pigiamare

Ambito d'uso: lingua comune

Ambito d'origine: lingua comune

Categoria grammaticale:

v. trans. e intrans.

Definizione

Come verbo transitivo è usato con il significato di ‘mettere il pigiama a qualcuno’ e, nella forma riflessiva, di ‘mettersi il pigiama’; come verbo intransitivo è usato con il significato di ‘essere, stare in pigiama’ e, estensivamente, di ‘restare a casa e oziare, dedicarsi ad attività rilassanti o (in negativo) improduttive’.

Etimologia

Verbo denominale che deriva dal sostantivo pigiama con l’aggiunta del suffisso -are.

Prima attestazione

2005 (v. transitivo pigiamare) [non si prende in esame un’attestazione isolata del 1938, di significato diverso]; 1990 (agg. impigiamato (1916 pigiamato).
"Il compromesso è stato che li pigiamavo, fornivo loro l'acqua per la notte, e poi potevano fare quello che gli andava di fare, in camera loro, ma con la luce bassa, senza urlare, e che non mi chiamassero ancora." (Sui bambini ad alta richiesta...di nuovo, dal forum promiseland.it, 7/3/2005)

2006 (v. riflessivo pigiamarsi)
"Oggi verso le 14.00 decido di partire da solo, stranamente Nadia preferisce restare a casina a vedersi un dvd... chissà perché mi domando io? Sono senza pantaloni tecnici e quindi mi pigiamo sotto i jeans, e sono senza casco integrale in assistenza rientrerà settimana prossima, ma decido che un vero biker non si deve fermare per così poco via un po' di dignità." (dal forum animaguzzista.com, 5/2/2006)

2010 (v. intransitivo pigiamare)
"ho pigiamato per 15 giorni…sarà ora di far qualcosa? i biscotti fatti fuori, con il gelato, la torta di compleanno, le mandorle caramellate, i canditi d’arancia e pizza, pizza nera col salmone…ma quanto ho mangiato. mai di lunedì la dieta. troppo tempo prima della domenica di libertà!" (dal blog mogliedaunavita.it, 7/1/2010)

Periodo di affermazione:

2006-2007; rilancio dal 2019.

Presenza sui dizionari

Nessuna

Diffusione al: 23 settembre 2021

[i risultati sono complessivi e non tengono conto della distinzione fra usi transitivi e intransitivi; anche i dati relativi ai participi sono da considerare indicativi, dal momento che le forme coincidono con quelle degli aggettivi e dei sostantivi]

Google: 1.350 risultati per pigiamare, 77 per pigiamarsi, 2.310 per pigiamato, 2.980 per pigiamata, 4.790 per pigiamati e 916 per pigiamate.
Google libri: 1 risultato per pigiamare, 0 per pigiamarsi, 227 per pigiamato, 955 per pigiamata, 228 per pigiamati e 217 per pigiamate.
“Corriere della Sera”: 3 risultati (1 pigiamato, 1 pigiamate, 1 pigiamarsi).
“La Stampa”: 2 risultati (2 pigiamati).
“la Repubblica”: 2 risultati (1 pigiamate e 1 pigiamati).

Note

Pigiamare è usato, come verbo transitivo, sia con il significato di ‘mettere il pigiama a qualcuno’ (ho pigiamato i bambini e li ho messi a letto), sia, nella forma riflessiva pigiamarsi, con il significato di ‘mettersi il pigiama’ (mi sono pigiamato e sono andato a dormire). Accanto a queste accezioni principali, pigiamare è usato anche come verbo intransitivo nel significato di ‘essere, stare in pigiama’ e, estensivamente, di ‘restare a casa e oziare, dedicarsi ad attività rilassanti o (in negativo) improduttive’.

Una prima attestazione del verbo transitivo risale al  1938, ma si tratta di un caso isolato, di un occasionalismo, il cui significato, oltre tutto, non sembrerebbe ‘noi mettiamo (materialmente) il pigiama’ ma piuttosto ‘noi vendiamo pigiami a tutto il mondo’, ‘noi diffondiamo il pigiama nel mondo’.

