Dopo le schede dedicate ai derivati di gennaio, febbraio, marzo, aprile, maggio e giugno continuiamo la pubblicazione della nostra rubrica con la scheda relativa a luglio. Per le informazioni generali e la bibliografia si rimanda all'Introduzione.
Il nome luglio deriva dal latino Iūlius (mensis), che sostituì la denominazione precedente di quintilis in onore di Giulio Cesare, nato in questo mese. Tra le varianti antiche troviamo lùio e lùlio (GDLI). “La forma toscana luglio (e le corrispondenti forme in tutti gli altri dialetti) sembra sia un rifacimento ipercorretto su un precedente *giuglio, secondo il rapporto loglio: gioglio, *liglio: giglio, delle quali la prima è forma del ceto colto e l’altra della lingua popolare” (Rohlfs 1966, § 158).
Quasi tutti i derivati di questo mese fanno riferimento a varietà di uva che maturano a luglio.
L’aggettivo lugliano non è registrato dai dizionari ma risulta attestato, anche in funzione di sostantivo, sia in rete (anche se la ricerca produce molto rumore perché la voce coincide con un toponimo) sia nei testi a stampa, impiegato soprattutto in riferimento al fieno.
Il lino è già coperto; quasi tutti hanno incominciato a mietere il frumento e sperasi in un raccolto piuttosto abbondante. Alcuni hanno incominciato a tagliare il lugliano. (Corriere campestre, “Corriere della sera”, 4/7/1880)
Il femminile lugliana è usato sia come aggettivo che sostantivo soprattutto nel significato di ‘uva che matura in luglio’, ed è di volta in volta sinonimo di lugliatica, luglienga o lugliola:
Le uve che al sapore sembrano dolci, non sono sempre le preferibili; la lugliana, per esempio, ben matura, è dolce, eppure non è idonea; il suo mosto è troppo scorrevole, ha un dolce passeggiero, acquoso. (Filippo Re, Della natura delle terre coltivabili e della maniera di nominarle, Silvestri, Milano, 1809, p. 8)
L’aggettivo lugliatico, appartenente all’ambito dell’agraria e dell’agricoltura, si riferisce a un ‘frutto, specialmente l’uva, che matura in luglio’ ed è sinonimo di lugliengo. Il termine è documentato da prima del 1320.
Dall’aggettivo deriva il sostantivo femminile lugliatica (anche nella variante luiatica), sinonimo di luglienga ‘varietà di uva bianca che matura a luglio’. Il GDLI registra anche l’antico sostantivo di area veneto-emiliana luiatico, derivato da lujo ‘luglio’, che indica il “vino ricavato dall’uva lugliatica”:
Pensò di volerle imbriacare, e subito andò in cantina dov’era un barillo di luiatico della buona fatta. (Giulio Cesare Croce, Bertoldo e Bertoldino, a cura di L. Emery, Firenze, Le Monnier, 1951, p. 242)
Lugliembre (che non è un vero e proprio derivato di luglio, ma una parola macedonia) è una voce scherzosa, modellata su settembre, novembre e dicembre, che indica un mese che non esiste, il tredicesimo mese, vagamente parente di luglio: è un tempo fantastico, che non arriverà mai e per questo vi si fanno accadere le cose impossibili.
Il sostantivo non è accolto dai dizionari sincronici, ma è presente nel DEI e nei dizionari GDLI e Tommaseo-Bellini. La parola è documentata dal Cinquecento: «In una delle sue lettere, l’avventuroso e brioso mercante fiorentino Filippo Sassetti, parlando d’una cosa che dovrà ancora tardar molto, dice che si avrà “verso lugliembre”. Il procedimento linguistico è chiaro: foggiare una parola in modo che a prima vista sembri il nome d’un mese, e che subito dopo, all’analisi, riveli lo scherzo. In mancanza d’altra documentazione, riesce impossibile dire se il Sassetti abbia accolto dall’uso contemporaneo la parola o se l’abbia foggiata egli stesso» (Bruno Migliorini, Lingua e cultura, Roma, Tumminelli, 1948, p. 235). In ogni caso, nelle Lettere, Filippo Sassetti cita il termine più volte; si cita un solo esempio:
Non veggo verso a porci mano [ai discorsi], se non poi per il cammino, che vuole dire averlo questo lugliembre. (Filippo Sassetti, Lettere, a cura di E. Marcucci, Firenze, Le Monnier, 1855).
Lugliengo è voce di area settentrionale derivata da luglio con il suffisso -engo, sul modello di maggengo (su cui si sono formati anche marzengo e agostengo). Il suffisso -engo, che indica appartenenza, è la variante settentrionale del suffisso -ingo, di origine germanica con la mediazione latina medievale.
L’aggettivo lugliengo (anche sostantivato) appartiene all’ambito dell’agricoltura e si riferisce sia all’uva che matura in luglio, sia al fieno che si falcia in luglio. Come sostantivo, il femminile luglienga indica ‘una varietà di uva bianca da tavola a maturazione precoce’ ed è, come già detto, sinonimo di lugliatica; il TLIO segnala anche la variante luienga.
