Box

Alcuni lettori ci chiedono quale sia il genere appropriato per l’anglismo box con il significato di ‘scatola’. Altri, inoltre, ci chiedono se sia corretta la forma verbale inboxare o imboxare dall’inglese inbox.

Risposta

La parola inglese box deriva dal latino buxus, buxum, termine con cui si indicava la pianta Buxus sempervirens, ossia il bosso, bosso comune o bossolo. Il bosso è un arbusto sempreverde dalle piccole foglie lucide, usato di solito per le siepi, il cui legno è talmente duro e compatto da essere usato per creare strumenti musicali a fiato, mobili, contenitori. Stando all’OED, nella lingua inglese, per estensione attraverso un processo metonimico, box è passato ad indicare il legno derivato dalla pianta di bosso e, con passaggio semantico ulteriore, un contenitore di piccole dimensioni ottenuto da questo tipo di legno e dedicato alla conservazione di sostanze “delicate” o pregiate come unguenti, medicine o spezie ma anche il pane eucaristico consacrato (“The box in which the consacrated bread of the Eucharist is kept”, significato segnalato come ormai estinto nell’OED). Questa estensione semantica di box da ‘pianta’ a ‘scatola’, registrata dall’OED può anche essere messa a confronto (e discussione) con la probabile derivazione proposta da alcuni dizionari (tra cui il GRADIT), nella lingua latina, dalla parola buxus ‘bosso’, di buxis, -ĭdis che significa ‘vasetto’, da cui il termine italiano bossolo. Anche in questo caso, come in inglese, bossolo veniva usato per indicare un recipiente dal contenuto pregiato o comunque di valore, come testimoniano i due significati più arcaici: ‘contenitore per la raccolta di elemosine’ e ‘piccolo vaso di legno di bosso, per contenere unguenti e profumi’ (Devoto-Oli 2022). Lasciando da parte l’autoctono bossolo, passiamo alla parola box nella nostra lingua. Box fa parte del lessico italiano oramai da molto tempo: la maggior parte dei dizionari fa risalire il suo ingresso nella lingua italiana alla seconda metà dell’Ottocento (lo Zingarelli 2022 riporta la data 1865). Controllando le diverse definizioni che ne danno i dizionari italiani, ci rendiamo conto che la parola box è entrata con una serie di significati derivati per estensione da quello che, primariamente, ha in inglese, ossia ‘scatola’. Leggiamo, a titolo esemplificativo, il Devoto-Oli 2022:

1. Ciascuno dei compartimenti in cui si suddivide un vasto ambiente mediante tramezzi, vetrate, paraventi, ecc.
2. Cabina che al suo interno presenta per lo più lo spazio per una sola persona, con le pareti in vetro, plastica, metallo, ecc.: Esempi il box del telefono; il box doccia.
3. TEATR. Palchetto ricavato nella galleria mediante una tramezzatura bassa.
4. Recinto di separazione nelle scuderie e nelle stalle.
5. Nelle autorimesse, scompartimento riservato a ogni singola macchina.
– Autorimessa individuale, annessa a una casa di abitazione.
6. AUTOM. Sui circuiti automobilistici e motociclistici, il luogo attrezzato a officina riservato alle case costruttrici delle macchine in gara; serve per la messa a punto delle stesse prima della gara, le eventuali riparazioni di guasti e la sostituzione delle gomme durante la corsa, e l’assistenza ai piloti, spec. per quanto riguarda le segnalazioni e gli ordini relativi allo svolgimento della corsa.
7. EDIT., GIORN. Nell’impaginazione di un testo, riquadro in cui si evidenziano dati o notizie.
8. Piccolo recinto, spesso pieghevole, dove si tengono i bambini che non hanno ancora imparato a camminare.
9. SPORT Nel baseball, ciascuno degli spazi delimitati da righe sul terreno da cui devono essere eseguite determinate azioni di gioco: Esempi box del battitore, del ricevitore, del suggeritore.

