Rispondiamo ai molti quesiti rivolti all’Accademia sulla correttezza di vaccino influenzale in alternativa a vaccino antinfluenzale. In alcune delle segnalazioni si parla di cartelli esposti nelle farmacie o nei consultori in cui compare vaccino influenzale anziché vaccino antinfluenzale.
Negli ultimi mesi abbiamo sentito parlare molto di vaccino, sia durante il periodo autunnale in relazione alla campagna stagionale contro l’influenza, sia nei mesi successivi circa gli sviluppi che hanno coinvolto la prevenzione contro l’epidemia di Covid-19. Un interrogativo molto diffuso riguarda appunto l’uso dell’aggettivo che ha affiancato vaccino: si dice vaccino influenzale o antinfluenzale? Della maggiore correttezza di una forma piuttosto che un’altra parleremo più avanti. Cominciamo con qualche considerazione sul termine vaccino e sul perché questo sostantivo selezioni prevalentemente determinanti di valore “avversativo”.
Vaccino viene definito dal GDLI come ‘ciascuna delle preparazioni da inoculare per via parenterale o orale, ottenuta da sospensioni di microrganismi patogeni (morti o vivi ma resi innocui), da immunogeni purificati o anche da sintesi chimica, capace di indurre una immunità specifica da parte dell’organismo’. Il sostantivo è un calco dal francese vaccin, per ellissi da virus vaccin ‘virus vaccino’, che indica il vaiolo delle vacche da cui è stato ricavato il primo vaccino immunitario (l’Etimologico). I vari dizionari sottolineano che vaccino può essere accompagnato da un aggettivo il quale può indicare il numero di affezioni a cui si rivolge (vaccino monovalente se immunizza per una sola malattia, bivalente per due malattie ecc.), la sostanza da cui è formato (vaccino animale ad esempio), o da un aggettivo che indica la malattia prevenuta: in questo caso tutti i dizionari, nella parte esemplificativa, sono concordi nel proporre gli aggettivi che presentano il prefisso anti- come vaccino antidifterico, antitetanico, anticarbonchioso, antipestoso, antivaioloso e antinfluenzale.
Il prefisso anti- (per cui si legga la scheda di Raffaella Setti) dal greco antí che significava ‘contro’, indica nelle parole composte ostilità, opposizione, antidoto (GDLI). È dunque più facile che vaccino selezioni aggettivi che presentano questo senso di opposizione perché per l’appunto agisce contro una determinata malattia. L’aggettivo antinfluenzale inoltre è di coniazione relativamente recente, segnalato a partire dal Supplemento 2004 del GDLI e inserito nel GRADIT con datazione al 1970:
Antinfluenzale, agg. Farmac. Che previene o cura l’infezione da virus influenzale (un farmaco, una sostanza) – anche sostant. = comp. dal gr. ἀντί ‘contro’ e da influenza (GDLI, Supplemento 2004)
Accanto ad antinfluenzale (a volte scritto anche con la doppia i, antiinfluenzale) il Supplemento 2009 al GDLI registra anche l’aggettivo invariabile antinfluenza, con lo stesso significato. La forma registrata maggiormente dai dizionari comunque è, sotto la voce vaccino, la locuzione vaccino antinfluenzale (e non antinfluenza o influenzale):
vaccino antinfluenzale loc. s. m. (TS) med. v. costituito da più tipi di virus dell’influenza inattivati col calore e aggiornato di anno in anno in relazione alla comparsa di ceppi di virus immunologicamente modificati o nuovi per una determinata popolazione (GRADIT)
Ma effettivamente queste informazioni non aggiungono niente di nuovo: quello che ci interessa è stabilire quanto sia diffuso vaccino antinfluenzale rispetto a vaccino influenzale (sull’uso di sismico e antisismico si legga la risposta di Stefania Iannizzotto e Angela Frati). Stando alla definizione del GDLI, vaccino influenzale significherebbe ‘vaccino che riguarda l’influenza’ e tale perifrasi non risulta poi così agrammaticale o scorretta. Nel pieno delle campagne vaccinali stagionali, abbiamo condotto una serie di ricerche che attestano la vitalità della forma senza prefisso avversativo:
Se confrontate con le occorrenze di vaccino e vaccinazione antinfluenzale appaiono irrisorie (come si può vedere anche nel grafico di Google Trends che monitora le ricerche sul browser) ma ci sembrano comunque significative:
Da notare poi che la forma vaccino influenzale comincia a comparire sui quotidiani in tempi relativamente recenti, cioè a partire dal Duemila circa. Anche i testi scientifici inseriscono al loro interno vaccino influenzale; basti leggere il riassunto ufficiale destinato al pubblico del documento della relazione pubblica europea dell’EMA (European Medicins Agency) che usa prevalentemente la forma senza prefisso:
Vaccino influenzale pandemico H5N1 Baxter AG. […] Questo è il riassunto della relazione pubblica europea di valutazione (EPAR) per il vaccino influenzale pandemico H5N1 Baxter AG. [...] Il vaccino influenzale pandemico H5N1 Baxter AG è un vaccino iniettabile. Contiene virus influenzali che sono stati inattivati (uccisi). [...] Il vaccino influenzale pandemico H5N1 Baxter AG è un vaccino atto a prevenire l’influenza “pandemica”. Deve essere impiegato esclusivamente quando un’influenza pandemica sia stata dichiarata ufficialmente dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) o dall’Unione europea (UE). (Vaccino influenzale pandemico H5N1 Baxter AG, ema.europa.eu, 11/2013)
E altrove, in altri testi scientifici, la forma con prefisso si alterna a quella senza (da notare che il titolo del brano seguente reca antinfluenzale mentre all’interno prevale la forma influenzale):
Il vaccino influenzale inattivato può essere dato a tutte le persone ≥ 6 mesi, comprese le donne in gravidanza. Deve essere usata una formulazione adeguata in base all’età. Agli adulti ≥ 65 anni devono essere somministrate alte dosi di vaccino influenzale inattivato. La dose più alta è raccomandata solo per le persone con ≥ 65 anni. [...] il vaccino influenzale vivo attenuato può essere somministrato a persone sane di età compresa tra i 2 e i 49 anni che non siano incinte e che presentino una situazione di immunocompromissione durante la stagione influenzale 2018-2019. La sicurezza del vaccino influenzale vivo attenuato non è stata stabilita in persone con disturbi che li predispongono a complicazioni causate dall’influenza, tra cui le malattie polmonari avanzate o l’asma. [...] La principale controindicazione al vaccino antinfluenzale inattivato è una reazione allergica grave (p. es. l’anafilassi) dopo una precedente dose di vaccino influenzale inattivato. (Margot L. Savoy, Vaccino antinfluenzale, msdmanuals.com, 7/2019)
Una situazione analoga viene rilevata negli articoli di giornale, nei quali non manca questa alternanza e in cui spesso viene usata anche la perifrasi vaccino contro l’influenza.
Negli anni scorsi il vaccino contro l’influenza si faceva a partire da metà ottobre o addirittura a fine mese, quest’anno si è anticipato proprio perché i due virus arriveranno insieme. (Michele Bocci, Influenza ‘normale’, il vaccino dal 1° ottobre, repubblica.it, 20/9/2020)
Concludendo, si può dire che entrambe le forme sono corrette; forse è da preferire antinfluenzale, che è anche quella più diffusa. Si può inoltre supporre che la crescita recente di vaccino influenzale dipenda dal modello inglese vaccine influenza.
Miriam Di Carlo
15 ottobre 2021
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