Da ieri non mangiavo, e le donne, spaventate, mi diedero in un piatto pane e uva luglienga. (Cesare Pavese, Feria d’agosto, Torino, Einaudi, 1955, p. 121)
Il sostantivo femminile luglierina è messo a lemma esclusivamente dal DEI come voce toscana (pisana), sinonimo di lugliola (vedi oltre); il vocabolo risulta però presente anche in altre zone della Toscana:
Vengono appresso l’aleatico, l’insora, ansora, o ansonaca, il moscatello, la paradisa, la malvagia, la caianella, o baianella, la colombana, la riminese, la luglierina, la salamanna, le quali si trovano sparse qua e là e che, per essere considerate come viti da vini di lusso, vengono coltivate in molta minor quantità delle prime. (Giulio Pullè, Monografia agraria del circondario della Isola dell’Elba con cenno storico, Portoferraio, [s.n.] 1879, p. 41)
In rete risulta attestato luglierino (sia aggettivo che sostantivo), soprattutto in riferimento a un tipo di piccolo polpo, tipico dell’isola d’Elba:
Estate all’Elba vuol dire soprattutto mare, bagni e tanto snorkeling, l’esplorazione dei fondali con la maschera e le pinne, magari dotati di go-pro subacquea per fare foto e filmati. Uno di questi, in poco tempo è diventato virale, facendo migliaia di contatti: è il polpetto ripreso a Pomonte […]. Il filmato, che vi proponiamo qui in allegato, ci dà l’occasione di fare una precisazione: i polpi di quelle dimensioni sono chiamati dagli elbani "luglierini" proprio perché venuti alla luce in luglio e quindi appena nati in estate. (Il "luglierino" di Pomonte spopola sul web, Quinewselba.it, 8/8/2018)
L’aggettivo lugliesco non compare nei dizionari ma risulta diffuso in rete e nella stampa nazionale con il significato di ‘proprio, caratteristico del mese di luglio’, usato soprattutto in riferimento alle condizioni meteorologiche:
La caparbia pioggia lugliesca non accennava a smettere. E io, strisciando i piedi in un vecchio paio di paterle, mi sentivo crescere dentro la malinconia. (Bruno Ventavoli, Un giallo a Torino, “TorinoSette”, settimanale della “Stampa”, 27/6/1997)
Ah io le amavo le mie estati romane! E sfuggito alla calura lugliesca di giorno, cercavo frescura tra le rovine sacre la sera o sul lungomare di Ostia dove prima del Settanta la delinquenza di branco e tossici armati non beccava l’innocuo viandante. Roma apparteneva ancora al vivibile - oggi francamente non più. (Guido Ceronetti, La crudeltà dell’estate, “la Repubblica”, 29/7/2015)
L’aggettivo lugliese è registrato (esclusivamente) dal GDLI come termine agrario, ormai in disuso, riferito all’uva, come sinonimo di lugliengo. Come esempio, è riportata la definizione del Vocabolario Tramater, che non mette a lemma la forma lugliese ma la inserisce, accanto a lugliatica, sotto la voce lugliola (e dunque, probabilmente, considerandola nell’uso sostantivato):
Lugliola: specie di uva, detta anche ‘lugliatica’ e ‘lugliese’.
Gli aggettivi luglino e lugliolino (derivato, quest’ultimo, da lugliolo, cui è stato aggiunto un altro suffisso) non sono accolti dai dizionari dell’uso, ma se ne trova traccia in rete e nei testi a stampa, soprattutto al femminile, per indicare una varietà di uva:
[…] e qui, alla cancellata, sai quanto è meglio addossare tre o quattro viti d’uva luglina, che servono ottimamente a nascondere il giardino con il loro fogliame, e al principio dell’estate ti regalano anche qualche bel grappolo d’uva… (Fausto Maria Martini, Il silenzio, Milano, Mondadori, 1932)
[…] ora qui non v’ha dubbio che si deva intendere uva matura, ma uva d’una qualità che matura verde e prima di ogni altra: e questa è l’uva lugliolina. (“Bollettino di filologia classica”, 1899, p. 254)
Luglino è usato anche in rapporto al clima, alla notte, al meteo, al grano, ecc., mentre per lugliolino non mancano i riferimenti al caldo, alla nascita, al compleanno, al susino, ecc. La voce è inoltre propria del proverbio Uva lugliolina non arriva mai in cantina.
Sinonimo di lugliatico e lugliengo è l’aggettivo lugliolo ‘che matura a luglio’, che il GRADIT marca come regionalismo (toscano). Il GDLI registra anche il sostantivo femminile lugliola, che si riferisce all’uva ed è sinonimo delle voci lugliatica e luglienga:
All’uve da mangiare / el forte, l’andare alto assai v’importa; / perché zibibi e uve grosse usare / lugliole, o ancor le paradise, / poco a star bassse le vedrai fruttare. (Michelangelo Tanaglia, De Agricoltura. Testo inedito del secolo XV, a cura di A. Roncaglia, Bologna, Palmaverde, 1953, v. 890)
Lucia Francalanci
24 luglio 2021
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