Che cosa intendiamo per neologismo?

[dall’editoriale del numero 4 di “Italiano digitale” (2018/1, gennaio-marzo)]

È sempre difficile definire esattamente un neologismo, distinguerlo da quelle realizzazioni effimere legate a un particolare momento contingente o frutto di una creazione estemporanea (o magari anche giustificata dal particolare periodo storico o culturale) basata sulle regole della morfologia derivazionale della nostra lingua; quel processo che ci permette di coniare “al volo” parole trasparenti attraverso prefissi e suffissi, senza per questo renderne necessaria una stabilizzazione nel repertorio lessicale italiano con la registrazione sul vocabolario. Lo scopo del nostro servizio di consulenza è quello di spiegare parole nuove, ma anche parole che trovano solo in tempi recenti un maggiore impiego nella lingua comune, magari provenendo da una lingua specialistica o settoriale (forse addirittura gergale), e di spiegarle in modo ragionato e articolato, per fornire un porto sicuro a chi si trovi immerso nella tempesta delle novità lessicali a cui il web e i mass media ci sottopongono continuamente.

Per questo abbiamo scelto la strada di una trattazione ragionata ed estesa nella forma di articoli che trovano posto in prima battuta nella sezione dedicata alle parole nuove nella nostra rivista «Italiano digitale» a partire dal numero 4 del 2018.

Gli articoli, relativi a parole che – dopo segnalazioni o ricerche sulle banche dati a cura della redazione, si sono conquistate lo statuto di potenziale neologismo della nostra lingua – sono pubblicati unicamente nella rivista; mentre sul sito web trova successivamente posto, a cadenza regolare, una scheda lessicografica sintetica, con una struttura articolata in specifici campi accuratamente definiti, a cui l’articolo rimane comunque di sfondo, raggiungibile con un collegamento. In questo modo chi incontra le parole attraverso le schede sintetiche, può anche approfondire il tema immergendosi nel piacere di una lettura distesa e argomentata.

Fra le parole scelte non deve stupire, né in negativo né in positivo, la presenza di prestiti non adattati dall’inglese: la trattazione degli anglismi, infatti, non ha il valore di un battesimo o di una certificazione. In attesa di un’eventuale stabilizzazione di queste parole nella forma in cui le presentiamo o in quella di possibili traducenti (a cui spesso accennano gli stessi autori), gli articoli e le schede del sito hanno lo scopo di lanciare una ciambella di salvataggio a chi voglia conoscere, in modo chiaro e con una trattazione scientifica, il significato di parole ormai largamente circolanti, la loro origine, la loro forza e tutto ciò che su di esse c’è da sapere.

Marco Biffi