Il presente contributo nasce dai lavori svolti nell'ambito del progetto sul VoDIM (Vocabolario dinamico dell'italiano moderno) [1], già presentato nel VII numero della rivista [2]. Il progetto, finalizzato alla compilazione di un dizionario dell'italiano post-unitario [3] basato su corpus e destinato alla libera consultazione online, costituisce una vera e propria "impresa ambiziosa" [4], diretta a livello nazionale dal presidente dell'Accademia della Crusca, Claudio Marazzini, il quale ha coordinato i numerosi gruppi di ricerca coinvolti, a partire dal 2014 [5].
Ogni unità di ricerca ha realizzato dei corpora tematici – interrogabili separatamente o mediante un motore di ricerca globale [6] – operando su ambiti lessicali ben definiti, appositamente individuati con lo scopo precipuo di ampliare un panorama lessicale non sempre e non adeguatamente considerato dalla tradizione lessicografica, vale a dire quello dei linguaggi tecnico-specialistici. Così, col proposito di colmare quei settori non propriamente "letterariocentrici" [7], il corpus di riferimento del VoDIM, suddiviso in più subcorpora, spazia dai testi parlamentari alla paraletteratura, dai testi giuridici a quelli di cucina, dalla biologia ai fumetti [8].
In particolare, l'unità di Firenze [9] si è occupata – fra gli altri obiettivi previsti dai PRIN – della lingua dell'arte e della critica d'arte: il sottocorpus su cui abbiamo lavorato per la redazione delle prime voci si compone di 27 testi, ascrivibili alle categorie di "arte", "critica d'arte", "manuale di pittura", "trattato di pittura" [10].
Il contenuto di queste pagine raccoglie i primi tentativi di attività lessicografica legata al VoDIM dall’unità fiorentina in relazione alla terminologia artistica e, più precisamente, propone alcuni prototipi di voci afferenti, innestandosi sulle proposte finora avanzate all’interno del gruppo nazionale [11].
2. Voci dell'arte: criteri e punti critici
Come anticipato, presenteremo qui un gruppo di voci-pilota in vista della struttura definitiva che verrà messa a punto per i redattori del Vocabolario e che sarà articolata in punti omogenei, ai quali ogni gruppo di ricerca farà capo; nonostante l'eterogeneità delle sezioni lessicali, si tenterà di soddisfare le esigenze specifiche e proprie di ciascun gruppo [12] e di tracciare una struttura dinamica e "mobile", di cui discorreremo più diffusamente nei paragrafi successivi.
Pur avendo in parte seguito l'iter lessicografico dei contributi precedenti [13], abbiamo optato per una compilazione dei prototipi quanto più ricca possibile, preferendo un'architettura della voce piuttosto articolata e prendendo a modello la scheda recentemente proposta da Marco Biffi [14], derivata a sua volta dalla struttura approntata per il VoSCIP (Vocabolario storico della cucina italiana postunitaria) [15].
Prima di presentare i prototipi, è necessario dichiarare i criteri con cui sono state costruite le schede, frutto di una scelta preliminare [16]. In linea generale, si è ritenuto ragionevole procedere su base prevalentemente induttiva e quindi – pur consapevoli delle dimensioni attualmente limitate – considerare il corpus del VoDIM quale fonte prioritaria [17] a cui attingere per i punti che potremmo definire "costitutivi" di ciascuna voce:
Per questi punti centrali si è cercato di evitare forme di "intromissione" o di "contaminazione" da parte di altre fonti che, in altri campi della scheda, si rivelano invece fondamentali.
Chiariamo meglio: formulate ex novo, le definizioni vengono fatte aderire unicamente ai significati rintracciabili nel corpus allestito per il VoDIM, senza essere ricavate o alterate da altri contesti, provenienti da fonti esterne al corpus [18]; in questo modo si assicurerà di enucleare dal corpus significati e accezioni non contemplati dalla tradizione lessicografica – sia storica che sincronica – oppure di attestare la vitalità nei diversi ambiti specialistici di significati/accezioni già noti, in linea con l'obiettivo del VoDIM di "garantire la copertura (o l'ampliamento di copertura) di alcune zone di nicchia dello spazio linguistico italiano" [19].
Certamente non mancano punti critici, a partire dalle dimensioni del corpus: un "primo corpus di riferimento base [...] è stato prodotto col PRIN 2012 dalla medesima Crusca [...], ma, naturalmente, da solo è insufficiente alla bisogna" [20]. Alla luce di ciò potrebbe essere sollevata qualche obiezione: come gestire quei casi in cui i contesti non siano numericamente sufficienti o non abbastanza esemplificativi da estrapolarne significati esaustivi? Come arginare, quindi, le eventuali difficoltà interpretative se si fa riferimento esclusivamente ai testi del corpus finora considerato? Una prima possibile soluzione potrebbe essere quella di servirsi di altri contesti, affiancando al nostro corpus centrale – anche se limitatamente al periodo 2000-2014 [21] – un gigacorpus (dell'ordine di miliardi di parole) che attualmente è in fase di elaborazione e prende il nome di CoLIWeb (Corpus della lingua italiana nel web) [22]. In aggiunta a ciò, potrebbero venire in soccorso non tanto i dizionari dell'uso, quanto piuttosto i dizionari specialistici di arte che, trattando da vicino le discipline artistiche, saranno maggiormente utili al nostro scopo di rintracciare significati e sfumature semantiche in uso nella lingua speciale [23] di nostro interesse.
2.1. La struttura-modello per le voci dell'arte
Nelle prossime pagine offriremo un campione di voci redatte sulla base delle premesse teoriche esposte e dei criteri che presenteremo. Prima, però, di procedere a una descrizione dettagliata dei vari campi di cui ciascuna voce si compone, riportiamo la scheda-modello assunta come guida nella costruzione delle voci-pilota (la struttura, rimaneggiata e personalizzata, deriva da quella approntata per il VoSCIP e da quelle suggerite per il VoDIM) [24]:
LEMMA + categoria grammaticale
0.1. Forme attestate nel corpus dei testi
0.2. Nota etimologica
* [Informazione sintetica]
NDELI
NOC
DEI
0.3. Prima attestazione nel corpus
0.3.1. * [Prima attestazione fuori corpus]
0.3.2. Indicazione numerica della frequenza nel corpus (per ciascuna forma)
0.4. * [Note linguistiche]
* Bibliografia
0.5. Riepilogo dei significati
1 a. agg. ʿʾ
1 b. s.m. ʿʾ
0.6. * [Locuzioni polirematiche e collocazioni]
~ Combinazioni lessicali [25]
0.7. * [Rinvii (sono previsti soprattutto ‘iperlemmi’, o, se si preferisce voci ‘generali’, di raccordo)]
0.8. Corrispondenze lessicografiche (= riscontri nei dizionari e nei corpora in rete)
DIZIONARI SPECIALISTICI:
Milizia 1797
Jaoul 1874
D.a.f. 1960
Grassi-Pepe 1994
Ferrari 2002
D.I.P.A.I. 2005
ALTRI DIZIONARI:
TLIO
TB
CRUSCA V
GDLI
GRADIT
Sabatini-Coletti 2008
TRECC 17
DEV-OLI 18
ZING 19
CORPORA/BANCHE DATI:
Le parole dell'arte
1. Prima definizione
1a. agg.
Contesti
1b. s.m.
Contesti
2.2 Descrizione della struttura
La voce risulta così strutturata (l’asterisco * indica campi o parti di campi facoltativi):
Campo Lemma. In testa alla scheda viene riportato il lemma in neretto, seguito dalla categoria grammaticale singola o multipla (in base alle qualifiche previste dalla voce); in via preliminare, possiamo ipotizzare che per il sottocorpus dell'arte si procederà alla lemmatizzazione delle seguenti categorie:
Campo 0.1. Si riportano tutte le forme registrate nel corpus, eccetto eventuali forme che il redattore esclude durante la lettura dei contesti perché non ritenute pertinenti alla costruzione della voce.
Campo 0.2. Lo spazio dedicato alla nota etimologica può essere organizzato secondo tre modalità: si può scegliere di fornire una brevissima indicazione etimologica come informazione immediata (questo campo è facoltativo); si possono fornire i dati di uno, di due o di tutti e tre i dizionari etimologici consultati sistematicamente per ogni voce (NDELI, DEI, NOC); infine, si possono includere entrambe le soluzioni appena descritte.
Il campo dell'etimologia rimane vuoto se a esponente vi è una locuzione non costituita da forestierismi (es. arte astratta).
Campo 0.3. Si inserisce la prima attestazione ricavata all'interno del corpus VoDIM, indicando il nome dell'autore in maiuscoletto e l'anno di attestazione in grassetto.
Campo 0.3.1.* Per la prima attestazione fuori corpus si indica – in forma sintetica o estesa – la fonte (autore e/o opera) con la data corrispondente, solitamente con rimando ai repertori (dizionari, corpora, banche dati) da cui si è attinta tale informazione. Diversamente, se la prima attestazione fuori corpus costituisce una retrodatazione rintracciata durante la compilazione della voce, si riportano sia la fonte con relativa data sia il contesto dell'attestazione fuori corpus, preceduti dal simbolo [R], con cui si segnala appunto la presenza di una retrodatazione. Specifichiamo, inoltre, che per le retrodatazioni si tiene conto esclusivamente di significati/accezioni riconducibili al lessico specialistico (nel nostro caso all'ambito artistico), di conseguenza la data da noi indicata potrebbe risultare posteriore a quella fornita dai dizionari storici ed etimologici.
Campo 0.3.2. Si elenca ogni forma del lemma rinvenuta nel corpus, accompagnata dal numero della frequenza totale fra parentesi quadre; segue l'indicazione della distribuzione nei testi: autore e anno dell'opera in cui la forma occorre, seguiti dal numero di occorrenze fra parentesi quadre.
Campo 0.4.* Tale sezione, concepita come "finestra di approfondimento", è adoperata per commenti di carattere linguistico, per spiegazioni e contenuti di altro genere. In essa possono essere condensate informazioni accessorie o esplicative, in cui il redattore può derogare all'impostazione tradizionale del dizionario e fare, ad esempio, osservazioni in forma discorsiva – tipo di intervento inconsueto anche per i limiti imposti dal cartaceo – oppure utilizzare questa sezione come «"campo di sintesi" conclusivo» [26] per voci molto articolate e dense di informazioni.
* Bibliografia: facoltativa l'aggiunta di una bibliografia in chiusura del campo 0.4. (qualora vi sia una trattazione particolarmente elaborata nelle Note linguistiche) [27].
Campo 0.5. In questo campo è riportata la definizione o la serie di definizioni (se vi sono più accezioni/significati) relativa al lemma.
Campo 0.6.* Si enumerano le polirematiche e le combinazioni lessicali rintracciate nel corpus [28].
Campo 0.7.* La sezione può contenere il rinvio a una o più voci correlate, in base a rapporti grammaticali o, più spesso, semantici (iperonimia, iponimia, sinonimia, antonimia ecc.).
Campo 0.8. Il campo è riservato alle corrispondenze reperibili in dizionari, corpora e banche dati. Per i riscontri lessicografici sono previste due microsezioni: "dizionari specialistici" e "altri dizionari". La prima categoria costituisce una piccola variazione nella struttura della voce, un'aggiunta pensata per un confronto e un "dialogo" con quei dizionari che, rispetto a quelli generali, hanno per oggetto un preciso settore lessicale e che, di conseguenza, sono destinati a privilegiare una lingua speciale – aspetto che ben si coniuga col VoDIM e con la sua attenzione ai linguaggi tecnico-specialistici. Abbiamo perciò selezionato sei dizionari specialistici in campo artistico, di cui uno soltanto anteriore all'unità d'Italia (il dizionario di Francesco Milizia) [29] con lo scopo di gettare un rapido sguardo sulla terminologia artistica anche prima del 1861. Nella seconda categoria, invece, sono compresi dizionari storici e dizionari dell'uso, così da avere un resoconto lessicografico del lemma e osservarlo all'interno di un circuito di dizionari piuttosto ampio. I dati tratti dai dizionari sono riportati in modo fedele oppure sono adattati con minimi tagli o piccoli aggiustamenti tipografici.
Come banca dati per il sottocorpus dell'arte abbiamo consultato "Le parole dell'arte", una piattaforma che permette di interrogare contemporaneamente quattro banche dati preesistenti, per un totale di 659 testi che vanno dal Cinquecento al Novecento [30] (il portale è disponibile sul sito della Crusca). Viene riportata fra parentesi quadre ogni forma rintracciata nella banca dati, seguita dal titolo dell'opera e, fra parentesi tonde, dal nome dell'autore in cui la forma occorre.
Campo definizione ed esempi. L'ultimo campo è dedicato alle definizioni e agli esempi (le singole accezioni sono individuate da un numero arabo progressivo: 1, 2, ecc.). Si è preferito formulare le definizioni ex novo, non ricalcando quelle fornite da altri dizionari (cfr. pp. 2-3); quando una parola prevede più significati e accezioni (quindi definizioni multiple), la serie di definizioni può essere presentata in base all'ordine logico (dal generale al particolare) o all'ordine di diffusione (significato più frequente) all'interno del corpus.
Relativamente agli esempi, vi è una selezione da parte del redattore da 1 fino a un massimo di 4 contesti da inserire in coda alle definizioni, in modo tale da non appesantire la scheda lessicografica con un eccessivo numero di esempi, che risulterebbe di faticosa lettura e antieconomico anche per gli studiosi più avvezzi alla lessicografia [31] (specialmente nel caso di voci con numerose accezioni). Si cerca pertanto di individuare gli esempi più rilevanti da cui poter evincere con chiarezza il significato della parola. Ogni esempio è preceduto dal nome dell'autore in maiuscoletto, dall'anno dell'opera e, fra parentesi tonde, dalle pagine del contesto citato; nel passo il lemma è evidenziato in grassetto.
Nei campi 0.2. e 0.8., accanto alle fonti lessicografiche o ai nomi delle banche dati, può comparire il simbolo "Ø", talvolta da solo, talvolta accompagnato dalla dicitura "signif. art.": nel primo caso (Ø), esso indicherà che il vocabolo non è lemmatizzato nella fonte di riferimento in cui compare; nel secondo caso (Ø signif. art.), segnalerà che la voce compare, sì, come entrata nella fonte consultata, ma senza alcun significato concernente l'ambito artistico (si veda, ad esempio, il lemma zonare).
Con la doppia barra"//" si indica un campo vuoto, non compilato.
Eventuali commenti da parte del redattore – possibili in qualunque campo della voce – sono inseriti fra parentesi graffe {}.
3. Osservazioni
Dopo aver esposto i criteri osservati per la redazione delle voci, non resta che soffermarci su alcune questioni "progettuali".
È doveroso chiedersi durante la progettazione chi saranno i destinatari dell'opera lessicografica. È un dato da considerare preliminarmente e su cui modulare la costruzione del vocabolario, con la consapevolezza che "a qualunque categoria appartenga, nessun dizionario può rispondere a qualunque tipo di domanda" [32]. Un dizionario, infatti, non può impegnarsi, mediante sforzo singolo, a produrre "un'opera di riferimento unica, capace di rappresentare la competenza lessicale intera" [33]. In effetti per la progettazione del VoDIM è stata circoscritta un'area lessicale ben precisa su cui far gravitare l'impresa dizionariale, quella dei linguaggi tecnico-specialistici. A questo punto sarà lecito domandarsi: chi saranno i destinatari del VoDIM? A tal proposito, Riccardo Gualdo ha immaginato tre tipologie di utenti: il "lettore curioso di parole" [34], il "lettore studioso di parole" [35] e lo "specialista italiano" [36]; analogamente, Marco Biffi ha proposto di allestire due formati di scheda lessicografica (rivolti sia al VoSCIP sia al VoDIM), un formato per l'utente italiano (con interessi di ricerca vari) e uno per «un consultatore straniero non "addetto ai lavori"» [37]. Si tratta di classi di utenti con aspettative differenziate a cui andrebbero somministrate informazioni diversificate. Da qui l'idea di approntare e di offrire una struttura dinamica e modulabile che permetterebbe a qualunque tipo di utente (esperto o non esperto) di personalizzare le informazioni e di consultare la voce a seconda delle proprie esigenze di ricerca [38]. Anche Claudio Marazzini e Ludovica Maconi si sono mostrati favorevoli a un'impostazione lessicografica nuova, capace di "staccarsi dalla forma e dalla struttura tradizionale della voce lessicografica, che appare oggi stretta e limitata" [39]. Il VoDIM, dunque, concepito come vocabolario fruibile direttamente in rete, ha il grande vantaggio di sfruttare le potenzialità della dimensione digitale, usufruendo di una piattaforma aggiornabile, espandibile, modificabile: in una parola, dinamica. Sfogliando le voci-pilota si noterà che, proprio grazie al supporto digitale, siamo in grado di fornire una sorta di "radiografia" per ogni entrata lessicale del VoDIM, una scheda dettagliata senza i limiti di spazio imposti dal cartaceo, così da avere una visione d'insieme del lemma rispetto ai linguaggi settoriali di volta in volta indagati; contrariamente – osserva Luca Serianni – la "ricchezza d'informazioni concentrate nel dizionario monovolume porta inevitabilmente a una trattazione sintetica che, da sempre, appare inadeguata per il lessico specialistico" [40].
Oltre al maggior spazio a disposizione, un altro vantaggio del VoDIM, in quanto risorsa lessicografica digitale, riguarda il tema delle combinazioni lessicali, per cui si potrebbe valutare una "larga apertura a registrare, annotandole nel metatesto dopo aver elaborato le co-occorrenze statistiche con il contributo dell'analisi computazionale, le solidarietà lessicali e le collocazioni. Accanto all'ambiente sintagmatico di una parola [...] si potrà così esplorare e apprezzare l'ambiente testuale di un termine tecnico-scientifico. Una funzione che permetta di capire in quali tipi di testo un termine ricorre preferibilmente, cioè in modo statisticamente significativo, consentirà al lettore non linguista di valutare la dimensione diafasica e diamesica del suo uso concreto [...]" [41].