Queste accezioni, letteralmente o in maniera figurata (come la settima), condividono l’idea che box designi uno spazio delimitato all’interno di uno più grande e con questi significati box è entrato nella lingua italiana con il genere maschile. Come ha osservato Raffaella Setti nella risposta sul genere dei forestierismi, “in italiano, il maschile è il genere non marcato e quindi assegnato automaticamente quando non si applichi nessuna regola di assegnazione (né fonologica né semantica)”. Questo dovrebbe essere uno di quei casi in cui il genere di default, per l’italiano il maschile appunto, è stato assegnato automaticamente.

Recentemente, però, accanto ai significati registrati nei dizionari contemporanei, si sta sempre di più diffondendo l’accezione originaria di ‘scatola’ e, assieme ad essa, anche il genere femminile, con poche attestazioni di quello maschile. In questo caso, l’assegnazione del genere femminile opera su base semantica, ossia il forestierismo assume il genere del traducente della lingua che lo riceve che, per la parola box, è scatola. L’alternanza con il genere maschile è dovuta dunque anche al fatto che un altro possibile traducente di box è cofanetto o contenitore, per l’appunto maschile.

Box con il significato di ‘scatola’, ‘contenitore’ ha comunque attestazioni che risalgono a oltre un secolo fa nonostante esse siano sporadiche e occasionali. Diventano più consistenti e sistematiche da più di dieci anni fa, tanto che nel 2007 il GRADIT registra, oltre alle accezioni che abbiamo letto nel Devoto-Oli 2022, anche quella di ‘cofanetto che contiene due o più dischi compact disc’, che risulta tuttora abbastanza diffusa sui quotidiani. Controllando le occorrenze della parola con questo significato nell’archivio della “Repubblica” ci rendiamo conto, però, che box ricorre sempre con il genere maschile:

Per lanciare l’uscita del box che celebrerà i 25 anni dal loro esordio, avvenuto con l’album Everybody Else Is Doing It, So Why Can’t We? nel 1993, i Cranberries hanno pubblicato un brano inedito intitolato Íosa. [...] Il cofanetto uscirà il 19 ottobre [...]. Il box pensato per festeggiare i 25 anni di Everybody Else Is Doing It, So Why Can’t We? doveva uscire già a marzo [...]. (Giulia Echites, Cranberries, un brano inedito per i 25 anni di debutto: Dolores O’Riordan canta in irlandese, repubblica.it, sez. Spettacoli, 2/10/2018)

«Numericamente vendiamo meno di prima, ma l’acquisto online è più ricercato spiega Ilaria Magagni di Gallery16 -: meno cd standard da 20 euro, ma più ordini per la rarità, il box da 100 euro, la prima edizione; c’è più tempo per spulciare il catalogo e preascoltarlo su Youtube». (Luca Bortolotti, Il negozio di dischi cambia musica, repubblica.it, 16/4/2020)

Con questo significato, box costituisce una riduzione dell’espressione box set, anch’essa, prestito integrale dall’inglese, entrata in italiano per indicare ‘una raccolta di prodotti correlati confezionati insieme in una scatola e venduti come una sola unità’ (traduz. mia dal Merriam-Webster: “a collection of related items packaged together in a box and sold a single unit”).

In realtà il disco – che scagliava il suo rock contro i potenti di ogni tipo – ha varcato la boa del mezzo secolo già un paio di mesi fa e la celebre band ha già messo in moto una serie di uscite discografiche relative ai 50 anni di Lola Versus Powerman and The Moneygoround, Part One, come il box set dell’anniversario in molteplici versioni. (Pietro d’Ottavio, The Kinks, la storia continua live streaming, repubblica.it, sez. Spettacoli, 29/1/2021)

In questo caso box riceve il genere maschile e possiamo ipotizzare i diversi motivi che hanno portato a questa scelta interna alla lingua: perché, come si è detto, il maschile è il genere non marcato in italiano; perché il miglior traducente per la parola con questo significato è cofanetto (il quale ha, per l’appunto, il genere maschile); perché la testa del composto box set è set, di genere maschile in italiano.