In un negozio di camicieria in Piccadilly si leggeva: - Noi pigiamiamo il mondo -; in un negozio di materiale cartografico: - Noi mappiamo il mondo. (Maria Argenziano Maggi, Il dramma della parola, Bologna, Cappelli, 1938, p. 142)

Nel significato transitivo di ‘mettere il pigiama a qualcuno’ (‘mettersi il pigiama’ per la forma riflessiva) è usata anche la forma parasintetica impigiamare, creata con il prefisso in- (che diviene im- per assimilazione davanti a parole che cominciano con p- o b-).

Oltre alle forme verbali, risultano piuttosto frequenti l’aggettivo denominale pigiamato e il parasintetico impigiamato, usati anche in forma sostantivata, con i significati ‘che, chi indossa il pigiama’, ‘che/chi indossa un indumento che ricorda o assomiglia a un pigiama’ (in tal senso pigiamato è oggi usato nel linguaggio sportivo) e, nel caso di oggetti inanimati, ‘che ricorda o somiglia a un pigiama, fatto a foggia di pigiama’.

In base alle ricerche effettuate e alle attestazioni rintracciate, notiamo che le forme parasintetiche sono comparse precedentemente: secondo la nostra ricostruzione si forma per primo l’aggettivo parasintetico impigiamato (1916), con la normale possibilità di impiego anche in forma sostantivata; si forma poi il verbo pronominale riflessivo impigiamarsi (1981) e infine il corrispondente verbo transitivo impigiamare (2000).

Per quanto riguarda le forme non parasintetiche, la progressione vede per prima la formazione dell’aggettivo pigiamato (1990), con la normale possibilità di impiego anche in forma sostantivata; si formano poi il verbo transitivo pigiamare e la sua forma pronominale riflessiva pigiamarsi, che risultano praticamente coevi (2005 e 2006). Compare per ultimo il verbo intransitivo pigiamare (2010).

Dunque, gli aggettivi pigiamato e impigiamato si sarebbero formati precedentemente alle forme verbali. I due verbi hanno una storia piuttosto diversa - impigiamare compare già negli anni Ottanta e ha da subito una presenza più costante, sia in rete che nei testi a stampa; pigiamare compare molto più tardi ma finisce per essere la forma predominante - ma il loro finale coincide: nel biennio 2019-2020 la presenza delle due forme verbali si fa più consistente (dal 2020 per impigiamare, dal 2019 per pigiamare), per poi decrescere nel corso del 2021 (anche se i numeri rimangono più alti rispetto a prima del 2019).

I dati relativi alla diffusione attuale del verbo (im)pigiamare ci rivelano che si tratta per lo più di una voce appartenente al lessico familiare, poco diffusa in rete, nei libri e nei quotidiani. Tuttavia, risulta comunque indicativo il fatto che un termine tipico del parlato informale emerga anche in testi scritti di tipo letterario e giornalistico e nel “parlato digitato” della rete.

Esempi d'uso

  • "ieri sono rientrata alle 19,30, valerio aveva già cenato da mia madre (santa subito, davvero), così ho lavato tagliato e messo a cuocere in padella un po’ di verdure (zucchina melanzana rinsecchita peperoni ammosciati patata carota scalogno). con valerio che voleva giocare (stella, ha ragione pure lui!), che poi ho pigiamato e messo a letto alle 21." (dal forum gravidanzaonline.it, 13/2/2014)
  • "Un peccato: mi sono perso l’entusiasmante serata – così dicono – del pigiama-party in piazza Vecchia. Giorni fa, sotto la pioggia, con un freddo cane. Ma chi lo sente il freddo, chi la sente l’acqua, quando c’è la possibilità di fare da sfondo al fantastico Mika, cantante di grido […] Sostanzialmente, è uno dei più autorevoli padri della Repubblica. Di questa, che nonostante i venti di guerra al confine con la Russia, nonostante un referendum che può cambiare la storia d’Italia, nonostante la depressione delle Borse, ha comunque una letizia tale da pigiamarsi nottetempo per fare da comparsa al Mikashow." (Cristiano Gatti, Se la città resta in pigiama, “Corriere della sera”, 16/10/2016)
  • "Sto pigiamando in pigiama perché mi piace pigiamare. Ma forse non è una buona idea pigiamare in pigiama e vivere pigiamando, ma mi piace pigiamare quindi fottetevi mentre pigiamo perché pigiamare è la mia regola di vita. Pigiamando." (dal blog Un sussurro nella notte, 27/4/2020)
Lucia Francalanci

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12 ottobre 2021


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