Resta un ultimo argomento di riflessione, quello relativo al lavoro del redattore. Qualora si decida di approvare una struttura alquanto robusta per la stesura del VoDIM, si renderà necessario disporre di un percorso di compilazione semplificato, al fine di non compromettere la fattibilità del progetto: occorrerà ottimizzare e velocizzare il compito del redattore mediante l'utilizzo delle risorse digitali attualmente accessibili, quindi corpora, banche dati e repertori lessicografici. Tutto ciò sarà realizzabile grazie alla "stazione lessicografica" [42], uno strumento preziosissimo tramite cui il redattore sarà in grado di consultare simultaneamente i principali dizionari online (GDLI [43], Tommaseo online [44], Treccani [45], Il Nuovo De Mauro [46] ecc.), i corpora VoDIM e CoLIWeb [47], Archidata [48], nonché un'altra serie di banche dati e corpora (es. l'archivio della "Repubblica" [49]). In tal modo, le voci del VoDIM potranno essere costruite con un numero considerevole di dati e di fonti autorevoli senza il rischio di rallentare il lavoro. Per giunta, in attesa di ulteriori sviluppi del progetto, non escludiamo l'idea di considerare altri tipi di collegamento da aggiungere a quelli attualmente in via di realizzazione: si pensi, ad esempio, ai testi digitalizzati di Google Libri per le retrodatazioni o a qualunque altra tipologia di fonte che, all'occorrenza, possa rivelarsi utile (enciclopedie, articoli ecc.) e che sia raggiungibile direttamente in rete, dando così forma a un dizionario dinamico in senso lato.
In conclusione, nell'ottica appena descritta, possiamo finalmente proiettarci "verso un grande vocabolario dinamico digitale, pensato per la Rete, con rimandi ipertestuali a più risorse elettroniche" [50].
4. Proposta di voci per la lingua dell'arte
La selezione di quindici voci campione è stata realizzata con l’intento di verificare se la struttura descritta nei paragrafi precedenti potesse risultare adeguata alla redazione lessicografica di termini artistici e, al contempo, funzionale a ogni categoria grammaticale considerata (cfr. § 2.2); quindi è stato scelto almeno un esempio per ciascuna delle seguenti categorie: sostantivi, aggettivi, verbi, avverbi, locuzioni.
Tramite il programma AntConc [51] è stato possibile generare una lista di tutte le forme presenti nei testi di arte contenuti nel corpus VoDIM e ordinare tali forme in base alla frequenza (il cui numero si trova indicato accanto a ogni forma). Da questa lista, proprio in relazione alla frequenza, si è deciso di estrapolare una serie di voci con un numero di occorrenze diversificato, selezionando sia quelle con un alto numero di occorrenze, sia quelle con una frequenza decisamente ridotta (si veda, per esempio, il lemma zonare, presente in un solo autore all’interno del corpus VoDIM).
Dal punto di vista lessicale, invece, sono stati individuati – fra gli altri – lemmi con rapporti semantici (es. abbozzo e schizzo) o semantico-formali (es. arte astratta e astrattismo) in grado di far emergere elementi di confronto di vario interesse (sfumature semantiche, maggiore o minore frequenza, ecc.).
Le voci scelte e presentate nelle prossime pagine sono le seguenti: abbozzo, acquerellare, arte astratta, astrattismo, chiaroscurale, dripping, giallastro, guazzo, panneggio, plasticamente, retrospettiva, schizzo, screpolatura, seccativo, zonare.
ABBOZZO s.m.
0.1. abbozzo, abbozzi
0.2. Der. di abbozzare.
DELI (s.v. abbozzare1) s.m. 'forma provvisoria d’una opera' (1604, G.B. Marino)
NOC der. di abbozzare1 [1604]
0.3. Cantalamessa 1890
0.3.1. [R] Galesini 1584
Pietro Galesini, Tesoro della lingua volgar, latina, raccolto da Monsig. Pietro Galesini Protonotario Apostolico, Venezia, presso Altobello Salicato & Pacifico Pontio, 1584 (p. 401):
Disegnare, fare il primo abozzo] Delineo, as, avi, atum. Adumbro, as, avi, atum. Lineamenta duco.Disegno, abozzo] Adumbratio, onis. g.f. Conformatio rudis lineamentorum. Informata imago. [...].
0.3.2. abbozzo [50]: Ronchetti 1902 [27]; Previati 1905 [17]; Longhi 1912-1922 [3]; De Chirico 1928 [1]; Dorfles 1999 [1]; Caroli 2012 [1]
abbozzi [7]: Cantalamessa 1890 [2]; Ronchetti 1902 [1]; Previati 1905 [1]; Longhi 1912-1922 [3]0.4. Alla voce abbozzo, il Dizionario dei termini artistici di Grassi-Pepe dedica un articolo alquanto dettagliato, in cui vengono passate in rassegna alcune delle numerose interpretazioni sul concetto di abbozzo (frequentemente accostato a schizzo o a bozzetto) che, nella tradizione e nella critica d’arte, appare tutt’altro che unanime (cfr. Grassi-Pepe 1994, s.v. abbozzo).
0.5. 1. s.m. Lavoro preparatorio di un’opera d’arte in divenire (specialmente di dipinti) con cui si dà una disposizione sommaria tale da avere una costruzione d'insieme provvisoria su cui realizzare l'opera nella sua veste definitiva e compiuta.
2. s.m. (estens.) Rappresentazione di una figura con tratti intenzionalmente non delineati e non definiti nei particolari.
0.6. //
0.7. //
0.8. DIZIONARI SPECIALISTICI:
Milizia 1797: ABBOZZO non è schizzo, cioè un primo pensiero appena indicato. L’abbozzo è il primo lavoro d’un’opera già determinata, che deve servire di guida per i lavori successivi; in conseguenza vi debbon esser fissate le forme, e i colori. […]
Jaoul 1874 (Rubrica IV. Del disegno, p. 72): BOZZO, BOZZA, ABBOZZO, SBOZZO, SBOZZATURA, ABBOZZATO, ABBOZZAMENTO, ABBOZZATA la prima forma imperfetta del disegno d'un edifizio, d'una figura, o di altro che si vuole eseguire.
D.a.f. 1960: Abbozzo. Prima forma dell’opera d’arte, ma già elaborata, già in grado di dare l’idea del lavoro, quindi diversa dallo schizzo. Per il pittore, è a. il dipinto su tela già eseguito con i colori e da terminare soltanto, ad es., nei particolari; per lo scultore è a. la forma sommaria della materia, ancora da rifinire e modellare nei particolari (es. di a. altamente notevoli sono i Prigioni di Michelangelo).
Grassi-Pepe 1994: Abbozzo. Il termine A. deriva da “bernoccolo” o “bozza”, in riferimento ad un lavoro irregolare e non rifinito. L’A. rappresenta pertanto una prima realizzazione d’insieme, immediata e tecnicamente “incompiuta”, dell’opera d’arte. Per un disegno, in questo senso, è appropriato il termine schizzo in luogo di A. Quest’ultima voce prevale infatti in relazione con la pittura e la scultura; implica già un momento tecnico più complesso, che non sia l’aspetto di un disegno. […]
Ferrari 2002 (p. 9): Abbozzo. Prima realizzazione d'insieme di un'opera d'arte, allo stato preparatorio, che già contiene l'idea definitiva. Il termine differisce da ⟶ schizzo.
D.I.P.A.I. 2005 (p. 2): abbozzo sm. È l’iniziale realizzazione dell’opera già definita nell’insieme, ma ancora modificabile nei particolari. Con l’A. l’artista ha una prima visione del lavoro e può scegliere di proseguirlo perfezionandolo o modificandolo. Per un disegno si preferisce il termine SCHIZZO.
ALTRI DIZIONARI:
TLIO Ø
TB ABBOZZO [T.] Prima forma non perfetta data alle opere d'arte. [Manf.] In Pittura è il quadro colorito all'ingrosso, tanto da mostrare l'insieme e la disposizione delle parti, ma da finirsi poi tornandovi sopra con altri colori. Non dee confondersi col Bozzetto o Schizzo. Nella Scultura è la figura formata alla grossa e non finita, e così nell'Incisione è il rame condotto a tal punto che mostri l'insieme dell'opera prima che se ne trattino i particolari.
CRUSCA V abbozzo Sost. masc. Prima forma che vien data così alla grossa alle opere d’arte, Abbozzamento.
GDLI Abbozzo sm. Forma provvisoria di un’opera d’arte o dell’ingegno (che perciò ha bisogno d’essere rifinita e compiuta); prima composizione o stesura. Marino, I-42: Ricevala [la canzonetta] come abbozzo e scusi le mie imperfezioni. O. Rucellai, 2-1-11-72: L’ingegno da per sé saprà formare abbozzi bizzarri e graziosi. Baldinucci, 2-4-94: Negli quattro angoli della medesima situò quelle bozzate figure..., accordando così bene la rozzezza di quei naturali scherzi col ruvido di quegli abbozzi, che il tutto pare stato operato dalla natura medesima. [...]
GRADIT abbozzo s.m. 1 forma non ancora perfetta di un’opera d’arte: l’a. di un dipinto.
Sabatini-Coletti 2008 abbozzo s.m. 1 Prima e sommaria delineazione di qlco., stesura parziale e approssimativa. [Sin] traccia, schizzo, canovaccio, minuta: a. di un dipinto, di una scultura, [...].
TRECC 17 abbozzo s.m. - 1. […] 2. (artist.) Prima forma incompleta dell’opera d’arte, ma già in grado di suggerire l’aspetto definitivo.
DEV-OLI 18 abbozzo s.m. 1 Forma preliminare o provvisoria, per lo più a carattere sommario o schematico di un’opera, di un testo, ecc.; traccia, schizzo: l’abbozzo di una statua […].
ZING 19 abbozzo s.m. 1 stadio preparatorio dell'opera d’arte in cui è accennata la forma che l'artista intende realizzare.
CORPORA/BANCHE DATI:
Le parole dell’arte: [abbozzo:] Taccuino Europeo (Venturi); Dinamismo plastico (Boccioni); Officina ferrarese (Longhi); La pittura del Trecento nell’Italia Settentrionale (Longhi); Appendice. La questione bolognese negli affreschi del Camposanto di Pisa (Longhi). [abbozzi:] Recensione: E. Fromentin, Correspondence et fragments inédits, Paris, 1912 (Longhi); Mattia Preti (Critica figurativa pura) (Longhi).
1. s. m. Lavoro preparatorio di un’opera d’arte in divenire (specialmente di dipinti) con cui si dà una disposizione sommaria tale da avere una costruzione d'insieme provvisoria su cui realizzare l'opera nella sua veste definitiva e compiuta.
Cantalamessa 1890 (pp. 150-151): E perchè fermarsi con compiacenza a descrivere l'ultimo periodo della vita di Guido, periodo infelice, in cui il maestro, pei bisogni sempre crescenti dell'immedicabile vizio del giuoco, fu sì fertile di mezze figure abborracciate frettolosamente, spesso fatte da altri e da lui appena ritocche e, purtroppo, lasciate andare col suo nome, fecondo di abbozzi slavati sopra fondo color d'ardesia, in cui la destrezza della mano non compensa la vanità dell'idea e l'assenza di una viva percezione della natura?
Ronchetti 1902 (pp. 273-274): Nella disposizione dell'abbozzo evitate di stendere strati di colore eccessivamente spesso, ma attenetevi al grado di consistenza, che basta per coprire il fondo senza formare ineguaglianze di pennellate. Nell'abbozzo le tinte devono portare poca materia gommosa, la quale si ridurrà alla quantità necessaria per fissare il colore […]
Previati 1905 (p. 8): Tutti gli storici e biografi concordano nell'asserire che Tiziano ritornasse molte volte sugli abbozzi per lunghissimo tempo e le sue sovrapposizioni di colori e la maestria di quei tocchi decisi che risolvono l'opera e danno l'illusione di un lavoro venuto di getto e così conservato come fosse uscito ieri dalle mani del maestro siano soltanto il riassunto della intensa e perseverante osservazione del vero e della faticosa elaborazione del pennello che sole conducono alle eccelse vette dell'arte.
De Chirico 1928 (p. 28): Ultimamente ancora sono riuscito a dipingere un autoritratto grande al vero in poche ore e senza che la pittura sembri un abbozzo.
2. s.m. (estens.) Rappresentazione di una figura con tratti intenzionalmente non delineati e non definiti nei particolari.
Caroli 2012 (p. 74): [...] quella di sinistra è un groviglio monocromo di segni e di macchie; quella di destra è una testa, un abbozzo di testa in cui è però riconoscibile un’espressione assorta, trasognata.
ACQUERELLARE v. tr.
0.1. acquerellare, acquerellati
0.2. Der. di acquerello
NDELI (s.v. acqua) acquerellàre, v. tr. 'dipingere all'acquerello' (1770, G. Targioni Tozzetti; acquarellare: 1922, Zing.)
NOC Ø
DEI Ø
0.3. Ronchetti 1902
0.3.1. [R] Crusca IV (1729-1738), vol. I, p. 49, s.v. acquerellare:
ACQUERELLARE. Termine di pittura, vale Toccare i disegni con acquerelli. v. ACQUERELLO.
0.3.2. acquerellare [9]: Ronchetti 1902
acquerellati [2]: Argan 1969
0.4. //
0.5. 1. v. tr. Dipingere con la tecnica dell'acquerello.
0.6. //
0.7. acquerello
0.8. DIZIONARI SPECIALISTICI:
Milizia 1797: Ø
Jaoul 1874 (Rubrica IV. Del Disegno, p. 75): Acquerellare, Acquarellare colorire i disegni con acquerello. Il dare le ombre ai disegni d'architettura con l'inchiostro della Cina, o con la sepia.
D.a.f. 1960: Ø
Grassi-Pepe 1994: Ø
Ferrari 2002: Ø
D.I.P.A.I. 2005: Ø
ALTRI DIZIONARI:
TLIO Ø
TB ACQUERELLARE. V. n. (Pitt.) Toccare o Adombrare i disegni con acquerello. Targ. Viagg. 4. 150. (C) Non se ne può gia far uso (d'un certo lapislazzuli) per colorare a olio… forse sarebbe buono per acquerellare.
CRUSCA V ACQUERELLARE. Att. Term. de' Pittori. Toccare o Adombrare i disegni con acquerello.
GDLI Acquerellare (anche acquarellare), tr. Eseguire una pittura, uno schizzo, ad acquerello. - Anche assol. Targioni Tozzetti, 12-4-180: Non se ne può già far uso [d’un certo lapislazzolo] per colorire a olio... forse sarebbe buono per acquerellare. Ojetti, I-777: Gli aveva chiesto d’acquarellargli un disegno per un cuscino di fiori. C. E. Gadda, 5-193: Tutte le vere signorine... sapevano anche acquarellare dei pascoli, con delle mucche riprodotte alla perfezione.
GRADIT acquerellare, v. tr. CO dipingere, colorare ad acquerello
Sabatini-Coletti 2008 acquerellare o acquarellare v. tr. non com. Eseguire un dipinto ad acquerello: a. un paesaggio
TRECC 17 acquerellare (o acquarellare) v. tr. - (artist.) Dipingere o colorare all’acquerello. Part. pass. acquerellato, anche agg.
DEV-OLI 18 acquerellare (o acquarellare) v. tr. PITT. Dipingere all'acquerello
ZING 19 acquerellare o acquarellare v. tr. (raro) 'dipingere all'acquerello'
CORPORA/BANCHE DATI:
Le parole dell'arte: Ø
1. v. tr. Dipingere con la tecnica dell'acquerello.
Ronchetti 1902 (pp. 263-264): Alcuni presentemente nell'acquerellare i fiori si attengono a questo modo. Disegnato che hanno il contorno a sottili tratti di matita, umettata la carta stesa sulla tavoletta, cominciano ad abbozzare con tinta neutra.
Argan 1969 (p. 327): Dal punto di vista grafico, infatti, i disegni guariniani sono accuratissimi: tracciati a penna e acquerellati, debbono considerarsi veri e propri progetti esecutivi, che non lasciano margine ad incertezze, interpretazioni, varianti.
ARTE ASTRATTA loc.s.f.
0.1. arte astratta
0.2. //
0.3. Fontana 1935
0.3.1. Marinetti 1917
Filippo Tommaso Marinetti, Noi rinneghiamo i nostri maestri simbolisti ultimi amanti della luna, 1917 (cfr. Le parole dell'arte)
0.3.2. arte astratta [24]: Fontana 1935 [2], 1951 [1]; Venturoli 1965 [4]; Dorfles 1976 [5]; Boatto 1998 [1]; Dorfles 1999 [4]; Pinelli 2009 [3]; Chelli 2010 [1]; Caroli 2012 [1]; Sgarbi 2012 [2]
0.4. //
0.5. 1. loc.s.f. Tendenza artistica che, contrariamente all'arte figurativa, sceglie di esprimersi e di comunicare mediante opere pittoriche, scultoree o architettoniche prive di referenti immediatamente o direttamente attribuibili alla realtà sensibile da cui tali opere possono allontanarsi con un grado di astrazione parziale o totale.
0.6. //
0.7. pittura astratta, opera astratta, astrattismo, arte astratto-geometrica, arte figurativa, figurativismo
0.8. DIZIONARI SPECIALISTICI:
Milizia 1797: Ø
Jaoul 1874: Ø
D.a.f. 1960: Ø
Grassi-Pepe 1994: Astratta, Arte. Nel linguaggio critico contemporaneo con l'espressione arte A. - o "Astrattismo" - si indicano quelle manifestazioni artistiche che rifiutano il riferimento ad ogni elemento naturalistico, astraendo l'artista da qualsiasi richiamo a forme desunte dall'esperienza del reale; [...].