Ma quand’è che box ha cominciato ad apparire con il genere femminile? E a proposito di cosa? Oggi è il genere prevalente? In quali ambiti? Queste sono le domande alle quali si cercherà di rispondere partendo dalle attestazioni delle diciture “la box” e “una box” nell’archivio della “Repubblica”.

Dal 1991 compare box all’interno di un’espressione inglese che si riferisce a una tattica difensiva del basket che prevede la disposizione di quattro giocatori “a quadrato” (da cui box ‘scatola’) attorno all’area dei tre secondi: la box-and-one. In questo caso l’espressione si riferisce alla tattica e dunque, coerentemente con quanto detto a proposito dell’assegnazione su base semantica, assume in italiano il genere femminile. La prima vera attestazione di box ‘scatola’ al femminile risale al 2006:

Restiamo alla tv satellitare. Vuoi averla nella tua casa italiana? Chiami un gestore. Quello apre una pratica, ti manda un addetto all’ora che decide lui, ti noleggia una scatola, ti affida un telecomando, ti consegna un manuale e un numero per le emergenze. Quando lo userai per notificare qualche malfunzionamento ti risponderanno invariabilmente: «Provi a spegnere e riaccendere la box». (Gabriele Romagnoli, Istruzioni per eliminare le maschere dalla vita, repubblica.it, 17/11/2006)

Non poche sono le occorrenze di box al femminile che si riferiscono a una centralina o a un dispositivo che regola la televisione, la linea telefonica o internet e altro:

Impensabile dieci anni fa, la rivoluzione è una realtà: più della metà delle chiamate da un telefono fisso (per l’esattezza il 54%) passano ormai attraverso il protocollo VoIP, cioè attraverso Internet, grazie alle box che hanno rimpiazzato i modem e offrono connessione alla rete, telefonate gratuite in tutti i paesi (cellulari esclusi) e televisione. Più di venti milioni di famiglie francesi hanno in casa la box di un operatore e solo sette milioni continuano ad utilizzare il vecchio telefono che va ancora a scatti. (Giampiero Martinotti, France Telecom manda in soffitta le interurbane, repubblica.it, 22/10/2010)

[...] consente anche di chiedere aiuto premendo semplicemente un pulsante, attraverso la “ViaggiaConMe Box”, una “scatolina” poco ingombrante (ha praticamente le stesse dimensioni di un contrassegno di assicurazione), che viene fornita gratuitamente e che si installa sul parabrezza della vettura. [...] “La box – spiegano a Intesa Sanpaolo – è un ricevitore satellitare dotato di pulsante di emergenza, in grado di dialogare con una centrale operativa attiva 24 ore su 24. [...]” (L’assicurazione auto arriva dritta in banca, repubblica.it, 9/10/2012)

A partire dal 2013 circa compare anche l’espressione box station con cui si indica la torretta per ricaricare le macchine elettriche. In questo caso però il genere femminile è dato dalla testa del composto, ossia station, che nella traduzione italiana è, per l’appunto, femminile (‘stazione’). Più interessante invece il composto black box ossia letteralmente ‘scatola nera’, che compare generalmente al femminile:

Nel complesso, la variabilità dei prezzi nel territorio rimane ampia con costi tendenzialmente più alti nel Centro-Sud, dove – per questo motivo – si concentra la maggiore diffusione della black box che coinvolge 4 milioni di assicurati, oltre il 16% dei contratti stipulati nel nostro Paese. [...] Sempre in tema di tariffe, lo studio monitora poi le evoluzioni del settore, soffermandosi sul fenomeno del satellitare e, in particolare, sui premi con scatola nera che i clienti devono pagare. Premi comprensivi di eventuali canoni annuali per la box e garanzie accessorie. [...] Ma forse il dato più sensibile è la conferma che il nostro Paese è il primo al mondo per istallazione della black box. “La scatola nera è un fenomeno molto italiano – dichiara il direttore – Le compagnie la incentivano con bonus sui premi e con servizi accessori interessanti (Vito De Ceglia, Rc auto, prezzi in calo del 6,4% cresce la soddisfazione dei clienti, repubblica.it, sez. Economia, 30/1/2017)

