NFT

Ambito d'uso: economia, informatica, rete

Ambito d'origine: economia, informatica, rete

Categoria grammaticale:

acronimo usato come s. m. inv. [pronuncia: /‚ɛnne‚ɛffet'ti/]

Definizione

Certificato di autenticità e di proprietà di beni, fisici o digitali, registrato su una blockchain

Etimologia

Dall’inglese NFT, acronimo di non fungible token ‘token non fungibile’

Prima attestazione

2018
"L’avvento dei Bitcoin e della rete Ethereum ha aperto la strada all’idea della “scarsità digitale” e dei token non fungibili (NFT). Oggi HTC ha stretto una partnership con il primo e più famoso gioco NFT al mondo sulla blockchain, Cryptokitties, per una sua distribuzione esclusiva su alcuni dispositivi HTC, a partire da HTC U12+." (HTC Exodus, telefono con blockchain integrata, atomtimes.com, 14/7/2018)

Periodo di affermazione:

2021

Presenza sui dizionari

Zingarelli 2023

Diffusione al: 27 febbraio 2023

Google: 11.600.000 r.
Google libri: 9.140 r.
“Corriere della Sera”: 498 r. p. a. marzo 2021
“la Repubblica”: 512 r. p. a. marzo 2021
stampa.it (risultati dal 2006): 135 r. p. a. febbraio 2021

Note

Negli ultimi anni si è assistito a un rilancio dei termini token [link] e tokenizzazione [link], in circolazione in ambiti specialistici della nostra lingua già dal secolo scorso. Parallelamente all’aumento della frequenza, i due vocaboli hanno subito anche un processo di risemantizzazione, diventando così neologismi semantici. Contemporaneamente a token e tokenizzazione si è affermato anche l’acronimo NFT (non fungible token ‘token non fungibile’), che è invece una neoformazione a tutti gli effetti.

Il sostantivo maschile invariabile token, prestito integrale dall’inglese, è usato in italiano con diverse accezioni, soprattutto in ambiti specialistici, come la linguistica e l’informatica.

Accanto ai significati di token registrati dalla lessicografia, troviamo un’ulteriore accezione informatica, più recente e collegata ai concetti di blockchain e criptovaluta (questo nuovo uso è segnalato soltanto dall’Enciclopedia Treccani online): il token è una sequenza di informazioni digitali, registrate in una blockchain (una forma di registro distribuito) e rappresentative di una qualche forma di valore o di diritto. 

I token sono suddivisibili in due categorie: i token fungibili e quelli non fungibili. I token fungibili sono standardizzati e intercambiabili. A tale categoria appartengono le criptovalute o coin e tutti quei token le cui caratteristiche sono assimilabili a quelle di una moneta elettronica. Sono utilizzati come forma di pagamento per l’acquisto di beni o la fruizione di servizi.

I token non fungibili (NFT) sono invece definiti dalla loro unicità: sono originali e rappresentano oggetti unici, non divisibili, non interscambiabili, non ripetibili. Contengono dei metadati identificativi e descrittivi, che attestano l’unicità di un bene e la sua proprietà. In pratica gli NFT sono certificati di autenticità e di proprietà di beni, fisici o digitali, registrati su una blockchain e dunque non modificabili. 

Il termine NFT è messo a lemma soltanto dallo Zingarelli, a partire dall’edizione 2023, che registra anche, all’interno del lemma token, le due polirematiche non-fungible token e fan token.

È sul web che si possono individuare le prime attestazioni di token non fungibile, non fungible token e NFT.

Per quanto riguarda l’espressione token non fungibile, se ne trova traccia nel 2018 sia in rete sia nei testi a stampa, mentre si deve attendere il 2020 perché emerga anche sui giornali. Anche il prestito non adattato non-fungible token e l’acronimo NFT sono attestati in rete a partire dal 2018, ma è del 2019 la prima presenza in un volume cartaceo (peraltro, lo stesso); per la presenza sui quotidiani si deve invece aspettare il 2021.

È però dal 2021 che si registra un primo picco nelle attestazioni, parallelamente all’aumento dell’interesse economico e socio-culturale nei confronti degli NFT, seguito da un’impennata ancora maggiore nei primi mesi del 2022.

Esempi d'uso

  • Un disegno del misterioso artista britannico Banksy è stato bruciato a Brooklyn in diretta da un gruppo di appassionati di arte e tecnologia appartenenti ad una società di blockchain chiamata Injective Protocol. L’opera, intitolata Morons (White) è stata acquistata per 96 mila dollari, circa 80 mila euro prima di essere bruciata e trasformata in NFT, ovvero “non fungible token”. (Lorenzo Tirotta, Bruciata un'opera di Banksy da 96 mila dollari e poi digitalizzata. Ecco il mondo della crypto art e cosa sono gli NFT, hwupgrade.it, 8/3/21)
  • Un gioco online di carte dei Pokémon viene usato da un gruppo hacker per violare i dispositivi Windows e prenderne il controllo. Il gioco in questione, basato sugli NFT (non fungible token) è pubblicizzato come parte del franchise Pokémon, e ha guadagnato una certa popolarità grazie a degli ad sui social network. Lo schema della truffa è stato ricostruito dal centro coreano per la sicurezza informatica ASEC. (Irene Doda, Il finto gioco dei Pokémon usato per diffondere un malware, wired.it, 9/1/23)
  • È andata sold out in una decina di giorni l’edizione limitata Berlucchi Palazzo Lana Nft proposta a fine novembre: prevedeva una collezione di 10 opere Nft in stile “cartoon” firmata dallo street artist Teo KayKay. Acquistando l’Nft della bottiglia oltre ad ottenere l’immagine digitale si aveva diritto a ritirare direttamente in cantina una delle 10 opere fisiche dipinte a mano dall’artista. Ovviamente l’Nft ora può essere scambiato sul mercato. (Silvia Marzialetti, Dal tartufo alla pizza, ora gli Nft si possono anche assaggiare, ilsole24ore.com, 28/1/23)

Lucia Francalanci

Approfondimenti e link

21 marzo 2023