Ferrari 2002 (p. 17): ARTE ASTRATTA. Arte che si oppone a una rappresentazione verosimile, oggettiva, mimetica o illusionistica (tridimensionale) della realtà; utilizza invece forme geometriche o di pura fantasia che non descrivono fenomeni, accetta la bidimensionalità della tela, si oppone alla prospettiva, e al trompe-l'œil, e realizza composizioni che non hanno corrispondenza diretta nel mondo oggettuale. Poiché molte opere astratte non contengono figure né oggetti riconoscibili, il titolo è indispensabile per avvicinarsi all'atmosfera evocata.
D.I.P.A.I. 2005 (p. 28): Astratta, Arte. Espressione che è più utilizzata dalla critica del Novecento e del Duemila in contrapposizione alla visione estetica di altre epoche. Si riferisce ad ogni manifestazione artistica contemporanea che vuole rappresentare la realtà in maniera diversa da come appare ai sensi umani, cioè in maniera non-figurativa. Nata intorno al 1910, si afferma nel periodo tra le due guerre. Sinonimo di ASTRATTISMO.
ALTRI DIZIONARI:
TLIO Ø
TB Ø
CRUSCA V Ø
GDLI (s.v. astratto) [...] 7. Che non ha riscontro nelle consuete forme della realtà sensibile; di aspetto irreale. [...] - Arte astratta: astrattismo. - Pittura, scultura astratta: non figurativa, che prescinde da rapporti di rappresentazione della realtà sensibile.
GRADIT (s.v. astratto) ~ arte astratta loc. s.f. TS arte 'quella basata sul rifiuto di ogni forma di rappresentazione pittorica o plastica che abbia diretto riferimento all'esperienza sensibile'
Sabatini-Coletti 2008 (s.v. astratto) 1 [...] || l'arte a., l'astrattismo [...]
TRECC 17 (s.v. astratto) 1 a. [...] b. Che non ha contatto diretto con la realtà: [...] arte a., espressione con la quale si indica tutta l’arte moderna non figurativa; [...]
DEV-OLI 18 (s.v. astratto) 2 arte Ispirato all’astrattismo; eseguito secondo i principi dell’astrattismo: arte astratta [...]
ZING 19 Ø
CORPORA/BANCHE DATI:
Le parole dell'arte: Rinneghiamo i nostri maestri (Marinetti); Unicità della creazione panplastica (Bragaglia).
1. loc. s.f. Tendenza artistica che, contrariamente all'arte figurativa, sceglie di esprimersi e di comunicare mediante opere pittoriche, scultoree o architettoniche prive di referenti immediatamente o direttamente attribuibili alla realtà sensibile da cui tali opere possono allontanarsi con un grado di astrazione parziale o totale.
Dorfles 1999 (pp. 221-222): Arte astratta: con questo termine di solito si indica tutta l'arte moderna che non sia esplicitamente figurativa, ossia tanto quella che "astrae" da una immagine figurale deformandone e modificandone gli elementi essenziali, quanto quella decisamente non-oggettiva, non-rappresentativa, ossia che si vale esclusivamente di forme e colori che non hanno alcuna attinenza con figure e forme del mondo esterno.
Pinelli 2009 (p. 26): Quest'asserzione di Whistler è stata forse la prima formulazione teorica di quella che sarebbe presto divenuta una delle più grandi avventure dell'arte moderna: l'avventura dell'arte astratta, intesa come rappresentazione di ciò che non fa parte della realtà fenomenica e dunque è oltre la soglia del visibile, oltre l'apparenza.
Sgarbi 2012 (p. 8): L'arte astratta di cui chiunque conosce qualche esempio ha in una certa epoca caratteristiche precise, e questo permette, vedendo un dipinto di Mondrian, di capire che non si è nel Rinascimento o nel Romanticismo, bensì tra il 1915 e il 1940. Un'opera astratta, non avendo referenti nella realtà, appare incomprensibile, eppure è spesso più comprensibile di un'opera figurativa, la quale presuppone una conoscenza storica specifica.
ASTRATTISMO s.m.
0.1. astrattismo
0.2. Deagg. di astratto con -ismo
NDELI (s.v. astrarre) astrattismo, s.m. [...] 'corrente artistica contemporanea che tende ad astrarre da ogni rappresentazione delle forme della realtà sensibile' (1930-42, A. Soffici; "parola non del tutto nuova, in pittura (ed anche in scultura e in arte in genere), ma di uso frequente ora e più decisamente polemica da due o tre anni a questa parte, specialmente dopo le discussioni suscitate dalla Biennale Veneziana del 1948": Menarini Profili) [...].
NOC s.m. [prima del 1905], der. di astratto, sul modello del fr. abstractisme
DEI m., XX sec., [...]; neologismi costruiti nel linguaggio tecnico da 'astratto'.
0.3. Longhi 1912-1922 [1913]
0.3.1. //
0.3.2. astrattismo [78]: Longhi 1912-22 [2]; Fontana [3: 1949/1951/1954]; Venturoli 1965 [25]; Brandi 1966 [10]; Dorfles 1976 [11]; Dorfles 1999 [20]; Vettese 2012 [4]; Daverio 2012 [3]
0.4. //
0.5. 1. s.m. Corrente artistica nata nel primo decennio del Novecento caratterizzata da opere d'arte (pittoriche, scultoree, architettoniche) svincolate dalla rappresentazione figurativa della realtà, secondo modalità parziali o totali: l'espressività artistica è affidata completamente a colori, forme e materiali.
0.6. ~ Combinazioni lessicali: geometrico, a. non geometrico, a. geometrizzante, a. informale, a. lirico, a. non figurativo, a. storico
0.7. arte astratta, pittura astratta, figurativismo, arte figurativa
0.8. DIZIONARI SPECIALISTICI:
Milizia 1797: Ø
Jaoul 1874: Ø
D.a.f. 1960: Ø
Grassi-Pepe 1994: Astrattismo, rinvio ad Arte Astratta.
Ferrari 2002 (p. 19): Astrattismo. Fra le tendenze artistiche del Novecento, quella astratta (o non figurativa) rappresenta il culmine di un processo, un punto di arrivo che coinvolge moltissimi artisti provenienti dalle esperienze più disparate. L'abbandono della > mimesis, perseguito già dai > cubisti, trova ora un ulteriore sviluppo grazie a una progressiva semplificazione del linguaggio, che si serve di forme elementari, la linea e il colore puro, sempre più distaccate dalla realtà e prive di elementi riconoscibili. Questo radicalismo stilistico produce quel fenomeno tipico per cui, di fronte a opere astratte, non siamo più in grado di identificare il soggetto rappresentato, come invece avviene per le opere del passato, in cui il tema è solitamente comprensibile. L'astrazione si basa infatti sul presupposto che un'opera d'arte rappresenti un fenomeno autosufficiente, pienamente espressivo, indipendente da qualsiasi contenuto, pura emanazione dell'interiorità del suo creatore. Il grande pioniere di questa temperie è Vasilij Kandinskj [...].
D.I.P.A.I. 2005 (p. 28): Astrattismo sm. Vedi Arte ASTRATTA.
ALTRI DIZIONARI:
TLIO Ø
TB Ø
CRUSCA V Ø
GDLI [...] 2. Corrente artistica contemporanea che proclama la necessità per le arti di abbandonare ogni rapporto di rappresentazione della realtà esteriore e sensibile, per la creazione di forme e di valori cromatici quale nuova e più concreta realtà. Soffici, 5-312: Il realismo...si trova all'origine di ogni risorgimento dell'arte medesima; così come dal suo contrario: l'astrattismo, il simbolismo, l'accademismo, ne deriva invariabilmente la decadenza.
GRADIT 1. TS arte [1942] orientamento artistico che a partire dal primo decennio del Novecento concepisce l'opera d'arte figurativa come realtà autonoma rispetto alla realtà sensibile
Sabatini-Coletti 2008 s.m. Movimento artistico del XX sec. che rifiuta il realismo in favore della creazione di forme puramente volumetriche e cromatiche'
TRECC 17 s.m. - (artist.) Indirizzo dell'arte moderna che convoglia varie correnti sorte in Europa nei primi decenni del Novecento e mira a esprimere le emozioni solo attraverso la forma e il colore, escludendo ogni rappresentazione figurativa del mondo sensibile.
DEV-OLI 18 s.m. arte Indirizzo dell’arte moderna che esclude ogni rapporto del prodotto artistico con gli aspetti del mondo sensibile, fondandosi esclusivamente sul linguaggio autonomo delle forme e dei colori
ZING 19 1 in pittura e scultura, assenza di qualsiasi riferimento alla realtà oggettiva CONTR. figurativismo. 2 corrente artistica del Novecento che tende ad astrarre da ogni rappresentazione delle forme della realtà sensibile
CORPORA/BANCHE DATI:
Le parole dell'arte: Mattia Preti (Critica figurativa pura) (Longhi); Ricostruzione futurista dell'universo (Balla-Depero); Fondamento lineare geometrico (Notte-Venna); La ceramica futuristica (d'Albisola-Marinetti); Illusionismo plastico di guerra (Marinetti-Crali-Bagnaresi)
1. s.m. Corrente artistica nata nel primo decennio del Novecento caratterizzata da opere d'arte (pittoriche, scultoree, architettoniche) svincolate dalla rappresentazione della realtà, secondo modalità parziali o totali: l'espressività artistica è affidata completamente a colori, forme e materiali.
Venturoli 1965 (p. 51): Una specie di sottrazione del superfluo, dell'apparente, una sorta di nobilitazione plastica della realtà sensibile, senza che questa si annulli in una entità fuori di essa. Il maestro, se aspirò sempre a dare la misura di una astrazione della realtà o di un suo personaggio o di un suo episodio, non si fece mai travolgere dalla febbre intellettuale di parecchi suoi colleghi: la avanguardia per l'avanguardia, l'astrattismo come fine, anziché come mezzo.
Dorfles 1976 (p. 205): Anche l'Italia, come la Germania, la Francia, gli Usa, è passata in questo dopoguerra attraverso alcuni stadi evolutivi ben identificabili, eppure tra di loro sfumati, che si possono, grosso modo, ricondurre ad una prima affermazione dell'astrattismo e ad un rifiuto della figuralità, nell'immediato dopoguerra, cui è seguita una successiva dicotomia delle correnti pittoriche e plastiche in due distinti filoni [...].
Dorfles 1999 (p. 18): Ma non si tratta più di quell’astrattismo geometrico e costruttivista (di cui vedremo una ripresa in alcune recenti correnti op e hard-edge), né di quell’astrattismo post-cubista che partiva ancora da un embrione di immagine presa a prestito dal mondo esterno; ormai la pittura si è liberata dalla rappresentatività naturalistica salvo negli effimeri tentativi dell'iperrealismo americano, e anche dai rigori della geometria costruttivistica.
Vettese 2012 (pp. 27-28): Quest’attenzione è invece propria del Novecento, anche grazie alla nascita della psicoanalisi: l'Interpretazione dei sogni di Sigmund Freud uscì nel 1900 e II motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio, che spiega molto della creazione artistica, cinque anni dopo. Proprio questa attenzione al sentire interiore ha agevolato la strada all’astrattismo non geometrico: intesa come diretta emanazione del sé, l’opera non ha più avuto bisogno di rappresentare necessariamente qualcosa e hanno potuto diffondersi tecniche come la scrittura automatica e incontrollata, la libera associazione delle immagini, la pennellata gestuale che è al contempo emanazione del corpo e dell'inconscio dell’autore.
CHIAROSCURALE agg.
0.1. chiaroscurale, chiaroscurali
0.2. Da chiaroscuro con -ale.
NDELI (s.v. chiaro) chiaroscurale, agg. 'che è ottenuto per mezzo del chiaroscuro' (1941, Voc. Acc.)
NOC Ø
0.3. Longhi 1912-22 [1913]
0.3.1. Longhi 1913 {= 0.3.}
Roberto Longhi, Mattia Preti (Critica figurativa pura), In "La Voce", V (1913), n. 41, 1913 (cfr. Le parole dell'arte)
0.3.2. chiaroscurale [21]: Longhi 1912-22 [5]; Venturoli 1965 [11]; Argan 1969 [1]; Pinelli 2009 [1]; Chelli 2010 [3]
chiaroscurali [8]: Longhi 1912-22 [2]; Venturoli 1965 [2]; Argan 1968 [1]; Dorfles 1976 [1]; Dorfles 1999 [1]; Pinelli 2009 [1]
0.4. //
0.5. 1. agg. Che produce graduazioni e sfumature di luce e di ombra tramite la tecnica del chiaroscuro; che è caratterizzato dalla tecnica del chiaroscuro.
0.6. ~ Combinazioni lessicali: contrasto c., effetto c., modulazione c.
0.7. //
0.8. DIZIONARI SPECIALISTICI:
Milizia 1797: Ø
D.a.f. 1960: Ø
Grassi-Pepe 1994: Ø
Ferrari 2002: Ø [l'aggettivo chiaroscurale non compare a lemma, ma è utilizzato nella formulazione della definizione di schizzo]
D.I.P.A.I. 2005: Ø
ALTRI DIZIONARI:
TLIO Ø
TB Ø
CRUSCA V Ø
GDLI agg. Che si riferisce al chiaroscuro, che presenta chiaroscuri; ottenuto con la tecnica del chiaroscuro. Sinisgalli, 6-235: Non si distinguono più i volti di queste statue chiaroscurali dannate a una pena perpetua che le rode con la lentezza di certe consunzioni geologiche.
GRADIT agg. 1 ts arte relativo al chiaroscuro: tecnica c. | ottenuto con il chiaroscuro: rilievo c., plasticità c.
Sabatini-Coletti 2008 agg. Basato sul chiaroscuro: effetti, gradazioni c.
TRECC 17 agg. - Ottenuto mediante il chiaroscuro: contrasto chiaroscurale.
DEV-OLI 18 agg. Diretto ad evidenziare forme e rilievi per mezzo della tecnica del chiaroscuro
ZING 19 agg. che è ottenuto per mezzo del chiaroscuro: gradazioni chiaroscurali; modellato chiaroscurale
CORPORA/BANCHE DATI:
Le parole dell'arte: [chiaroscurale:] Mattia Preti (Critica figurativa pura) (Longhi), Ampliamenti nell'Officina ferrarese (Longhi), Il tramonto della pittura medioevale nell'Italia del Nord (Longhi). [chiaroscurali:] Officina Ferrarese (Longhi); Spara cantando - Canzonemanifesto (Marinetti); Il tramonto della pittura medioevale nell'Italia del Nord (Longhi)
1. agg. Che produce graduazioni e sfumature di luce e di ombra tramite la tecnica del chiaroscuro; che è caratterizzato dalla tecnica del chiaroscuro.
Longhi 1913 (p. 36): [...] l'elemento veramente stilistico della creazione Pretiana, epperciò il maggior titolo del nostro alla gloria, non potrebbe esser che un solo: la luce. Intendiamoci. Non l'astrattismo chiaroscurale fiorentino che lascia agir la linea a suo talento, da un tralcio all'altro delle sue vibrazioni perpetue, ma la luce che saettando con un violentissimo partito laterale presuppone l'ombra che abbranchi tutto il fondo della scena e l'imbruni, lasciando soltanto alle masse di maggior rilievo la possibilità di giungere al piano luminoso.
Argan 1969 (p. 282): Sulla facciata di Campitelli vi sono mezze-colonne addossate ai pilastri, colonne incassare negli angoli dei rincassi, colonne libere nel corpo mediano: così le colonne, non soltanto concretano plasticamente le situazioni prospettiche chiaramente indicate dal taglio dei cornicioni e del frontone, ma con l'uniforme rotondità dei fusti traducono in modulazione chiaroscurale, i forti contrasti di sporgenze e rientranze.
Pinelli 2009 (p. 72): Ma di fatto, nell'ambito della storia dell'arte, il Barocco è divenuta la categoria storico-critica con cui si designa l'arte del Seicento, ed in particolare quelle opere che sono animate da una travolgente vena espressiva e in cui prevale l'immaginazione, la spettacolarità, il dinamismo e l'esibizione di virtuosismo tecnico. Opere che spezzano l'equilibrio classicista, movimentando le composizioni con drammatici contrasti chiaroscurali e una policromia varia e sontuosa.
DRIPPING s. m. inv.
0.1. dripping
0.2. Voce inglese, trad. 'sgocciolamento' (dal verbo to drip 'sgocciolare')
NDELI Ø
NOC Ø
DEI Ø
0.3. Brandi 1966
0.3.1. //
0.3.2. dripping [13]: Brandi 1966 [1]; Dorfles 1976 [4]; Dorfles 1999 [5]; Daverio 2012 [1]; Vettese 2012 [2]
0.4. //
0.5. 1. s.m.inv. Pratica pittorica in base alla quale il pittore, dal recipiente o dal pennello, fa colare o sgocciolare la vernice o il colore direttamente su tela (o su altro supporto) in modo per lo più casuale.
0.6. //
0.7. //
0.8. DIZIONARI SPECIALISTICI:
Milizia 1797: Ø
Jaoul 1874: Ø
D.a.f. 1960: Ø
Grassi-Pepe 1994: Voce inglese (to drip 'sgocciolare'), con la quale si indica il procedimento, realizzato per primo da Max Ernst durante il suo soggiorno americano e ripreso nel 1947 dal pittore statunitense J. Pollock, di versare, o "gocciolare", i colori sulla tela disposta per terra, direttamente dal tubo o dal barattolo, abolendo la tradizionale stesura col pennello, in una disposizione affidata prevalentemente al caso; tale tecnica ha poi avuto largo seguito in specie tra i pittori dell'Action painting (v.).
Ferrari 2002 (p. 54): Dripping Dal verbo inglese to drip, sgocciolare. Tecnica che consiste nell'utilizzo di sgocciolature e spruzzi di colore sulla tela distesa per terra, lasciando un certo margine al caso. Fu molto usata dai pittori surrealisti, Max Ernst per esempio, (⟶ surrealismo) e da Jackson Pollock (⟶ informale).