Con black box si indica un dispositivo elettronico (simile nel significato a quello di alcune occorrenze citate a proposito della telefonia e delle televisioni), dotato di localizzatore GPS e inserito, spesso dalle società assicurative, nelle vetture con la finalità di registrare tutti i movimenti della macchina e i comportamenti del guidatore. In questo caso la testa del composto è box, che assume il genere femminile, alla cui affermazione ha senz’altro contribuito l’eco della scatola nera degli aerei. Bisogna inoltre ricordare altri composti che prevedono, in italiano, una prevalenza, con qualche oscillazione, del femminile sul maschile come smart box e gift box. Il primo composto è in realtà un marchionimo: l’azienda omonima (“Smartbox” univerbato) ha creato una serie di pacchetti regalo (un soggiorno, un pasto o un’esperienza ossia in un’attività pagata dal mittente). Con il successo crescente di queste tipologie di regali, è cresciuto anche l’impiego dell’espressione smart box, svincolata spesso dall’azienda omonima. Oggi nelle pagine in italiano di Google (ricerca del 9/1/2022) il composto (largo e non univerbato, altrimenti ci si riferirebbe al marchionimo) è diffuso più al femminile che al maschile, nonostante questa prevalenza non sia così marcata: “la smart box” ha 4.720 risultati, “una smart box” 10.800; per contro “lo smart box” ha 4.300 r. e “uno smart box” 9.650. Più considerevole la preferenza del femminile per il composto gift box, pressoché sinonimo di smart box ma senza alcun riferimento all’azienda finora citata. Le ricerche nelle pagine in italiano di Google ci forniscono i seguenti dati: “la gift box” ha 12.300 r. e “una gift box” 7.050; “il gift box” ha 1.930 r. e “un gift box” ne ha 1.230.

Dal 2020, accanto a queste occorrenze di box al femminile, ne sono comparse altre concernenti principalmente l’ambito dell’enogastronomia a domicilio. Il primo articolo che riporta quest’uso sulla “Repubblica” alterna in realtà l’uso del genere, con netta prevalenza di quello maschile (mettiamo in grassetto semplice i maschili e in grassetto sottolineato i femminili):

Oltre i box per preparare pasti completi o ricette salate, c’è anche il dolce. [...] I box arriveranno a casa con consegna gratuita per una spesa di almeno 40 euro. [...] Cristiano Ciaralli e Valerio Sadaro Guerra di osteria Mavi pensano al brunch all’americana con la Box contenente ben 12 pasti che coprono tutta la varietà necessaria per questa tipologia di pasto, compreso il preparato per delle uova strapazzate assolutamente perfette. [...] Dallo speciale menù si potranno scegliere ricette pronte o da preparare da zero seguendo le indicazioni dello chef, inserite nel box. [...] nel box sono racchiuse anche le istruzioni dettagliate per completare la preparazione e l’impiattamento della portata. [...] Nel box arrivano 360 ml di brodo chiarificato di pecora, 50 gr di Filindeu e 35 gr di pecorino biologico dell’azienda agricola Coile Iscalas Castidas. [...] “Tutto deve essere più possibile come al ristorante, poi voi aprite la box e ultimate i piatti grazie alle istruzioni. (Francesco Bruno Fadda, Delivery d’autore: con le istruzioni dello chef i piatti si finiscono di cucinare a casa, repubblica.it, sez. Il Gusto, 22/4/2020)

Nel corso del 2020, anno in cui il lockdown impone alla ristorazione (e non solo, come vedremo) di incrementare o cominciare le consegne a domicilio, aumentano le occorrenze di box con il significato di ‘scatola contenente cibo, prodotti da cucinare o da bere’, quasi sempre al femminile, con rarissime eccezioni al maschile:

Ordinabili singolarmente (40 g a vasetto) o nella speciale box natalizia da tre [...]Per le festività questo birrificio artigianale propone una box con otto delle tante tipologie di bionde acquistabili online sullo shop. [...] Ogni box (piccola, media o grande) conterrà al suo interno anche un buono del valore di 10 euro per futuri acquisti o da spendere nel ristorante di Trastevere. [...] la box piccola per la merenda di Natale (confezione di chicchi di caffè, bottiglietta di cioccolata da scaldare, cialdine di cioccolato, biscotti e altro a 32 euro). [...] Ordinando dal sito si può scegliere di far trovare sotto l’albero il kit per preparare la pasta alla carbonara (specialità ormai celebre al ristorante), una box con ingredienti di qualità e ricetta originale per preparare il primo della tradizione romana [...]. Chi invece preferisce andare sul classico potrà optare per l’acquisto, sempre online dalla sezione shop, di un panettone artigianale in edizione limitata firmta [sic] Pipero (35 euro per un chilo) da acquistare da solo o nelle box con abbinamento di Champagne o amaro. [...] Claudio e Fabrizio Gargioli, con Fabiana e Flavio, per Natale propone due versioni del “Rigaletto” (vezzeggiativo di “regalo” in dialetto romano), una box che non ha nulla del classico cesto natalizio. La box più piccola (45 euro) contiene il libro dello chef “La mia cucina romana” [...]. La box da 80 euro conterrà in più un buono del valore di 40 euro [...]. Per acquistare le box basterà ordinarle nella nuova sezione dell’e-shop. (Laura Mari, Dal panettone alla cena completa, la spesa di Natale a Roma arriva a domicilio, repubblica.it, sez. Il Gusto, 7/12/2020)

Nel 2021 rileviamo la parola box usata nella consegna della pizza a casa, nonostante si tratti di una modalità diversa di recapito a domicilio perché in questo caso la pizza deve essere preparata e cucinata da chi l’acquista:

Lo sanno bene i pizzaioli, che si stanno infatti organizzando, con box e tutorial, per guidare passo passo i loro clienti nel delicato mondo del fai-da-te. Ce n’è per tutti i gusti. [..] «Durante il lockdown – spiega Antonio Arcieri, proprietario della storia pizzeria d’asporto La Pantera Rosa di via Zanardi – alcuni clienti intolleranti al glutine mi chiedevano come fare la pizza in casa. Così ho pensato di creare per loro una box con ingredienti selezionati, di altissima qualità, che potevano utilizzare [...]». [...] Una box costa 42,99 euro e la pizza c’è anche senza glutine. (Caterina Giusberti, Margherita è online ora la pizza si fa in casa con il kit e tutorial, repubblica.it, 5/1/2021)

A questo proposito, qualche tempo fa, Licia Corbolante, sul suo blog “Terminologia etc”, ha trattato la questione del composto pizza box usato in inglese per indicare i contenitori che trasportano i flaconi del vaccino Pfizer-BioNTech, i quali, proprio per la loro forma, ricordano quelli di un cartone della pizza a domicilio. L’anglismo è stato usato nelle testate giornalistiche italiane senza alcun adattamento o avvertenza al lettore, come per esempio nell’articolo uscito su Ansa.it dal titolo Vaccini, atteso domani arrivo altre 16 pizza box in Liguria del 19/1/2021. In questo caso ci interessa vedere che il genere del composto, la cui testa è box (ma può anche aver influito la vicinanza con pizza), è femminile.

