sost. f.
'tendenza della società odierna a ricorrere eccessivamente alla medicina e alle sue competenze'.
Derivato formato dal prefisso greco iper- e dal sostantivo medicalizzazione; il verbo ipermedicalizzare è infatti attestato successivamente e si può considerare una retroformazione.
1979
"I sintomi di questa crisi sono di varia natura. Squilibrio crescente fra le nazioni più progredite, che soffrono di un’«ipermedicalizzazione» e i quattro quinti dell’umanità, ancora esclusi dall’assistenza clinica e dalle garanzie di igiene più elementari." (Elena Guicciardi, Siamo eterni cannibali: per sopravvivere mangeremo noi stessi, “La Stampa”, 20/9/1979, p. 6)
Nessuna
Treccani online Neologismi 2008
Diffusione al: 29 ottobre 2021
Google: 4.310 r.
“la Repubblica”: 12 r. (1989: 1 r; 2001: 2 r.; 2004: 1 r.; 2006: 1 r.; 2008: 1 r.; 2010: 1 r.; 2014: 1 r.; 2015: 2 r.; 2018: 2 r.)
“Corriere della Sera”: 0 r.
“La Stampa”: 2 r. (1979: 1 r.; 2001: 1 r.)
ipermedicalizzare (retroformazione)
Il termine ipermedicalizzazione, attestato alla fine degli anni Settanta, si diffonde soltanto a partire dagli anni Duemila (così come emerge dai risultati su Google Ngram Viewer) in relazione a diverse tematiche. Si parla di ipermedicalizzazione della gravidanza, cioè il ricorso anche durante gestazioni non particolarmente problematiche a molteplici ecografie e visite di accertamento (per volontà sia della futura madre che del medico), delle persone anziane, ossia la somministrazione di farmaci e la prescrizione sempre più frequente di esami a persone di età avanzata per via dell’indebolimento, spesso naturale, del loro stato di salute, e in ambito sportivo, ossia il consumo di farmaci leciti per aumentare le prestazioni fisiche. Tale fenomeno è bilaterale: se da una parte il paziente ricorre alla medicina sempre più spesso, dall’altra il medico non si esime dal prescrivere esami o farmaci più del dovuto. Dal punto di vista linguistico, la parola è ben formata; la sua diffusione sempre più crescente in questi ultimi anni sembra essere una spia di una tendenza generale della società contemporanea, accentuatasi dopo la pandemia, cioè quella di considerare ogni forma di disagio come una malattia da curare.
29 novembre 2021
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