D.I.P.A.I. 2005: Ø
ALTRI DIZIONARI:
TLIO Ø
TB Ø
CRUSCA V Ø
GDLI (Suppl. 2004): sm. Invar. (anche plur. drippings). Tecnica pittorica consistente nel far sgocciolare i colori sulla tela. Anche: l'opera realizzata con tale tecnica. Zevi, 400: Nell'ultimo decennio della sua vita, dal 1946 al '56, Jackson Pollock azzera ogni tecnica precedente col 'dripping', cioè sgocciolando e spruzzando colori su tele orizzontali. [...]
GRADIT s.m. inv. es ingl. ts pitt. tecnica pittorica consistente nel far sgocciolare i colori sulla tela. sinonimi: sgocciolamentoSabatini-Coletti 2008 s.m. inv. Tecnica artistica che consiste nel far gocciolare i colori sulla tela stesa a terra
TRECC 17 s. ingl. [...] usato in ital. al masch. - (artist.) Tecnica pittorica consistente nel fare sgocciolare i colori dall'alto sulla tela stesa per terra.
DEV-OLI 18 s.m. invar. pitt. Tecnica pittorica consistente nel lasciar sgocciolare i colori dall’alto sulla tela stesa per terra, in modo da realizzare macchie o linee apparentemente casuali, senza l’uso di pennelli
ZING 19 s. m. inv. tecnica pittorica consistente nel far sgocciolare i colori sulla tela, in modo da dar vita a forme apparentemente casuali
CORPORA/BANCHE DATI:
Le parole dell'arte: Ø
1. s.m.inv. Pratica pittorica in base alla quale il pittore, dal recipiente o dal pennello, fa colare o sgocciolare la vernice o il colore direttamente su tela (o su altro supporto) in modo per lo più casuale.
Brandi 1966 (p. 148): [...] il pittore ha rinunziato alla sua posizione privilegiata di autore unico, ed è passato dalla parte dello spettatore. [...] e cioè attraendo lo spettatore in una pittura che è evento in atto. Non nella pittura come travaglio creativo (come ad esempio sono i disegni che lasciano in vista le varie fasi d’elaborazione dell’immagine) ma come azione in svolgimento, evento tuttora in corso. Donde il dripping nell'action-painting o gli strappi, i tagli, i sobbollimenti, i rammendi, i buchi in Fontana o in Burri.
Dorfles 1999 (p. 224): Dripping: questo sistema di dipingere (letteralmente: sgocciolamento) fu “inventato” per la prima volta da Max Ernst durante il suo soggiorno americano, e in seguito fu adottato soprattutto da Pollock a partire dal 1946. Consiste nel lasciar sgocciolare i colori o le vernici direttamente sulla tela in maniera che possano disporsi, almeno parzialmente, guidati dal caso.
Vettese 2012 (p. 60): La lingua inglese ha un suffisso ("-ing") che ben esprime queste operazioni o eventi in divenire: associato a un verbo o a un nome, esso dà subito l’idea di qualcosa che si definisce nel tempo. Pensiamo, ad esempio, al dripping, che allude, dalla pratica di Jackson Pollock in avanti (senza però dimenticare il ruolo pionieristico dei surrealisti), a una gestualità pittorica automatica e casuale che invade la tela come una scrittura continua; [...].
GIALLASTRO agg., s.m.
0.1. giallastro, giallastri, giallastra, giallastre
0.2. Da giallo con -astro.
NDELI (s.v. giallo) agg. ‘tendente al giallo’ (1598, Florio)
NOC (s.v. giallo) giallastro agg. [sec. XVI]
DEI (s.v. giallo): XVIII sec.
0.3. Boito 1877
0.3.1. Zibaldone da Canal 1310/30 (venez.) (cfr. TLIO)
0.3.2. giallastro [12]: Boito 1877 [2]; Ronchetti 1902 [7]; Previati 1905 [2]; Longhi 1912-22 [1]
giallastri [1]: Previati 1905 [1]
giallastra [10]: Ronchetti 1902 [9]; Previati 1905 [1]
giallastre [7]: Ronchetti 1902 [5]; Pinelli 2009 [2]
0.4. Come si può notare dalle corrispondenze lessicografiche, non tutti i dizionari dell'uso registrano la funzione sostantivale di giallastro (ma solo quella aggettivale, più frequente).
Per un approfondimento sull'alterazione degli aggettivi, anche in riferimento ai colori, si veda Maria Grossmann - Franz Rainer (a cura di), La formazione delle parole in italiano, Tübingen, Niemeyer, 2004, pp. 444-448.
0.5. 1a. Di colore tendente al giallo, talvolta privo di brillantezza.
1b. s.m. Il colore che tende al giallo, con possibili effetti opachi o spenti.
0.6. //
0.7. Cromonimi {?}
0.8. DIZIONARI SPECIALISTICI:
Milizia 1797: Ø
Jaoul 1874: Ø
D.a.f. 1960: Ø
Grassi-Pepe 1994: Ø
Ferrari 2002: Ø
D.I.P.A.I. 2005: Ø
ALTRI DIZIONARI:
TLIO GIALLASTRO agg. ‘che tende a un giallo spento’
TB GIALLASTRO Agg. Tendente a un giallo non bello, non vivo. (Gh.) [G.M.] Viso giallastro, Pelle giallastra. 2. E a modo di Sost.
CRUSCA V giallastro. Add. Che ha del giallo, Pendente al giallo […] § In forza di Sost. Colore giallastro.
GDLI Giallastro, agg. Che tende a un giallo spento o torbido. […] 3. Sm. Colore giallo spento
GRADIT giallastro agg., s.m. co agg. di colore giallo opaco e spento; [...] | s.m. tale colore
Sabatini-Coletti 2008 giallastro agg., s.: agg. Tendente sgradevolmente al giallo [Sin] gialliccio: acqua, pelle g.; s.m. Colore g.
TRECC 17 giallastro agg. [der. di giallo]. – Che tende a un giallo non bello, smorto [...].
DEV-OLI 18 giallastro agg. Tendente a un giallo spento o smorto: un viso giallastro
ZING 19 giallastro agg. tendente al giallo, ma smorto, senza luce [...]
CORPORA/BANCHE DATI:
Le parole dell'arte: [giallastro:] Giorgione - Opere certe (Cavalcaselle); Francesco e Girolamo dai Libri (Cavalcaselle); Girolamo Mocetto (Cavalcaselle); Lorenzo Lotto (Cavalcaselle); Ercole Roberti Grandi (Cavalcaselle); Taccuino "Europeo" (Venturi); Architettura Futurista (Poggi). [giallastra:] Giorgione - Opere certe (Cavalcaselle); Lorenzo Lotto (Cavalcaselle); Opere dubbie artisti minori (Cavalcaselle). [giallastri:] Giorgione - Opere certe (Cavalcaselle). [giallastre:] Giorgione - Opere certe (Cavalcaselle).
1a. agg. Di colore tendente al giallo, talvolta privo di brillantezza.
Boito 1877 (p. 391): Le espressioni sono puerili e ingenue, ma il colorito delle carni, massime nelle ombre, troppo giallastro.
Pinelli 2009 (p. 112): [...] Gentile si è preoccupato di trattare l'area centrale della stella con una granitura che la rende particolarmente splendente, ma via via che ci si allontana dal centro la luce si fa meno intensa grazie ad un'apposita stesura di resine giallastre con cui il pittore ha volutamente attenuato lo splendore dell'oro sottostante.
1b. s.m. Il colore che tende al giallo, con possibili effetti opachi o spenti.
Ronchetti 1902 (p. 266): Aggiungete a questa tinta del cinabro e del minio, e disponete le nubi, lumeggiandole con massicotto e bianco, facendo predominare la tinta nel giallastro, o nel rossastro, a secondo dell'effetto voluto.
GUAZZO s.m.
0.1. guazzo, guazzi
0.2. DEI guazzo1 [...] XVI sec., dipingere a –, a tempera; passato in questo senso al fr. gouache (a. 1752, pitt.); v. di origine sett., lat. aquātio, -ōnis provvisto d'acqua, incontratosi con 'guado'.
0.3. Ronchetti 1902
0.3.1. Pino 1548
Paolo Pino, Dialogo di pittura di Messer Paolo Pino nuovamente dato in luce, 1548 (cfr. Le parole dell'arte)
0.3.2. guazzo [16]: Ronchetti 1902 [7]; Previati 1905 [5]; Chelli 2010 [4]
guazzi [3]: Venturoli 1965 [2]; Dorfles 1999 [1]
0.4. Come si può osservare dal campo delle corrispondenze (8.), alcuni dizionari moderni riportano il francesismo gouache – fra l'altro prestito di ritorno (cfr. 0.2.) – come equivalente sinonimico di guazzo (il GRADIT addirittura rinvia al lemma gouache per il significato di guazzo relativo alla pittura), ma nel corpus dell'arte utilizzato per il VoDIM non si conta alcuna occorrenza del forestierismo gouache. Occorre, inoltre, una breve chiosa sul significato: dal Dizionario dei termini artistici di Grassi-Pepe apprendiamo che la tecnica della pittura a guazzo venne inizialmente accostata a quella della pittura a tempera (dal XVI al XVII secolo); solo successivamente, a partire dal Settecento, essa fu identificata come tecnica simile a quella dell'acquerello. In verità, stando alle fonti consultate (non solo lessicografiche), permangono punti di vista differenti circa le caratteristiche della tecnica a guazzo: alcuni, ad esempio, la classificano come variante della pittura a tempera; altri ne individuano differenze nelle modalità di esecuzione (cfr. Grassi-Pepe 1994, s.v. guazzo; si veda anche D.a.f. 1960 s.v. guazzo).
0.5. 1a. s.m. Tecnica pittorica simile alla tempera o all'acquerello, eseguita con colori che, oltre alla diluizione in acqua, prevedono l'aggiunta di sostanze gommose (soprattutto gomma arabica), così da ottenere una materia piuttosto pastosa che produce effetti opacizzanti.
1b. s.m. Dipinto realizzato con tale tecnica.
0.6. //
0.7. //
0.8. DIZIONARI SPECIALISTICI:
Milizia 1797: GUAZZO è una pittura fatta con colori macinati e stemperati coll'acqua carica più o meno di gomma arabica. Questo modo di dipingere ha dovuto essere il primo, perchè è il più semplice. Niente di più semplice che polverizzar terre colorate, e scioglierle nell'acqua, e così dipingere. Accorgendosi che presto sì fatte pitture cadevano, fu facile per renderle consistenti l'aggiungervi delle materie viscose, quali sono le gomme, che gli alberi somministrano in abbondanza. Questa sorte di pittura si adopera sopra qualunque corpo, e specialmente su la tela, su la pergamena, su la carta, su l'avorio. I colori poco ingommati cadon in polvere, e troppo ingommati se ne vanno in scaglie. L'uso è il maestro per evitare questi inconvenienti. Il guazzo è ben proprio per dipinger al naturale i paesaggi, per gli schizzi di composizioni grandi, per le prospettive, e per le decorazioni di teatro e di feste. Questo modo di dipingere è pronto e spedito, ma dà un poco nel secco, e nel discordante; all'incontro la Miniatura dà nel molle. Il bravo artista saprà coglier il mezzo.
Jaoul 1874 (Rubrica V. Della pittura) GUAZZO pittura fatta con colori stemperati nell'acqua di colla di carnicci. {cfr. anche ivi, p. 92, n. 144}
D.a.f. 1960: Guazzo. Tecnica pittorica analoga a quella dell'acquerello, da cui differisce non nella composizione chimica dei colori usati, ma nell'esecuzione. Valendosi infatti di colori diluiti con acqua e misti a gomma, schiariti ove occorra con l'aggiunta del bianco (cosa che nell'acquerello non avviene perchè ci si serve del bianco della pagina), si esegue la pittura a g. sia su intonaco secco, sia su carta. Oggi è usata quasi esclusivamente nella scenografia.
Grassi-Pepe 1994: Voce già in uso nel volgare italiano dal secolo XIII nel senso di acqua bassa, stagnante (DEI, 1968); estesa dal sec. XVI ad indicare una pittura realizzata mediante colori stemperati con colla e gomma e diluiti in acqua; la pittura a G. si identificò allora con la pittura a tempera (v.), o comunque con una sua varietà. Il termine già compare in autori cinquecenteschi (M. MICHIEL, 1521/1543; P. PINO, 1548; [...]; nel senso indicato continua ad essere usato nel sec. XVII [...]. Nel sec. XVIII il termine si diffonde in Francia (gouache); ma viene assumendo un significato diverso, riferendosi ad una tecnica simile a quella dell'acquerello (v.), usata prevalentemente per scopi decorativi, di cui si ebbero esempi di grande qualità proprio della Francia del Settecento. [...]
Ferrari 2002 (p. 70): Guazzo. Tipo di tempera che usa, come l'acquarello, colori diluibili in acqua con aggiunta di gomma arabica (resina d'acacia) per saldare il colore al supporto. Rispetto all'acquarello, nel guazzo si usa un colore più pastoso, e il bianco e le lumeggiature si ottengono usando il colore bianco. La materia per colorare, essendo mescolata al bianco, è più vischiosa che nell'acquarello e simile alla tecnica a olio. Il guazzo fu una tecnica molto usata in Francia dalla seconda metà del XVIII secolo.
D.I.P.A.I. 2005 (p. 129): guazzo sm. Pittura realizzata con colori stemperati con colla, gomma e diluiti con acqua. In passato sinonimo di pittura a TEMPERA.
ALTRI DIZIONARI:
TLIO Ø signif. art.
TB s.m. [...] 5. (Pitt.) [Mil.] Guazzo. Genere di pittura fatta con colori stemperati nell'acqua mescolata con gomma.
[Mil.] Dicesi anche Guazzo l'opera eseguita con questa maniera di colori.
A guazzo, o Dipignere a guazzo, o sim., lo stesso che Dipignere a tempera. [Cont.] Lana, Pitt. 160. Volendo dipingere a guazzo sopra la tela o cartone, se li dá prima sopra l'imprimitura di creta stemperata con colla di ritagli, sopra la quale, dopo che sarà asciutta, si mettono i colori macinati con acqua, e stemperati con la medesima colla di ritagli, overo con la tempera fatta con ova. = Varch. Lez. 215. (C) Oltra le diverse maniere e modi di lavorare e colorire…, a tempera, a colla, a guazzo, la pittura fa scorciare una figura,… Buon. Tanc. 1. 4. Ella m'aveva dipinto a pennello; Ma 'l color fu a guazzo, che non tiene.
CRUSCA V Sost. masc. [...] § IX. A guazzo, usato come aggiunto di pittura, vale Fatta con colori stemperati nell'acqua mescolata con gomma; e usato avverbialmente con Dipingere, Colorire, Lavorare e simili, significa Con colori stemperati nell'acqua mista con gomma. [...]
GDLI s. m. [...] 4. Tecnica pittorica a tempera, nella quale la gomma arabica sostituisce la colla animale come agglutinante; essa permette di dipingere rapidamente su vari materiali, è perciò usata oggi per la scenografia e per i disegni pubblicitari. Sabba da Castiglione, 57: Pittore certo valente e celebre, ...universale nel colorito, nel chiaro e scuro, in fresco, a guazzo, ad oglio. Vasari, II-150: Alberto Durero tedesco, pittore mirabilissimo..., gli mandò la testa d'un suo ritratto condotta da lui a guazzo. Marino, VII-171: Chiunque l'occhio v'affissa, vede una pittura quasi fatta a guazzo. Scaramuccia, 128: A S. Pietro, ...viddero molte belle fatiche a guazzo. D'Azeglio, I-79: Nel suo scrittoio dirimpetto al tavolino da lavoro collocò una veduta di Torino a guazzo. Piovene, 7-538: Lo colorivano a guazzo, riproducendo esattamente le tinte degli originali.
- Per estens. Dipinto eseguito con tale tecnica. Milizia, III-84: 'Guazzo' è una pittura fatta con colori macinati e stemperati coll'acqua carica più o meno di gomma arabica. Montale, 3-241: Avevo dinanzi la sua 'opera omnia', una trentina fra pastelli, guazzi e disegni.
- Figur. Descrizione breve e concisa. Tassoni, 319: Con questi quattro versi, / conte Sacrati, io v'ho dipinto a guazzo. [...]
GRADIT s. v. guazzo [...] 4. TS pitt. > gouache:
gouache s. f. inv. ES. fr. TS pitt. [...] 1 tecnica pittorica analoga alla tempera ma con colori a legame gommoso che ne accentuano la leggerezza e la trasparenza 2 tale tipo di colori | dipinto eseguito con tale tecnica
Sabatini-Coletti 2008 [...] 2 Particolare tecnica di pittura, analoga all'acquerello, ma più densa per i pigmenti e i collanti
TRECC 17 s. m. [...] 3. (artist.) a. Tecnica di pittura a tempera nella quale alla colla animale è sostituita la gomma, per cui ha minor corpo ed è di più rapida esecuzione: pittura a g., dipingere a guazzo. b. (estens.) Dipinto eseguito con tale tecnica.