Come dicevamo, gli anni segnati dalla pandemia sono stati caratterizzati da uno stile di vita “casalingo” attraverso lo smart working (o lavoro agile), la DAD e le restrizioni per limitare i contatti. Questo cambiamento radicale della società e della socialità ha imposto una modalità di compravendita basata sull’acquisto online e sul recapito a domicilio (sempre più comunemente chiamato delivery e a questo proposito si legga il comunicato n.17 del Gruppo Incipit). E le scatole, o meglio le box, per contenere i più svariati prodotti hanno raggiunto la maggior parte delle case italiane. Abbiamo rilevato, tra i tantissimi composti, due anglismi non adattati che contano un numero considerevole di occorrenze nelle pagine in italiano di Google: mystery (o mistery) box e beauty box. Il composto mystery (o mistery) box comincia a essere usato nell’ambito enogastronomico all’interno della trasmissione televisiva “Masterchef”: una sfida fissa del noto talent-show propone una scatola chiusa al cui interno ci sono alcuni ingredienti ignoti ai partecipanti. Oggi, però, con mystery box si intende una scatola che arriva a domicilio di cui non si sa il contenuto. Per fare un esempio pratico, un cliente che decida di comprare dei capi d’abbigliamento su un sito che recapita mystery box, sceglie la taglia e lo stile degli abiti; conseguentemente, dei professionisti nell’ambito della moda selezionano delle mise create appositamente per l’utente e recapitate a casa. Il destinatario, fatto l’unboxing, decide quali capi tenere e quali no. Nelle pagine in italiano di Google, il composto ha più occorrenze al femminile che al maschile: “la mystery box” conta 9.860 risultati mentre “il mystery box” soltanto 1.320; “la mistery box” ha 5.960 occorrenze, mentre “il mistery box” solo 560 (ricerche del 9/1/2022). Anche il composto beauty box si è affacciato nella lingua italiana in questi ultimi anni, per indicare una scatola (generalmente recapitata a casa) contenente prodotti di bellezza come creme, trattamenti ecc.:

È indubbiamente questo il target delle beauty box. Di cosa parliamo? Di scrigni contenenti una gamma di prodotti, misti tra makeup, skincare, trattamenti viso e capelli o anche manicure, in formato viaggio o flaconi classici, che arrivano direttamente a casa, spesso su abbonamento. Il concept è quello delle Mystery Box, una formula che in tutto il mondo ha ricevuto impulso dai tempi di pandemia, chiusura dei retailer, shopping online. (Alessandra D’Acunto, Beautybox, viaggio nei cofanetti segreti di bellezza, repubblica.it, sez. D.it, 5/5/2021)

L’esempio citato ci rivela un dato ulteriore a proposito del genere grammaticale di box: sebbene in questo articolo vengano usati traducenti maschili come cofanetto o scrigno, box, testa del composto, è usato al femminile, attestando che ormai è questo il genere con cui si è imposta la parola box in italiano in questo specifico significato. Il dubbio che scaturisce nei parlanti nasce dal confronto con i dizionari che, pur riportando la parola box, non ne registrano però il significato di ‘scatola’ e, conseguentemente, marcano la parola con il genere maschile (da riferire agli altri significati).

Questa incertezza nell’assegnazione del genere si manifesta in una serie di composti recentissimi che si stanno diffondendo soprattutto sui social per indicare il riquadro che viene usato per inserire domande o risposte da inviare direttamente all’influencer (come per esempio nelle storie di Instagram). Questo riquadro è stato chiamato box per le domande (o b. per le risposte), box per domande (o b. per risposte), più frequentemente box domande (o b. risposte) ma anche question box o answer box. Le locuzioni contenenti parole italiane contano più occorrenze al maschile (visto che semanticamente rimandano al significato di ‘riquadro editoriale’) mentre question box e answer box vengono usati prevalentemente al femminile, forse per analogia con tutti i vari composti che abbiamo trattato finora.

In definitiva, sarebbe impossibile trattare tutte le locuzioni e i composti (spesso non adattati dall’inglese) che presentano box ma possiamo senz’altro arrivare alla conclusione che la parola nei significati indicati dai dizionari si presenta prevalentemente al maschile, mentre quando ha il significato di ‘scatola’ (soprattutto per i regali, per le spedizioni a casa di cibi e bevande, prodotti per la bellezza, capi d’abbigliamento ecc.) viene usata quasi esclusivamente al femminile.

Infine alcuni lettori ci hanno chiesto se sia corretta la sequenza -nb- nel verbo intransitivo pronominale inboxarsi (più raramente inboxare) o se sia piuttosto corretto usare la forma con -mb-, coerentemente con le regole grafiche dell’italiano.  