DEV-OLI 18 s. m. [...] 2 pitt. Tecnica pittorica a tempera, nella quale alla colla animale è sostituita la gomma, in modo da consentire un’esecuzione più rapida e da ottenere colori più leggeri e trasparenti; gouache || Dipinto eseguito con questa tecnica (detto anche gouache)
ZING 19 s. m. [...] 5 tecnica di pittura, usata spec. in scenografie, per cartelloni e sim., in cui i colori vengono impastati con gomma arabica e acqua | opera dipinta con tale tecnica CFR. gouache
CORPORA/BANCHE DATI:
Le parole dell'arte: [guazzo:] Dialogo di pittura di Messer Paolo Pino nuovamente dato in luce (Pino); Lezzione, nella quale si disputa della maggioranza delle arti e qual sia più nobile, la scultura o la pittura, fatta da lui publicamente nell'Accademia Fiorentina la terza domenica di Quaresima (Varchi); Introduzione alle tre arti del disegno. Pittura. Cap. XXV. (Vasari, ed. 1550); Vita di Raffaello Sanzio (Vasari, ed. 1550); Vita di Francesco Mazzola detto il Parmigianino (Vasari, ed. 1550); Vita di Perino del Vaga (Vasari, ed. 1550); Dialogo della Pittura intitolato L'Aretino. Nel quale si ragiona della dignità di essa pittura, e di tutte le parti necessarie che a perfetto pittore si acconvengono [...] (Dolce); Introduzione alle tre arti del disegno. Pittura. Cap. XXV (Vasari, ed. 1568); Vita di Lorenzo Costa (Vasari, ed. 1568); Vita di Raffaello Sanzio (Vasari, ed. 1568); Vita di Alfonso Lombardi, Michelangelo da Siena, Girolamo Santacroce, Dosso Dossi e Battista Dossi (Vasari, ed. 1568); Vita di Francesco Mazzola detto il Parmigianino (Vasari, ed. 1568); Vita di Francesco Bonsignori (Vasari, ed. 1568); Vita di Valerio Vicentino, Giovanni da Castel Bolognese, Matteo del Nassaro e altri artisti (Vasari, ed. 1568); Vita di Giulio Romano (Vasari, ed. 1568); Vita di Perino del Vaga (Vasari, ed. 1568); Vita di Francesco Salviati (Vasari, ed. 1568); Osservazioni nella pittura di M. Christoforo Sorte al Magnifico et Eccellente Dottore et Cavaliere il Signor Bartolomeo Vitali (Sorte).
1a. s.m. Tecnica pittorica simile alla tempera o all'acquerello, eseguita con colori che, oltre alla diluizione in acqua, prevedono l'aggiunta di sostanze gommose (soprattutto gomma arabica), così da ottenere una materia piuttosto pastosa che produce effetti opacizzanti.
Ronchetti 1902 (p. 270): La pittura a guazzo che, riguardo l'esecuzione, è la più semplice e la più facile di tutte le altre, per la sua freschezza nelle tinte e per la sua mollezza nella forma del disegno, si presta benissimo per dipingere fiori, tanto sulla carta, quanto sul raso o sulla seta, per ventagli. Questo genere di pittura richiede però una gran destrezza, sicurezza di pennello e fermezza di disegno, poichè le tinte devono, possibilmente, essere disposte alla prima, senza dover passarvi sopra due o tre volte per le correzioni.
Previati 1905 (p. 34): Ora analogamente opaco diciamo l'aspetto della tempera moderna, del guazzo e del pastello perchè la quantità di materia conglutinante mescolata ai colori non influisce sino a renderlo trasparente; semitrasparenti o semilucidi diciamo l’affresco, l’acquerello, la miniatura, per la maggior quantità di glutine interposto nel colore e che si lascia scorgere per un senso pellucido acquistato dalle tinte: trasparente infine diciamo il dipinto all’encausto e ad olio, perchè il sopra nuotare dell’intermediario di coesione molecolare e di adesione alla superficie d’appoggio dei colori aggiunge al colore la massima trasparenza e lucidezza.
Chelli 2010 (p. 48): La tecnica del guazzo è simile a quella dell'acquerello, con il pigmento che ha la gomma arabica come agglutinante, ma la luminosità non viene ottenuta sfruttando il bianco del supporto bensì con l'aggiunta vera e propria del colore bianco. La pittura realizzata con il guazzo è caratterizzata da una certa opacità, a differenza dell'acquerello che ha colori più brillanti.
1b. s.m. Dipinto realizzato con tale tecnica.
Venturoli 1965 (p. 120): Ora, a distanza di quasi dieci anni da quella mostra e a sei dalla morte dell'artista, avvenuta nel 1956, la Galleria civica d'arte moderna di Torino, di concerto col Comitato di "Pittori d'oggi Francia-Italia", ha organizzato una assai vasta retrospettiva dell'opera di Pougny (quasi trecento "pezzi", fra dipinti, disegni e guazzi) assai utile per l'amplissimo arco di sviluppo tracciato dalla pittura del maestro [...].
PANNEGGIO s.m.
0.1. panneggio, panneggi
0.2. Der. di panneggiare.
NDELI (s.v. panno) [...] panneggio, s. m. 'drappeggio' (av. 1750, B. De Dominici) [...].
NOC (s.v. panno) [...]; panneggio s. m. [prima del 1750], der. di panneggiare.
0.3. Cantalamessa 1890
0.3.1. [R] Burgio 1690
Domenico Burgio, Il trionfo della fecondità, Vita de' SS. patriarchi Gioachino, ed Anna [...], in Palermo, per Tomaso Romolo, 1690, parte II, p. 12:
Ed all'hora quello, che non potè havere da humano aggiuto, essendo sospeso nell'aere, lo dimostrò la protettione potentissima di S. Anna, poichè, quella istessa imagine di S. Anna, che all'hora aveva con divotione di sua mano delineata nel Parete, diede al cadente Emerico una estremità della sua veste, che in guisa di panneggio l'affettuoso Pittore l'havea fatto per adornamento, e con quella si sostentò nell'aere sospeso [...].
0.3.2. panneggio [40]: Longhi 1912-1922 [34]; Pinelli 2009 [2]; Chelli 2010 [4]
panneggi [41]: Cantalamessa 1890 [1]; Previati 1905 [1]; Longhi 1912-1922 [32]; Venturoli 1965 [1]; Pinelli 2009 [3]; Chelli 2010 [3]
0.4. Nel Dizionario dei termini artistici di Grassi-Pepe troviamo un'entrata multipla per le voci panneggio, panneggiare, panneggiamenti, panni, a cui è dedicato un lungo articolo lessicografico, nel quale si pone in rilievo la duplice funzione di questi termini, giacché essi "si riferiscono, teorizzano e stabiliscono norme, sia sul modo di disporre le vesti di una figura, rispetto all'atteggiamento relativo, o al movimento del corpo; sia sull'aspetto che tali vesti assumono in rapporto all'immagine, manifestando lo stile che distingue l'opera d'arte" (Grassi-Pepe 1994, p. 637, s.v. Panneggio [...]).
0.5. 1. s.m. In opere pittoriche e scultoree, rappresentazione di vesti e drappi mediante cui l'artista riproduce effetti realistici o creare elementi decorativi (aderenza ai corpi, simulazione di movimento, giochi chiaroscurali ecc.).
0.6. //
0.7. //
0.8. DIZIONARI SPECIALISTICI:
Milizia 1797: Ø
D.a.f. 1960: Ø
Grassi-Pepe 1994: Panneggio, Panneggiare, Panneggiamenti, Panni. Termini di valore teorico e precettistico, nella critica d'arte, e nell'operare artistico, dalla antichità greca ellenistica romana, fino alle correnti non-figurative della pittura o scultura. [...] (vd. 0.4.)
Ferrari 2002 (p. 105): Panneggio o drappeggio. Rappresentazione, in pittura e in scultura, del movimento delle pieghe dei tessuti, nelle vesti e nei tendaggi.
D.I.P.A.I. 2005 (pp. 213-214): Modo di disporre i tessuti, gli abiti e i drappi che seguono il movimento di un corpo di una rappresentazione plastica, pittorica o in un disegno. Tecnica voluta dall'arte greco-ellenistica romana che, attraverso i secoli, viene seguita ed interpretata da molte scuole. [...] Sinonimo di drappeggio.
ALTRI DIZIONARI:
TLIO Ø
TB Ø
CRUSCA V Ø
GDLI s.m. Disposizione che vesti e drappi assumono in una rappresentazione plastica o pittorica o in un disegno, rispetto all'atteggiamento e al movimento del corpo. - Anche: resa dei movimenti della stoffa a scopo realistico o anche decorativo; effetto estetico che ne deriva. Dominici, III-21: S'ammirano... nello stesso quadro vari angioletti aggruppati che, facendo corteggio alla divina famiglia, con un panneggio svolazzano e par che intorno le vadano formando un padiglione a color paonazzo assai bene accordato. [...]
GRADIT s.m. [...] ts arte rappresentazione plastica o pittorica delle pieghe delle vesti
Sabatini-Coletti 2008 s.m. Disposizione delle pieghe di un tessuto, in partic., la sua rappresentazione artistica [Sin] drappeggio, panneggiamento: il p. delle vesti; l'arte del p.; la maestria del pittore, dello scultore nel rendere il p.
TRECC 17 s.m. Disposizione assunta da vesti, drappi; in partic., il modo di disporre e rappresentare le pieghe delle vesti in dipinti e sculture: l’arte del panneggio.
DEV-OLI 18 s.m. L’effetto delle pieghe di un drappo o di una veste, spec. come oggetto o motivo di rappresentazione nell’ambito della pittura o della scultura tradizionale.
ZING 19 s.m. drappeggio
CORPORA/BANCHE DATI:
Le parole dell'arte: [panneggio:] Rinascimento Fantastico (Longhi), Mattia Preti (Critica figurativa pura) (Longhi), Officina ferrarese (Longhi), Note all'Officina ferrarese (Longhi), Ampliamenti nell'Officina ferrarese (Longhi), Note 1938-1947 (Longhi), Note brevi 1955 (Longhi), La pittura nel Trecento nell'Italia settentrionale (Longhi), Il tramonto della pittura medioevale nell'Italia del Nord (Longhi). [panneggi:] Rinascimento fantastico (Longhi), Mattia Preti (Critica figurativa pura) (Longhi); Il Futurismo e l'arte pubblicitaria (Depero); Officina ferrarese (Longhi), Giudizio sul Duecento (Longhi), La pittura del Trecento nell'Italia settentrionale (Longhi), Il tramonto della pittura medioevale nell'Italia del Nord (Longhi).
1. s.m. In opere pittoriche e scultoree, rappresentazione di vesti e drappi mediante cui l'artista riproduce effetti realistici o creare elementi decorativi (aderenza ai corpi, simulazione di movimento, giochi chiaroscurali ecc.).
Longhi 1912-1922 (p. 189): [...] i gesti gravi ed impacciosi come quel volgersi lento delle teste sulla vezzosa monumentalità delle spalle sbocciate a nudo - motivo così caro a Battistello - i panneggi indossati con tanto singolare aderenza, con tale energico scavo di pieghe compresse e riaperte come in un plissé gigantesco di panni spessi [...].
Pinelli 2009 (p. 99): Nel Matrimonio mistico di Santa Caterina d'Alessandria (fig. 76) di uno dei maggiori miniatori e pittori lombardi, Michelino da Besozzo, riconosciamo una delle più peculiari cifre stilistiche del Gotico cortese nell'andamento sinuoso dei panneggi, che si attorcigliano e si snodano in lente onde flessuose. Panneggi assai poco realistici, che sembrano fluttuare e ricadere in modo indipendente dalla legge di gravità.
Pinelli 2009 (p. 121): Sono evidenti la potenza plastica di questo erculeo Bambino, che ricorda certi putti della statuaria antica, e della massiccia figura della Vergine, il cui panneggio non si snoda con le cadenze sinuose della Madonna di Brema di Masolino, ma è scandito da pieghe nette, modellate sapientemente dalla luce e dall'ombra.
Chelli 2010 (p. 147): Dai gorghi d'ombra emergono direttamente, con un risalto crudo, le massime sporgenze del rilievo; l'estremo particolarismo della resa anatomica dei nudi e dei panneggi contribuisce a rendere più accidentate le superfici, favorendo il rimbalzare della luce e generando una espressione di moto concitato.
PLASTICAMENTE avv.
0.1. plasticamente
0.2. Der. di plastico con -mente
NDELI Ø
NOC Ø
DEI Ø
0.3. Previati 1905
0.3.1. TB (cfr. GDLI s.v. plasticamente)
0.3.2. plasticamente [15]: Previati 1905 [1]; Longhi 1912-22 [6]; Venturoli 1965 [1]; Argan 1969 [3]; Dorfles 1999 [1]; Pinelli 2009 [2]; Chelli 2010 [1]
0.4. //
0.5. avv. Con effetto di rilievo, pienezza e sinuosità nella resa volumetrica di elementi scultorei e pittorici (più raramente si usa con riferimento a forme architettoniche).
0.6. //
0.7. //
0.8. DIZIONARI SPECIALISTICI:
Milizia 1797: Ø
Jaoul 1874: Ø
D.a.f. 1960: Ø
Grassi-Pepe 1994: Ø
Ferrari 2002: Ø
D.I.P.A.I. 2005: Ø
ALTRI DIZIONARI:
TLIO Ø
TB PLASTICAMENTE [T.] Avv. da PLASTICO. T. Non ogni immagine è plasticamente rappresentabile: e però a certi concetti si affà meglio l'arte de' colori che quella de' rilievi.
CRUSCA V Ø
GDLI plasticamente avv. Per mezzo del rilievo o della scultura; con plasticità e cura nella rappresentazione volumetrica di forme, anche pittoriche.
GRADIT plasticamente avv. [...] 2 TS arte con effetto di rilievo e profondità: figure p. dipinte
Sabatini-Coletti 2008 (s.v. plastico1) avv. plasticamente 1. In modo p.: deformarsi plasticamente 2. In modo evidente e rilevato: rappresentare plasticamente [...]
TRECC 17 plasticamente avv. 1. [...] 2. (estens.) Con evidenza e rilievo: materiale che si deforma p.; rappresentare p. le figure nel marmo.
DEV-OLI 18 plasticamente avv. Con bell'effetto di evidenza o di rilievo
ZING 19 (s.v. plastico) plasticamente, avv. con plasticità, in modo plastico
CORPORA/BANCHE DATI:
Le parole dell'arte: [plasticamente:] Manifesto tecnico della scultura futurista (Boccioni); I pittori futuristi (Longhi); Boccioni ai Pittori Meridionali (Boccioni); Contro tutti i ritorni in pittura (Dudreville-Funi-Russolo-Sironi); Flora futurista (Azari); Il complesso plastico-motorumorista 1915-1927 (Depero); "Trentatre artisti futuristi" (Marinetti); Lo sviluppo dell'aeropittura (Colombo et al.); Arte sacra (Marinetti-Colombo); Battaglie futuriste (Sansoni); Il Futurismo nell'XI fascista (Marinetti); La nuova religione (Scurto); Officina ferrarese (Longhi); Architettura aerea (Marinetti-Mazzoni-Somenzi); Arte africana (Marinetti-Colombo-Sansoni-Cocchia); Arte polimaterica (Prampolini)
1. avv. Con effetto di rilievo, pienezza e sinuosità nella resa volumetrica di elementi scultorei e pittorici (più raramente si usa con riferimento a forme architettoniche).
Argan 1969 (p. 282): Sulla facciata di Campitelli vi sono mezze colonne addossate ai pilastri, colonne incassate negli angoli dei rincassi, colonne libere nel corpo mediano: così le colonne, non soltanto concretano plasticamente le situazioni prospettiche chiaramente indicate dal taglio dei cornicioni e del frontone, ma con l'uniforme rotondità dei fusti traducono in modulazione chiaroscurale, i forti contrasti di sporgenze e rientranze.
Pinelli 2009 (p. 242): Canova rompe dunque il collaudato e statico equilibrio del canone classico, frutto di un bilanciato calcolo di pesi e contrappesi, per introdurre un nuovo e più arrischiato equilibrio, che non nasce da assenza di moto o di sentimenti, ma dal bilanciarsi di due opposti movimenti, che trascrivono plasticamente due opposti moti dell'animo, compendiando in un solo "momento pregnante" il "prima" e il "dopo" dell'azione.
Chelli 2010 (p. 36): I dipinti di Caravaggio, tanto per fare un esempio conosciuto, possono rientrare nei primi due casi (in genere l'artista usa una luce che proviene da destra o da sinistra che ha il compito di costruire plasticamente le forme) [...]
RETROSPETTIVA s.f.
0.1. retrospettiva, retrospettive
0.2.
NDELI (s.v. retrospettivo) [...] retrospettiva, s.f. 'mostra retrospettiva' (av. 1970, R. Longhi). Dal fr. rétrospectif (1775), comp. di rétro- e di un der. del v. lat. spectāre 'guardare', sul modello di respectif, perspective. La (mostra) retrospettiva sembra, tuttavia, un allargamento solo it.
DEI Ø
0.3. Venturoli 1965
0.3.1. [R] Caprin 1911
Giulio Caprin, Le esposizioni artistiche: Arte retrospettiva e contemporanea all'Esposizione Fiorentina di Primavera, pp. 382-392, in Emporium. Rivista mensile illustrata d'arte, letteratura, scienze e varietà, Bergamo, Istituto Italiano d'Arti Grafiche, vol. XXXIII, maggio 1911, n. 197:
Il male è che con le opere che ho rammentate e con poche altre la vera retrospettiva è bell'e finita. Poca cosa per una mostra d'intenzioni anche modestamente commemoratrici; sproporzione numerica evidentissima rispetto ad un insieme di quasi seicento pezzi. Non che le sale riservate alla Retrospettiva non contengano altro, ma dei quadri e delle scolture che vi compariscono, quelle che hanno vent'anni, che appartengono a qualche ciclo chiuso, sono una piccola minoranza; [...]. (p. 386)
0.3.2. retrospettiva [21]: Venturoli 1965 [12], Dorfles 1976 [2], Boatto 1998 [4], Vettese 2012 [3]
retrospettive [4]: Venturoli 1965 [1], Dorfles 1976 [1], Vettese 2012 [2]
0.4. //
0.5. 1. s.f. Mostra o esposizione di opere allestita per illustrare il percorso e le fasi evolutive ormai conclusi di un artista o di un gruppo di artisti, di un movimento culturale o di un periodo storico.
0.6. //
0.7. //
0.8. DIZIONARI SPECIALISTICI:
Milizia 1797: Ø
D.a.f. 1960: Ø
Ferrari 2002: Ø
Grassi-Pepe 1994: Ø {a lemma compare Mostra Retrospettiva}
D.I.P.A.I. 2005: MOSTRA, ESPOSIZIONE, rassegna che offre al pubblico l'evoluzione dell'opera complessiva di un artista, della produzione di uno specifico settore d'arte, di un soggetto in ambito culturale, storico, tecnico, artigianale, ecc. In generale le opere vengono esposte in successione cronologica.
ALTRI DIZIONARI:
TLIO Ø
TB Ø signif. art.
CRUSCA V Ø
GDLI retrospettivo, agg. [...] 2. Esposizione, mostra o rassegna retrospettiva (anche solo retrospettiva, sf.): quella organizzata allo scopo di presentare al pubblico la produzione di un determinato settore artistico o di illustrare la vita e le opere di un artista, un tema culturale del passato o di un periodo storico trascorso (o, anche, la produzione campionaria di un determinato settore tecnico o artigianale). L'Illustrazione italiana [4-VIII-1907], 125: Mostra retrospettiva della locomozione che ebbe luogo a Milano l'anno scorso. [...] R. Longhi, 1082: In una retrospettiva di Trombadori, credo che il suo ostinato, continuo progresso risulterà innegabile, soprattutto nei paesaggi dell'ultimo ventennio. [...]
GRADIT retrospettiva s.f. co mostra o rassegna intesa a illustrare l'evoluzione di un artista, di un movimento culturale, ecc., del passato: una r. su Rossellini, sull'iimpressionismo, sul tema della rivoluzione, allestire, curare una r.
Sabatini-Coletti 2008 Rassegna, mostra tesa a illustrare i momenti significativi dello sviluppo di un movimento culturale, artistico ecc. o della maturazione di una personalità: r. (dei film) di Visconti, (delle opere) di De Pisis
TRECC 17 s.f. [femm. sost. dell'agg. retrospettivo]. - 1. (artist.) Mostra retrospettiva. [...].
DEV-OLI 18 s.f. arte Mostra, rassegna retrospettiva (⟶ retrospettivo)
ZING 19 mostra, esposizione che ha lo scopo di illustrare l'evoluzione di un artista o di un movimento artistico del passato: una retrospettiva di Picasso; si è aperta una retrospettiva sul cinema tedesco tra le due guerre mondiali
CORPORA/BANCHE DATI:
Le parole dell'arte: Ø
1. s.f. Mostra o esposizione di opere allestita per illustrare il percorso e le fasi evolutive ormai conclusi di un artista o di un gruppo di artisti, di un movimento culturale o di un periodo storico.
Venturoli 1965 (p. 115): Diciamo intanto che gli organizzatori della Mostra riuscirono a creare a Palazzo Reale il clima per una lettura agevole e appassionante della retrospettiva: per il notevole numero delle opere esposte (quasi cento dipinti ad olio, una trentina di disegni; pastelli e litografie, provenienti da tutti i musei e le collezioni private del mondo); per la deliziosa disposizione dei dipinti su pannelli di vecchie tappezzerie che sottolineavano il clima piccolo-borghese e familiare dei personaggi di Vuillard [...].
Dorfles 1976 (p. 50): Eppure bisogna almeno ricordare - perché il panorama di questa Biennale non sia troppo monco - l'importante mostra di Licini - questo anziano pioniere dell'astrattismo italiano che meritava d'esser finalmente riconosciuto per la sua opera cosi coerente e raggiunta, seppure arginata entro un universo di quasi infantile minuzia; e ancora le grandi retrospettive dei nostri Campigli, Mafai, Menzio, tre artisti rimasti fedeli alla loro vena figurativa [...].
Vettese 2012 (p. 80): Pensiamo a Richard Hamilton, che, nel 1966, organizzò la prima grossa retrospettiva europea di Marcel Duchamp alla Tate Gallery (The Almost Complete Works of Marcel Duchamp), includendovi anche una personale versione-copia del Grande Vetro poiché l'originale non può muoversi dal museo di Philadelphia.
SCHIZZO s.m.
0.1. schizzo, schizzi
0.2. Deverb. di schizzare.
NDELI (s.v. schizzare) schizzo, s.m. [...] 'primo rapido disegno tracciato dall'artista che vuol fissare un tema' (av. 1535, F. Berni) [...]. Schizzo è un dev. a suff. zero.
NOC (s.v. schizzare) schizzo s.m. [sec. XIV], passato nel fr. esquisse e nel ted. Skizze nel sign. traslato di 'abbozzo' [...].
0.3. Poggi 1865
0.3.1. [R] Buoninsegni 1516
Lettera di Domenico Buoninsegni a Baccio d'Agnolo (data: 7. 10. 1516), dal Carteggio indiretto di Michelangelo (consultabile su memofonte.it):
Ca(rissi)mo mio Bartolomeo, io sarà breve perché mi bisogna chavalchare subito a Roma, e questa si fa per farvi intendere chome io ò parlato al Chardinale della chosa della facciata, el quale ne à parlato con el Papa, et sarà contento convenire con voi e con Michelagnolo di darvela a fare. [...] Mandate o rechate quello schizzo del palcho di Bol(ogn)a.
{Il GDLI riporta come prima attestazione una lettera di Michelangelo datata al 1533 (cfr. 0.8.)}
0.3.2. schizzo [13]: Pietrocola 1869 [1]; Boito 1877 [1]; Ronchetti 1902 [6]; Argan 1969 [1]; Chelli 2010 [2]; Caroli 2012 [1]; Daverio 2012 [1]
schizzi [12]: Poggi 1865 [1]; Boito 1877 [3]; Ronchetti 1902 [2]; Longhi 1912-22 [1]; Argan 1964 [1]; Venturoli 1965 [1]; Dorfles 1976 [1]; Dorfles 1999 [1]; Vettese 2012 [1]
0.4. //
0.5. 1a. s.m. Prima raffigurazione di un pensiero artistico fissata su supporto di vario tipo (anche estemporaneo) e solitamente tratteggiata con forme poco definite e poco dettagliate (a matita, a penna o a carboncino, ecc.); lo s. è usato per raffigurare lavori sia pittorici (che, a differenza dell'abbozzo, saranno destinati a superfici diverse da quelle degli schizzi) sia architettonici.
1b. s.m. In pittura, vero e proprio schema di guida tracciato sulla medesima superficie su cui si intende dipingere l'opera nella sua forma finale e definitiva.
0.6. //
0.7. //
0.8. DIZIONARI SPECIALISTICI:
Milizia 1797: SCHIZZO delineamento rapido d'un pensiero sopra un soggetto, per indi giudicare se merita d'esser eseguito. Giova agli Artisti il paragonare i differenti schizzi che hanno fatto i più insigni maestri per servire di preparazione alle loro opere. Se il primo schizzo ha più fuoco e più brio, avrà anche i difetti della rapida immaginazione; il secondo sarà più moderato, e gli altri di mano in mano più savj. Se si esaminano gli studj particolari fatti da un gran maestro su la natura per ciascun oggetto, per ciascun membro, per il nudo, per i panneggiamenti, si vedrà il cammino del suo ingegno, e questo può chiamarsi l'essenza dell'Arte. Così gli scarabocchj d'un uomo celebre posson esser più utili de' trattati eloquenti per condurre al perfetto. Si paragonino finalmente tutti questi schizzi coll'opera finita, che bella lezione! [...] Ma per quanto utili sieno gli schizzi, gli Artisti, specialmente giovani, debbono usarne con sobrietà, per non avvezzarsi alla scorrezione e al fantastico. Deve l'artista cautelarsi contro la seduzione delle numerose idee vaghe e poco ragionate de' suoi schizzi. Grande esame rigoroso gli convien fare delle sue idee libertine quando ha da stabilire la sua composizione. Il tribunal della ragione deciderà del merito de' suoi schizzi.
Jaoul 1874 (Rubrica IV. Del disegno): PENSIERO, SCHIZZO la prima idea di un disegno gettata in fretta con la penna, col lapis, o altro sulla carta, sulla tela ecc. con lo scopo di trovare il primo componimento dell'opera.
D.a.f. 1960: Schizzo. La prima, rapida notazione tracciata dall'artista che vuol fissare un tema, una prima idea dell'opera che seguirà. Diverso dall'abbozzo, lo s. è il primo atto creativo (anche se, assai spesso, ad esso non segue un'elaborazione vera e propria traducente l'impressione primitiva) e rivela chiaramente l'istinto particolare dell'artista. In tal modo esso acquista un valore autonomo e talora grande (Leonardo).
Grassi-Pepe 1994: Schizzo, Schizzi. In relazione al Disegno (v.), lo S. e gli S. rappresentano immagini rapide, tecnicamente indeterminate, costituite da pochi segni grafici o "macchie" chiaroscurali, eseguiti dall'artista allo scopo di "fissare" un primo "pensiero", o concetto, o "invenzione", che la fantasia gli suggerisca. Il significato di appunto mnemonico, e di "nucleo" immaginativo, che è caratteristico degli S., li pone veramente all'inizio del processo artistico creativo: prima ancora dell'Abbozzo (v.). [...].
Ferrari 2002 (p. 135): Immagine eseguita rapidamente dall'artista, con pochi tratti o con macchie chiaroscurali, per fissare un'idea, un'invenzione. Lo schizzo precede ⟶ l'abbozzo.
D.I.P.A.I. 2005 (p. 279): schizzo sm. 1. Versione preliminare e sommaria dell'opera costituita da pochi segni fondamentali che permettono all'artista di fissare l'idea. Vedi ABBOZZO. 2. In architettura, RAPPRESENTAZIONE essenziale che può rispondere all'ABBOZZO inziale di un edificio, ad una parte di esso o all'idea sviluppata con metodi prospettici. 3. Riproduzione sottoforma di BOZZETTO di opere già costruite per fini espositivi o come ricordo di un'opera vista.
ALTRI DIZIONARI:
TLIO Ø art.
TB schizzo S. m. [...] 7. È anche term. di Pittura, e vale Spezie di disegno senz'ombra, e non terminato. Gr. Σχέδιον. Bern. Rim. 1. 67. (C) Serbate questo schizzo per un pegno, Fin ch'io lo colorisca, e lo riscuota. Tac. Dav. Perd. eloq. 419. Finito no…, ma cominciato pare a me, e fattone un po' di schizzo (il testo lat. ha: vestigia ac lineamenta quaedam ostendisse videaris). [Cont.] Vas. Pitt. XVI. Gli schizzi, de' quali si è favellato di sopra, chiamiamo noi una prima sorte di disegni che si fanno per trovare il modo delle attitudini, ed il primo componimento dell'opra. E sono fatti in forma di una macchia, ed accennati solamente da noi in una sola bozza del tutto. E perchè dal furor dell'artefice sono in poco tempo con penna, o con altro disegnatoio, o carbone, espressi solo per tentare l'animo di quel che gli sovviene, perciò si chiamano schizzi. = Vit. Pitt. 174. (Man.) Il racconto più sicuro però si è che quello schizzo fosse fatto da Fra Bastiano del Piombo. [G.M.] Fag. Intermez. Uno schizzo del Correggio. T. Schizzi di Raffaello in Venezia, fotografati per la regina d'Inghilterra.
Può tornare dispr. Inzaccherare le muraglie di schizzi informi.
CRUSCA V Ø
GDLI schizzo1 s. m. [...] 3. Figur. Abbozzo, disegno tratteggiato in modo rapido e sommario, per lo più per fissare un'idea o un'immagine. - In partic.: disegno di un oggetto, delineato nei tratti essenziali e indicativi di quello che ne sarà il compimento. - In architettura, rappresentazione essenziale di un edificio o di una parte di esso (schizzo architettonico); può corrispondere all'abbozzo iniziale dell'opera da realizzare o all'idea sviluppata con i metodi della prospettiva (schizzo prospettico, assonometrico, ecc.) o alla riproduzione schematica di opere già costruite come i bozzetti presi come base di misurazioni (schizzo di rilievo) o come ricordo di un'opera osservata. Michelangelo, 1-IV-12: Se questo schizzo non vi piace, ditelo a Urbino, acciò che io abbi tempo d'averne facto un altro doman da.ssera, come vi promessi. [...]
GRADIT schizzo s.m. [...] 4a co abbozzo, disegno tratteggiato in modo rapido e sommario: fare buttare giù uno s., un album di schizzi
Sabatini-Coletti 2008 schizzo s.m. [...] 4 fig. Abbozzo di un disegno, di un'opera scritta, di un progetto [Sin] schema, traccia: s. a matita; [...] || s. architettonico, rappresentazione schematica di un edificio o di una sua parte
TRECC 17 schizzo s.m. [...] 2. a. Disegno appena tratteggiato, abbozzato a grandi linee: fare, buttare giù uno s. [...] SIN abbozzo, bozza, bozzetto, sbozzo, schema.
DEV-OLI 18 schizzo s.m. [...] 4 Disegno buttato giù con pochi tratti essenziali, per fermare un’immagine o un’idea; abbozzo, bozzetto: uno schizzo a carboncino; schizzo architettonico, rappresentazione sommaria di un edificio o di parte di esso
ZING 19 schizzo s.m. [...] 2 primo, rapido disegno per fissare un tema [...]
CORPORA/BANCHE DATI:
Le parole dell'arte: [schizzo:] Dialogo di pittura di Messer Paolo Pino nuovamente dato in luce (Pino); Vite di Vincenzo Tamagni e Timoteo Viti (Vasari, ed. 1568), Vita di Giulio Romano (Vasari, ed. 1568), Vita di Battista Franco (Vasari, ed. 1568); Vita di Michelangelo Buonarroti (Vasari, ed. 1568); Vita di Iacopo Sansovino (Vasari, ed. 1568); Taccuino "Napoletano" (Venturi). [schizzi:] Lezzione, nella quale si disputa della maggioranza delle arti e qual sia più nobile, la scultura o la pittura, fatta da lui publicamente nella Accademia Fiorentina la terza domenica di Quaresima (Varchi); Introduzione alle tre arti del disegno. Pittura. Cap. XVI (Vasari, ed. 1550); Vita di Ercole de' Roberti (Vasari, ed. 1550); Vita di Bernardino Pinturicchio (Vasari, ed. 1550); Vita di Giovan Francesco Penni detto il Fattore (Vasari, ed. 1550); Vita di Alfonso Lombardi (Vasari, ed. 1550); Vita di Perino del Vaga (Vasari, ed. 1550); Dialogo della Pittura di M. Lodovico Dolce, intitolato L’Aretino. Nel quale si ragiona della dignità di essa pittura, e di tutte le parti necessarie che a perfetto pittore si acconvengono […] (Dolce); Due dialogi di M. Giovanni Andrea Gilio da Fabriano (Gilio); Introduzione alle tre arti del disegno. Pittura. Cap. XV (Vasari, ed. 1568); Introduzione alle tre arti del disegno. Pittura. Cap. XVI (Vasari, ed. 1568); Vita di Ercole de' Roberti (Vasari, ed. 1568); Vita di Bernardino Pinturicchio (Vasari, ed. 1568); Vita di Giorgione (Vasari, ed. 1568); Vite di Giovan Francesco Penni detto il Fattore e Pellegrino Aretusi (Vasari, ed. 1568); Vita di Andrea del Sarto (Vasari, ed. 1568); Vite di Alfonso Lombardi, Michelangelo da Siena, Girolamo Santacroce, Dosso Dossi e Battista Dossi (Vasari, ed. 1568); Vita di Perino del Vaga (Vasari, ed. 1568); Vita di Pierino da Vinci (Vasari, ed. 1568); Vita di Cristofano Gherardi detto Doceno (Vasari, ed. 1568); Vita di Giovanni Francesco Rustici (Vasari, ed. 1568); Vita di Michelangelo Buonarroti (Vasari, ed. 1568); Vita di Giorgio Vasari (Vasari, ed. 1568); Girolamo Mocetto (Cavalcaselle); Taccuino "Europeo" (Venturi).
1a. s.m. Prima raffigurazione di un pensiero artistico fissata su supporto di vario tipo (anche estemporaneo) e solitamente tratteggiata con forme poco definite e poco dettagliate (a matita, a penna o a carboncino, ecc.); lo s. è usato per raffigurare lavori sia pittorici (che, a differenza dell'abbozzo, saranno destinati a superfici diverse da quelle dello schizzo) sia architettonici.
Venturoli 1965 (p. 96): L'artista, che non era riuscito a Tangeri a penetrare in nessuna abitazione privata, ebbe la ventura per mezzo di un ingegnere francese di visitare l'harem dei Bey di Algeri e ne ebbe, naturalmente, una indimenticabile impressione: si preparò al grande dipinto con una quantità di schizzi, disegni, pastelli, e quando esegui l'opera, adottò il metodo dei Cinquecentisti veneziani, dipingendo cioè con colori ad olio su una base di colori ad acquarello.
Dorfles 1999 (p. 29): Già in alcuni dei pittogrammi grotteschi di Mirò si era potuto scorgere l'accenno a una forma d'arte gestuale, e forse altri accenni si trovano in certi schizzi di Baumeister e di Kandinsky [...].
Daverio 2012 (p. 63): Molti architetti giovani hanno perso la pratica dello schizzo per sostituirla con quella del rendering. E nelle arti visive d'oggi, nella questione della matita appunto, cosa avverrà?
1b. s.m. In pittura, vero e proprio schema di guida tracciato sulla medesima superficie su cui si intende dipingere l'opera nella sua forma finale e definitiva.
Ronchetti 1902 (p. 115): Deciso tutto questo, svolgete lo schizzo (preferibilmente col carbone di nocciuola) sulla tela, accennando solamente il contorno delle masse principali, e, non bisogna mai dimenticare, che uno schizzo accurato evita tanti pentimenti e scansa molta fatica, permettendo inoltre maggior confidenza e sicurezza al maneggio del pennello; qualità necessaria, per ottenere tinte brillanti e freschezza di tocco.
Chelli 2010 (p. 48): L'uso del colore è preceduto da un leggero schizzo a matita che serve come guida, per organizzare gli elementi della composizione; questo schizzo, molto sfumato, rimane visibile sotto la stesura del colore.
SCREPOLATURA s.f.