Anzitutto va detto che il verbo inboxarsi appartiene all’ambito specialistico dell’equitazione, significa ‘incastrarsi’ e viene usato di solito per i cavalli che si incastrano nel loro box perché si sdraiano troppo vicino alla parete e bloccano le zampe tanto da non potersi rialzare. In inglese non troviamo nessuna occorrenza significativa che unisca horse e inbox (anche al participio inboxed), il verbo non viene registrato in nessun dizionario inglese con questo significato e ciò ci fa pensare che inboxare sia nato nella lingua italiana combinando termini e morfemi inglesi e italiani. Facciamo la scomposizione del verbo: esso è composto dalla desinenza -are (-arsi nel caso sia pronominale) della prima coniugazione, in cui viene inserita la maggior parte dei verbi neologici; la base è la parola inglese box ormai entrata in italiano già dal 1865 (Zingarelli 2022) e che, come abbiamo visto tra le definizioni che ne dà il Devoto-Oli 2022, ha il significato di ‘recinto di separazione nelle scuderie o nelle stalle’, di genere maschile; infine abbiamo in-, prefisso presente sia in italiano che in inglese con il valore di ‘dentro’. Il prefisso in- è di origine latina e, nei composti italiani, davanti a bilabiale viene reso con la nasale bilabiale /m/, in grafia im- (anche nel caso dell’omonimo in- privativo) e, conseguentemente, la grafia si adatta a questa pronuncia. Lo stesso prefisso è presente, preso dal latino, anche nella lingua inglese in cui, però, la grafia si è sempre mantenuta con la nasale n in qualsiasi contesto. Dunque, nel caso in cui il verbo sia nato in italiano, come supponiamo, dovrebbe essere più corretto adattare in- alla grafia italiana la quale prevede che -n- davanti a bilabiale come b o p diventi m. In questo caso, però, la presenza dell’anglismo box “blocca” questo adattamento grafico e fa percepire in- un prefisso proprio dell’inglese (basti pensare al verbo inputare da input trattato da Raffaella Setti nella risposta Inputare, imputare, inputtare, immettere... dati!). Del resto, la sequenza -nb- è documentata anche in parole composte italiane relativamente recenti come benpensante o sanbabilino. Inoltre ha concorso al mantenimento della -n- anche la presenza, nel lessico italiano, dell’anglismo non adattato (femminile, coerentemente con quanto detto a proposito del genere di box ‘scatola’) inbox che significa ‘casella di posta elettronica che contiene i messaggi ricevuti’ (Devoto-Oli 2022). Oggi, nelle pagine in italiano di Google non abbiamo quasi nessun risultato per il verbo imboxare con -m- e vediamo invece che si è imposta la grafia con -nb-:

Il cavallo che si “inboxa” entrerà in panico e avrà bisogno dell’aiuto del suo cavaliere innanzitutto per ritrovare la calma e poi per riuscire e a rialzarsi. Un cavallo può rimanere bloccato nel suo box, o comunemente si dice, rimanere inboxato quando è sdraiato e non riesce a rialzarsi perché ha posizionato le gambe troppo vicino al muro. [...] La maggior parte dei cavalli che si inboxano si fanno lasciano prendere dal panico. (post sul blog imisteridelcavallo.it, s.d.)

Se il box non è sufficientemente grande perché il cavallo possa stendersi ed alzarsi a piacimento, il rischio che si corre e [sic] che si inboxi e infortuni. [...] Possibili esiti negativi da cavallo inboxato. Se si inboxa di notte, non riesce a rialzarsi, entra nel panico e poi nello sconforto, passano le ore, il suo quadro vitale si può complicare, sia che siano presenti lesioni importanti, sia che non ci siano fratture. (Cavallo inboxato, che fare, horse-angels.it, s.d.)

Che persista un’incertezza di fondo sulla grafia in questione è testimoniato dal fatto che, nonostante le occorrenze in italiano di Google (ricerca del 10/1/2022) di inboxare, inboxarsi e inboxato siano superiori a quelle delle forme con -mb-, per il sostantivo derivato con -mento la situazione risulta essere opposta: imboxamento (28 r.) supera inboxamento (4 r.). Ma le occorrenze sono troppo poche per trarne indicazioni.

Miriam Di Carlo

16 novembre 2022


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