0.1. screpolatura, screpolature
0.2. di screpolare con -tura
NDELI (s. v. screpolare) screpolatura s.f. 'atto, effetto dello screpolare o dello screpolarsi; parte screpolata' (av. 1571, B. Cellini)
NOC s. v. crepare
DEI s. v. screpolare
0.3. Boito 1877
0.3.1. [R] Crespi 1759
Lettera di Luigi Crespi a Francesco Algarotti, av. 1759 (in Raccolta di lettere sulla pittura scultura ed architettura scritte Da' più celebri Professori che in dette Arti fiorirono dal secolo XV al XVII, in Roma, Appresso Niccolò e Marco Pagliarini, 1759, tomo III, pp. 285-301):
V'è di più: che tal beverone dato dalla parte opposta, in breve tempo passa tra le commissure delle screpolature nel dinanzi (le quali screpolature non possono mai unirsi tanto nè col fuoco, nè col peso, sicchè elleno non vi siano) onde compariscono sopra il dipinto tutte le medesime screpolature ingiallite, e i segni delle medesime più cariche del rimanente dipinto [...]. (pp. 287-288)
0.3.2. screpolatura [3]: Previati 1905 [1]; Longhi 1912-1922 [1]; De Chirico 1928 [1]
screpolature [22]: Boito 1877 [1]; Ronchetti 1902 [2]; Previati 1905 [13]; De Chirico 1928 [5]; Venturoli 1965 [1]
0.4. //
0.5. 1. s.f. Fenditura di piccole dimensioni che tende a formarsi sugli strati colorati o sulla superficie stessa del supporto a causa di deterioramento (su tela, su muro, su ceramica ecc.).
0.6. //
0.7. //
0.8. DIZIONARI SPECIALISTICI:
Milizia 1797: Ø
D.a.f. 1960: Ø
Grassi-Pepe 1994: Ø
Ferrari 2002: Ø
D.I.P.A.I. 2005 (p. 281): screpolatura sf. Particolare tipo di DEGRADO della superficie pittorica causato dallo stiramento del SUPPORTO o dal distacco tra supporto e colore superficiale. Vedi anche SCODELLA [3], SCAGLIA.
ALTRI DIZIONARI:
TLIO Ø
TB SCREPOLATURA [T.] S. f. Effetto dello screpolarsi, e Luogo dove la cosa è screpolata, e il vano [...] T. Dipinti guasti per lunghe screpolature.
CRUSCA V Ø
GDLI s.f. Fenditura più o meno profonda o spaccatura formatasi in un terreno, in una roccia, sulla superficie di un muro. [...] E. Cecchi, 5-478: Una screpolatura può turbare il piacere pittorico di chi guarda un'antica tavola, ma per rammentargli la divorante poesia del Tempo.
GRADIT s.f. co lo screpolare, lo screpolarsi e il loro risultato
Sabatini-Coletti 2008 s.f. Formazione di crepe piccole e superficiali sull'epidermide, su ceramiche, dipinti o intonaci; il punto in cui si è formata la crepa: parete piena di s.; stuccare una s.
TRECC 17 s.f. 1. Lo screpolare, lo screpolarsi, l’essere screpolato: il gelo ha causato la s. dell’intonaco. 2. Parte screpolata, spaccatura superficiale: il quadro si è riempito di screpolature.
DEV-OLI 18 s.f. Il prodursi di fitte e minute fenditure superficiali: la screpolatura dell’intonaco || Il punto in cui si è verificata la fenditura, il segno che ne resta [...]
ZING 19 s.f. lo screpolare, lo screpolarsi | parte screpolata: le screpolature del muro
CORPORA/BANCHE DATI:
Le parole dell'arte: Ø
1. s.f. Fenditura di piccole dimensioni che tende a formarsi sugli strati colorati e sulle superfici stesse del supporto a causa di deterioramento (su tela, su muro, su ceramica ecc.).
Ronchetti 1902 (p. 55): Seccativo Muller. Esso può supplire all'olio grasso e a tutti gli altri seccativi a base di piombo; e ha il vantaggio di conservare i toni del colorito, d'impedire i prosciughi e di prevenire le screpolature.
Previati 1905 (p. 99): Nella varietà grande di danni che l'azione del tempo accumula sui dipinti, le screpolature, le disquamazioni, le vesciche e rigonfi di estese parti della superfice dipinta, sono dei più comuni, dei più disgustosi anche a vedersi e dei più pericolosi, perchè ognuno d'essi può condurre alla rovina e perdita della porzione di strato colorato offeso.
De Chirico 1928 (p. 54): I colori a vernice si possono preparare macinando direttamente con vernice le polveri e, in questo caso, è prudente aggiungervi qualche goccia di glicerina pura o d'olio, altrimenti i colori a vernici verrebbero poco elastici e cristallini d'aspetto ciò che, oltre ad essere una cosa spiacevole a vedersi, espone la pittura al pericolo delle screpolature.
SECCATIVO agg., s.m.
0.1. seccativo, seccativi, seccativa, siccativo
0.2.
NDELI 'detto di composto che ha la facoltà d'indurire o di fare indurire le sostanze alle quali viene mescolato' (1922, Zing.). Dal lat. siccāre 'seccare' (cfr. essiccativo).
DEI Ø
0.3. Ronchetti 1902
0.3.1. Vasari 1550
Vasari, Vite, 1550 (cfr. Le parole dell'arte)
0.3.2. seccativo [22]: Ronchetti 1902 [13]; Previati 1905 [9]
seccativa [2]: Ronchetti 1902 [1]; Previati 1905 [1]
seccativi [39]: Ronchetti 1902 [4]; Previati 1905 [35]
siccativo [6]: De Chirico 1928 [6]
0.4. Tra seccativo e siccativo, i principali dizionari dell'uso contemporaneo prediligono la seconda forma: seccativo, infatti, viene spesso rinviato alla voce siccativo che è posta a lemma. Nel nostro corpus dell'arte, invece, constatiamo una situazione inversa: seccativo è numericamente più frequente (63 occorrenze di seccativo contro le 6 di siccativo).
0.5. 1a. agg. Riferito a colore o a vernice, che ha capacità di asciugarsi rapidamente grazie alle proprietà essiccanti di alcune sue componenti; riferito a olio, caratterizzato da proprietà essiccanti in grado di favorire l'essiccazione di colori e vernici a cui viene aggiunto.
1b. s.m. Sostanza naturale o artificiale con potere essiccante in grado di favorire l'essiccazione di colori e vernici a cui si aggiunge.
0.6. //
0.7. //
0.8. DIZIONARI SPECIALISTICI:
Milizia 1797: Ø {siccativo non è lemmatizzato, ma compare all'interno della definizione s.v. scuola, p. 256}
D.a.f. 1960: Ø
Grassi-Pepe 1994: Ø
Ferrari 2002 (p. 138): siccativo ⟶ olii essiccanti
D.I.P.A.I. 2005 (p. 292): siccativo s.m. Riferito a sostanze sintetiche e naturali che hanno la capacità di far seccare il componente con cui vengono unite. In pittura sono state utilizzate per facilitare l'essiccazione di colori e vernici. Tra i più comuni del passato è l'OLIO di lino, di noce e di papavero.
ALTRI DIZIONARI:
TLIO Ø
TB SECCATIVO. Agg. Che ha virtù di seccare. [...] (M.) Alla fine trovò, che l'olio di seme di lino, e quello delle noci...erano più seccativi di tutti gli altri. T. Vit. 1. 323. Conviene far prima una mestica di colori seccativi, come biacca, giallolino, terre da campane...
CRUSCA V Ø
GDLI Seccativo (siccativo), agg. [...] 2. Che asciuga facilmente e con rapidità (un colore). Vasari, I-164: Conviene far prima una mestica di colori seccativi, come biacca, giallolino, terre da campane. Arti e mestieri, I-121: Essendo secco bisogna fregare dal lato dell'impressione con della vernice seccativa chiara, che è quella di Venezia, ovvero colla vernice bianca. - Che contribuisce a fare sì che un colore secchi con rapidità (un olio). Vasari, I-718: Poiché ebbe molte cose sperimentate e pure mescolate insieme, alla fine trovò che l'olio di seme di lino e quello delle noci, fra tanti che n'aveva provati, erano più seccativi di tutti gli altri. = Voce dotta, lat. tardo siccatīvus, agg. verb. da siccāre [...].
GRADIT siccativo agg., s.m. ts chim. [...] 2 agg. ts chim. di sostanza, dotata di siccatività; 3 s.m. ts chim. resinato che aumenta la siccatività degli oli delle vernici
Sabatini-Coletti 2008 siccativo agg. - chim. Di sostanza che ha la proprietà di far seccare il materiale a cui viene aggiunta: sostanza s. || oli s., oli costituiti da gliceridi insaturi che, in presenza di ossigeno, si trasformano in una massa solida, dura [...] ☐ nella forma seccativo sec. XV
TRECC 17 siccativo (meno com. seccativo) – agg. (chim.) Di sostanza liquida che, esposta all’aria, si trasforma in una massa solida e resinosa.
s.m. (chim.) Resinato metallico adoperato per aumentare la siccatività degli oli delle vernici.
DEV-OLI 19 siccativo agg. chim. Di sostanza liquida, spec. olio, capace di trasformarsi, se tenuta all’aria, in una massa solida, dura e trasparente
{siccativo/seccativo non è lemmatizzato nell'edizione 2018}
ZING 19 siccativo, agg. (chim.) detto di composto che ha la facoltà di indurire o di fare indurire le sostanze alle quali viene mescolato
CORPORA/BANCHE DATI:
Le parole dell'arte: [seccativi:] Introduzione alle tre arti del disegno. Pittura. Cap. XXI (Vasari, ed. 1550), Vita di Antonello da Messina (Vasari, ed. 1550), Introduzione alle tre arti del disegno. Pittura. Cap. XXI (Vasari, ed. 1568), Vita di Antonello da Messina (Vasari, ed. 1568).
1a. agg. Riferito a colore o a vernice, che ha capacità di asciugarsi rapidamente grazie alle proprietà essiccanti di alcune sue componenti; riferito a olio, caratterizzato da proprietà essiccanti in grado di favorire l'essiccazione di colori e vernici a cui viene aggiunto.
Ronchetti 1902 (pp. 8-9-, n. 1): La carta trasparente si prepara facilmente nel modo seguente. Sopra una lastra di marmo liscia e pulita, o una lastra di vetro, distendete della carta velina, dandole una mano, con pennello o piumacciolo di stoppa inzuppato nella vernice seccativa, composta di 1 parte di vernice di mastica, mescolata con 2 di olio di noce depurato a 4 parti di essenza di ragia rettificata.
Previati 1905 (p. 197): Per la pittura si mescola l'asfalto alla essenza di trementina facendovelo bollire lungamente ed aggiungendovi in seguito l'olio seccativo di noce. Ma così ridotto perde la facoltà di essiccare completamente tanto disteso in velature quanto mescolato a vernici od essiccanti, onde non è a dirsi come si comporti adoperato denso e perchè si veda colare dai quadri, come lo si vede sempre sgocciolante dalle tavolozze tenute qualche tempo in posizione verticale.
1b. s.m. Sostanza naturale o artificiale con potere essiccante in grado di favorire l'essiccazione di colori e vernici a cui si aggiunge.
Ronchetti 1902 (p. 55): Seccativo Muller. Esso può supplire all'olio grasso e a tutti gli altri seccativi a base di piombo; e ha il vantaggio di conservare i toni del colorito, d'impedire i prosciughi e di prevenire le screpolature. Si stempera ugualmente bene negli oli fissi e nelle essenze, opera mirabilmente nelle velature, facendole solidissime [...].
De Chirico 1928 (p. 23): Ma quando si dipinge sopra una tela non assorbente per rendere il prosciugamento dei colori più rapido, si può intingere il pennello nell'essenza di petrolio o di trementina (la prima è più essicante della seconda) in cui si saranno diluite da sei a otto gocce di siccativo di Courtrai nero (quello bianco è meno essicante e più pericoloso). Il siccativo di Harlem per conto mio non lo consiglio.
ZONARE v. tr.
0.1. zonare, zonava, zonato, zonata, zonate
0.2. Denom. di zona
NDELI Ø
NOC Ø
DEI Ø signif. art.
0.3. Longhi 1912-1922 [1914]
0.3.1. {= 3.}
0.3.2. zonare [1]: Longhi 1912-22 [1914]
zonava [1]: Longhi 1912-22 [1914]
zonato [1]: Longhi 1912-22 [1915]
zonata [1]: Longhi 1912-22 [1915]
zonate [1]: Longhi 1912-22 [1914]
0.4. Fuori dall'ambito artistico, il vocabolo zonare compare nei principali dizionari dell'uso (Sabatini- Coletti 2008, Zingarelli 2019 ecc.) col solo significato di 'cingere' – marcato fra l'altro come "obsoleto" o "antico" – ad eccezione del GRADIT e del Treccani online (fra i dizionari dell'uso) e del GDLI (fra i dizionari storici) che, s. v. zonare, censiscono anche il significato tecnico-specialistico di 'dividere in zone' relativo alla geografia e all'urbanistica.
Il verbo con l'accezione artistica qui esposta costituisce un hapax nei testi di arte, poiché risulta utilizzato soltanto da Longhi. A proposito della vena onomaturgica di Roberto Longhi, si rivela utile il Glossario longhiano di Cristina Montagnani: nel glossario, infatti, accanto a zona, compaiono anche zonare e zonato, indicati per giunta come Tecnicismi delle Belle Arti (cfr. p. 170). In coda agli esempi, la studiosa spiega che Longhi deve essere stato influenzato dall'accezione artistica che Adolfo Venturi ha attribuito a zona nei propri scritti, "anche se le forme denominali [zonare e zonato] andranno ascritte alla creatività longhiana sul terreno della formazione delle parole" (cfr. Montagnani 1989, p. 154, s.v. zona, zonare, zonato). E sulla scia della Montagnagni, ecco quanto scrive Pier Vincenzo Mengaldo: "sappiamo d'altronde quanta sia sempre l'inventiva del critico nell'ambito della formazione delle parole, e Officina ci offre almeno infenestrate, ovalizzare, superartistici e anche zonare" (cfr. Mengaldo 2005, p. 99).
Bibliografia:
Mengaldo 2005 = Pier Vincenzo Mengaldo, Tra due linguaggi. Arti figurative e critica, Torino, Bollati Boringhieri.
Montagnani 1989 = Cristina Montagnani, Glossario longhiano. Saggio sulla lingua e lo stile di Roberto Longhi, Pisa, Pacini.
0.5. 1. v. tr. Delineare figure e riempire sezioni di un dipinto tramite fasce di colore uniforme, privo di sfumature cromatiche.
0.6. //
0.7. zonato, zona, zonatura
0.8. DIZIONARI SPECIALISTICI:
Milizia 1797: Ø
Jaoul 1874: Ø
D.a.f. 1960: Ø
Grassi-Pepe 1994: Ø
Ferrari 2002: Ø
D.I.P.A.I. 2005: Ø
ALTRI DIZIONARI:
TLIO Ø
TB Ø signif. art.
CRUSCA V Ø
GDLI Zonare, tr. [...] 2. Arte. Caratterizzare mediante omogeneità cromatica una parte di un dipinto. R. Longhi, 1-I-1-65: Così Paolo Uccello giungeva di nuovo all'intarsio che nel colore equivale al tappeto; ma non era più il tappeto bizantino steso su forme incorporee superficiali, ma il tappeto che zonava di colore le superfici di forme vieppiù lontane riportate a galla dalla prospettiva.
GRADIT zonare v. tr. TS [av. 1306; der. di zona con 1-are] [...] 3. TS pitt. caratterizzare mediante omogeneità cromatica la parte di un dipinto
Sabatini-Coletti 2008 Ø signif. art.
TRECC 17 Ø signif. art.
DEV-OLI 18 Ø
ZING 19 Ø signif. art.
CORPORA/BANCHE DATI:
Le parole dell'arte: Ø
1. v. tr. Delineare figure e riempire sezioni di un dipinto tramite fasce di colore uniforme, privo di sfumature cromatiche.
Longhi 1912-1922 [1914] (p. 103): Le grandi composizioni coloristiche furono, ho detto, sorrette dal senso della forma organizzata e appianata per mezzo dello squadro prospettico il cui compito primordiale era di zonare il quadro in superficie equivalenti non distratte, mai da un contorno comunque funzionale.
Longhi 1912-1922 [1914] (p. 70): Allora la monumentalità si placca: il cavallo scorciato si espande in un largo disco chiarissimo; sopra i grandi specchi marmorei, si stendono i damaschi aurati, le vesti viola o marrone, zonate di bianco, mentre a sinistra, nei bacini compresi tra le ripe arcuate di due cervici umane, si versa il liquido verde di un colle così lontano - come forma, così vicino - come colore.
Note:
[1] Il nome iniziale destinato al dizionario, ossia "Vocabolario dinamico dell'italiano post-unitario", è stato successivamente mutato in "Vocabolario dinamico dell'italiano moderno", da cui l'acronimo "VoDIM" proposto da Vittorio Coletti (cfr. Marazzini 2016, p. 161 e Marazzini-Maconi 2018, p. 100).
[2] Si vedano: Marazzini-Maconi 2018, Gualdo 2018b, Tarallo 2018, Barbera 2018.
[3] Cogliamo l'occasione per ricordare il carattere ibrido del VoDIM, "che per la sua collocazione cronologica post-unitaria è al contempo storico e sincronico" (Bertini Malgarini-Biffi-Vignuzzi 2019, p. 362). Cfr. anche Biffi 2016, pp. 268-273 e Biffi 2018.
[4] Gualdo 2018a, p. 193.
[5] Il progetto del VoDIM è stato avviato mediante due PRIN, il PRIN 2012 (per il periodo 2014-2017) e il PRIN 2015 (per il periodo 2017-2020): il primo vòlto alla costituzione di un corpus di riferimento per l'italiano post-unitario a cui hanno partecipato sette atenei italiani (Piemonte Orientale, Milano, Genova, Firenze, Tuscia, Napoli "L'Orientale", Catania), l'ITTIG (Istituto di teoria e tecniche dell'informazione giuridica del CNR di Firenze) e l'Accademia della Crusca; il secondo destinato all'allestimento del dizionario e degli strumenti atti alla sua realizzazione, e che ha visto, oltre la Crusca e le università già menzionate, anche la partecipazione dell'Università di Torino.
Per approfondimenti sulla realizzazione e sulle fasi del progetto si veda innanzitutto Marazzini-Maconi 2016, in cui sono riuniti i contributi delle singole unità di ricerca; cfr. anche Gualdo 2018a, Biffi 2018, Biffi-Ferrari 2020.
[6] Cfr. http://vodim.accademiadellacrusca.org.
[7] A tal proposito, secondo Marazzini, i corpora del VoDIM dovrebbero "risultare bilanciati, con larga e significativa presenza della lingua non letteraria" (Marazzini 2016, p. 161).
[8] Di seguito l'elenco completo delle categorie con cui sono stati marcati in XML/TEI i testi che compongono l'intero corpus del VoDIM: alpinismo, arte, astronomia, biologia, chimica, critica d'arte, cucina, diritto, economia, filosofia, fisica, fisiologia, fotografia, fumetto, genetica, geologia, giornali, linguistica, manuale di pittura, medicina, melodramma, meteorologia, paraletteratura - divulgazione, paraletteratura - ragazzi, paraletteratura - romanzi, paraletteratura - galateo, poesia, politica, politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia, politica discorsi, prosa letteraria, scienza, scienze naturali, storia, teatro - commedia, tecnica, tecnologia, trattato di pittura, verismo (cfr. http://vodim.accademiadellacrusca.org; cfr. anche Gualdo 2018a, p. 200, n. 13 e Marazzini-Maconi 2018, p. 100, nota 4). Sui criteri e sulle scelte di costruzione del corpus si vedano i contributi contenuti in Marazzini-Maconi 2016.
[9] Cfr. Biffi 2016.
[10] Queste le categorie semantiche con cui sono stati marcati in XML i testi selezionati per il sottocorpus dell'arte (cfr. nota 8).
[11] Sulle riflessioni sul VoDIM e sui modelli proposti per le voci lessicografiche si vedano in particolare: Marazzini-Maconi 2018, Gualdo 2018b, Tarallo 2018, Barbera 2018, Telve 2018, Bertini Malgarini-Biffi-Vignuzzi 2019.
[12] Riteniamo che una griglia generale di riferimento sia assolutamente indispensabile, "in quanto può essere di aiuto ai redattori per mantenere una salda omogeneità di struttura" (Barbera 2018, p. 145).
[13] Cfr. nota 11.
[14] Cfr. Bertini Malgarini-Biffi-Vignuzzi 2019, pp. 361-364.
[15] Il progetto del VoSCIP si è incrociato più volte, nel corso degli anni, col progetto del VoDIM (cfr. Bertini Malgarini-Caria-Vignuzzi 2016, Bertini Malgarini-Biffi-Vignuzzi 2018, Bertini Malgarini-Vignuzzi 2018, Bertini Malgarini-Biffi-Vignuzzi 2019).
[16] D'ora in poi ci riferiremo esclusivamente alle voci dell'arte su cui ha lavorato l'unità di ricerca di Firenze e alle scelte maturate durante le fasi operative.
[17] Prioritaria ma non esclusiva, poiché alcuni limiti oggettivi impediscono al VoDIM di essere concepito quale dizionario interamente corpus driven. Su questo problema si è soffermato Manuel Barbera: "Un’opera lessicografica che voglia essere completamente corpus driven, come l’impresa sinclairiana del COBUILD, ammesso che ciò sia davvero auspicabile, richiede perlomeno dei corpora di base ben bilanciati e pressoché perfetti o comunque adeguati. Condizione, purtroppo, da cui siamo, e verosimilmente resteremo, abbastanza lontani, sicché dobbiamo premunirci, predisponendo (e il più possibile automatizzando) il ricorso a delle fonti lessicografiche secondarie" (Barbera 2018, p. 152).
[18] Naturalmente partiamo dal presupposto che un redattore non possa prescindere dall'elaborazione introspettiva (cfr. Riccio 2016, pp. 37-39).
[19] Biffi-Ferrari 2020, p. 358.
[20] Barbera 2018, p. 138.
[21] CoLIWeb, quindi, andrebbe ad affiancarsi come corpus massivo al corpus centrale del VoDIM, precisamente per la parte sincronica che va dal 2000 al 2014 (cfr. Biffi 2016 e Biffi 2018).
[22] Per una presentazione e una descrizione di CoLIWeb si veda l'articolo di Biffi-Ferrari 2020.
[23] A tal proposito, ci sembra opportuno condividere le parole di Marazzini: "[...] l'interesse di un grande vocabolario non sta nella lingua di più comune uso, ma nelle accezioni particolari, tecniche, meno comuni o rare, cioè quelle che è difficile trovare altrove, avvalendosi di strumenti quali i normali vocabolari dell'uso" (Marazzini-Maconi 2018, p. 101).
[24] Cfr. note 14 e 15 (in particolare si vedano Bertini Malgarini-Biffi-Vignuzzi 2018, pp. 94-96 e, per una proposta più recente, Bertini Malgarini-Biffi-Vignuzzi 2019, pp. 363-364).
[25] Per le combinazioni lessicali abbiamo scelto la medesima soluzione tipografica proposta e adottata nella costruzione delle voci in Marazzini-Maconi 2018.
[26] Bertini Malgarini-Caria-Vignuzzi 2016, p. 61.
[27] Così predisposto, il campo 0.4. si avvicinerebbe a quell'impostazione descrittiva, storica e discorsiva che Serianni e Simone hanno immaginato per le voci di una lessicografia radicalmente rinnovata (cfr. Serianni 2016 e Simone 2016), e quello "stesso modello può essere da noi applicato a lemmari settoriali" (Marazzini-Maconi 2018, p. 118).
[28] Durante le fasi di ricerca, per individuare le combinazioni lessicali ci siamo serviti dell'opzione di visualizzazione KWIC (KeyWord In Context), utilizzando provvisoriamente il programma AntConc, grazie a cui è stato possibile isolare sia il contesto a destra sia il contesto a sinistra rispetto alla parola chiave (per le funzionalità di AntConc si rimanda a Riccio 2016, pp. 39-46; peraltro AntConc era già stato adoperato da Marazzini-Maconi 2018 e da Gualdo 2018b nella costruzione delle proprie voci-pilota). Attualmente la ricerca tramite KWIC è disponibile – sebbene in forma ancora provvisoria – nel corpus VoDIM (vodim.accademiadellacrusca.org).
[29] Sia per il dizionario di Francesco Milizia sia per gli altri dizionari specialistici si rimanda ai Riferimenti bibliografici.
[30] Di seguito le quattro banche dati interrogabili simultaneamente: Trattati d'arte del Cinquecento; Per un lessico artistico: testi dal XVIII al XX secolo; La lingua della storia dell'arte nel XX secolo: Roberto Longhi; La lingua della storia dell'arte nel XX secolo: Manifesti futuristi (cfr. http://mla.accademiadellacrusca.org/contenuti/link). Per informazioni sul progetto nato dalla collaborazione tra l'Accademia della Crusca e la Fondazione Memofonte, si consulti il sito http://mla.accademiadellacrusca.org.
[31] Si è optato per una selezione di esempi piuttosto ridotta, anche in ragione del fatto che la piattaforma VoDIM (vodim.accademiadellacrusca.org) è accessibile non solo agli addetti ai lavori, ma a qualunque tipo di utente, a cui viene data la possibilità di consultare e di interrogare il corpus liberamente, mediante opzioni di ricerca semplice o avanzata, e di esplorare autonomamente tutti i contesti disponibili. Cfr. Bertini Malgarini-Biffi-Vignuzzi 2018, p. 95.
La nostra scelta, perciò, si muove in una direzione diversa rispetto a quella propugnata da Claudio Marazzini e Ludovica Maconi, secondo cui "la voce dovrà contenere tutti gli autori del corpus VoDIM che attestano la parola nel significato registrato; per ogni autore si riporterà un solo esempio, selezionato per rappresentatività, badando a ricavare esempi di senso compiuto, che in qualche modo caratterizzino efficacemente la parola lemmatizzata, senza essere troppo lunghi" (Marazzini-Maconi 2018, p. 109). Tale criterio, infatti, potrà rivelarsi fattibile per voci con bassa frequenza (= numero limitato di occorrenze) o concentrate in pochi autori del corpus (= numero medio-alto di occorrenze, ma distribuite su un numero ridotto di testi/autori); al contrario, esso risulterà dispendioso per i casi più complessi. Ad esempio, per il lemma schizzo (cfr. oltre), se volessimo riportare un esempio per ogni autore, saremmo costretti a elencare 14 contesti, col rischio di appesantire la scheda eccessivamente.
[32] Simone 2016, p. 18.
[33] Ivi, p. 17.
[34] Gualdo 2018a, p. 194.
[35] Ibidem.
[36] Ibidem. Questa terza categoria di utenti comprenderebbe coloro che, per professione, utilizzano i linguaggi tecnico-specialistici, e che quindi consulterebbero il VoDIM per «cercare un aiuto all'uso corretto, scritto e parlato [...]; un appiglio sicuro cui fare affidamento per usare bene la lingua italiana anche quando deve trattare argomenti "di bottega"» (ibidem). Cfr. anche Marazzini-Maconi 2018, p. 118.
[37] Bertini Malgarini-Biffi-Vignuzzi 2019, pp. 362-363.
[38] Per la redazione del VoDIM, si potrebbe accogliere la proposta di Biffi e propendere per «un tracciato di scheda lessicografica denso, in cui sono previsti numerosi campi, da quelli di interesse più generale a quelli di più specifica natura specialistica [...]. E – in un'ottica vicina a quella del Web 2.0 che prevede una larga interazione con i consultatori fino a lasciare loro aperta la possibilità di costruire percorsi personalizzati di consultazione – alle varie griglie guidate può essere associato un applicativo che consenta di selezionare i campi disponibili per creare schede personalizzate combinando i vari campi della "metascheda"» (ivi, p. 362).
[39] Marazzini-Maconi 2018, p. 118.
[40] Serianni 2016, p. 35.
[41] Gualdo 2018a, p. 211.
[42] Cfr. www.stazionelessicografica.it. Sulla progettazione della "stazione lessicografica" si vedano: Biffi 2018, Bertini Malgarini-Biffi-Vignuzzi 2019, pp. 361-362 e Biffi-Ferrari 2020, pp. 360-362.
[43] www.gdli.it
[45] http://www.treccani.it/vocabolario/
[46] https://dizionario.internazionale.it
[47] Cfr. supra e Biffi-Ferrari 2020.
[48] https://www.archidata.info
[49] https://ricerca.repubblica.it
[50] Marazzini-Maconi 2018, p. 118.
[51] Cfr. nota 28.
Riferimenti bibliograficI:
Barbera 2018 = Manuel Barbera, Approssimazioni al VoDIM, "Italiano digitale", VII, 2018/4, pp. 138-158.
Bertini Malgarini-Biffi-Vignuzzi 2018 = Patrizia Bertini Malgarini - Marco Biffi - Ugo Vignuzzi, Dal corpus al dizionario: prime riflessioni lessicografiche sul "Vocabolario storico della cucina italiana postunitaria" (VoSCIP), in JADT '18. Proceedings of the 14th international conference on statistical analysis of textual data, a cura di Domenica Fioredistella Iezzi, Livia Celardo e Michelangelo Misuraca, Roma, Universitalia, vol. I, pp. 90-98.
Bertini Malgarini-Biffi-Vignuzzi 2019 = Patrizia Bertini Malgarini - Marco Biffi - Ugo Vignuzzi, Dal Vocabolario storico della cucina italiana postunitaria (VoSCIP) al Vocabolario Dinamico dell'Italiano Moderno (VoDIM): riflessioni di metodo e prototipi, "Studi di lessicografia italiana", XXXVI, pp. 341-366.
Bertini Malgarini-Caria-Vignuzzi 2016 = Patrizia Bertini Malgarini - Marzia Caria - Ugo Vignuzzi, Per un "Vocabolario storico della cucina italiana postunitaria": il progetto dell'Accademia della Crusca in L’italiano del cibo, Atti della "Piazza delle lingue" dell'Accademia della Crusca, 2015, a cura di Silvia Morgana, Domenico De Martino, Giulia Stanchina, Firenze, Accademia della Crusca, pp. 55-70.
Bertini Malgarini-Vignuzzi 2018 = Patrizia Bertini Malgarini - Ugo Vignuzzi, Il progetto del Vocabolario storico della cucina italiana postunitaria, in "Acciò che 'l nostro dire sia ben chiaro". Scritti per Nicoletta Maraschio, a cura di Marco Biffi, Francesca Cialdini e Raffaella Setti, Firenze, Accademia della Crusca, vol. I, pp. 85-92.
Biffi 2016 = Marco Biffi, Progettare il corpus per il vocabolario postunitario, in Marazzini-Maconi 2016, pp. 259-280.
Biffi 2018 = Marco Biffi, Strumenti informatico-linguistici per la realizzazione di un dizionario dell'italiano post-unitario, in JADT '18. Proceedings of the 14th international conference on statistical analysis of textual data, a cura di Domenica Fioredistella Iezzi, Livia Celardo e Michelangelo Misuraca, Roma, Universitalia, vol. I, pp. 99-107.
Biffi-Ferrari 2020 = Marco Biffi - Alice Ferrari, Progettare e realizzare un "corpus" dell'italiano nella rete: il caso del "CoLIWeb", "Studi di lessicografia italiana", XXXVII, pp. 357-374.
Gualdo 2018a = Riccardo Gualdo, Un nuovo Vocabolario dinamico dell'italiano. Il lessico specialistico e settoriale, "Studi di lessicografia italiana", XXXV, pp. 193-216.
Gualdo 2018b = Riccardo Gualdo, Il Vocabolario dinamico dell'italiano moderno e il linguaggio della politica "parlamentare". Proposta di voce lessicografica per il redigendo VoDIM, "Italiano digitale", VII, 2018/4, pp. 120-131.
Marazzini 2016 = Claudio Marazzini, Presentazione del progetto PRIN 2012 e compiti dell'unità dell'UPO nel settore del linguaggio scientifico, in Marazzini-Maconi 2016, pp. 161-170.
Marazzini-Maconi 2016 = L'italiano elettronico. Vocabolari, corpora, archivi testuali e sonori, Atti della "Piazza delle lingue" dell'Accademia della Crusca, 2014, a cura di Claudio Marazzini e Ludovica Maconi, Firenze, Accademia della Crusca.
Marazzini-Maconi 2018 = Claudio Marazzini, Ludovica Maconi, Il Vocabolario dinamico dell'italiano moderno rispetto ai linguaggi settoriali. Proposta di voce lessicografica per il redigendo VoDIM, "Italiano digitale", VII, 2018/4, pp. 100-119.
Riccio 2016 = Anna Riccio, Gli strumenti per la ricerca linguistica. Corpora, dizionari e database, Roma, Carocci.
Serianni 2016 = Luca Serianni, Ha un futuro il dizionario dell'uso?, in Marazzini-Maconi 2016, pp. 33-45.
Simone 2016 = Raffaele Simone, Il dizionario del futuro, in Marazzini-Maconi 2016, pp. 17-32.
Tarallo 2018 = Claudia Tarallo, Scritti e discorsi del Cattolicesimo sociale: tre casi lessicografici, "Italiano digitale", VII, 2018/4, pp. 132-137.
Telve 2018 = Stefano Telve, L'oralità parlamentare trascritta (1861-1921): un modello di lingua istituzionale moderna, "Studi di lessicografia italiana", XXXV, pp. 217-244.
Dizionari e banche dati:
CRUSCA V = Vocabolario degli Accademici della Crusca, Quinta impressione, Firenze, Tip. Galileiana, 1863-1923, 11 voll. (A-Ozono), consultabile in rete all'indirizzo www.lessicografia.it.
D.a.f. 1960 = Dizionario delle arti figurative: arazzeria, architettura, ceramica, critica, iconografia, incisione, mobilio, oreficeria, pittura, scultura, a cura di Biagio Garzena, Bologna, Zanichelli.
DEI = Carlo Battisti, Giovanni Alessio, Dizionario Etimologico Italiano, Firenze, Barbèra, 1975.
DEV-OLI 18 = Giacomo Devoto, Gian Carlo Oli, Luca Serianni, Maurizio Trifone, Nuovo Devoto-Oli. Il Vocabolario dell'italiano contemporaneo, Milano, Le Monnier, 2017.
DEV-OLI 19 = Giacomo Devoto, Gian Carlo Oli, Luca Serianni, Maurizio Trifone, Nuovo Devoto-Oli. Il Vocabolario dell'italiano contemporaneo, Milano, Le Monnier, 2018.
D.I.P.A.I. 2005 = Chiara Silvestrini, Dizionario illustrato plurilingue di arte italiana: architettura, scultura, pittura, iconografia, arti minori, generi, movimenti, stili, restauro, tecniche, materiali, strumenti, Perugia, Guerra.
Ferrari 2002 = Simone Ferrari, Dizionario di arte e architettura. I termini, le correnti, i concetti, Milano, Mondadori.
GDLI = Salvatore Battaglia, Grande dizionario della lingua italiana, fondato da Salvatore Battaglia, poi diretto da Giorgio Bàrberi Squarotti, Torino, UTET, 1961-2002, 21 voll.; Supplemento 2004, diretto da Edoardo Sanguineti, 2004; Indice degli autori citati nei volumi I-XXI e nel Supplemento 2004, a cura di Giovanni Ronco, 2004; Supplemento 2009, a cura di Edoardo Sanguineti, 2008. (Consultabile nella versione online all'indirizzo www.gdli.it)
GRADIT = Grande dizionario italiano dell'uso, diretto da Tullio De Mauro, Torino, UTET, 1999-2000, con aggiornamento del 2003 e del 2007, con CD-ROM (dispositivo USB nel 2007).
Grassi-Pepe 1994 = Luigi Grassi, Mario Pepe, Dizionario dei termini artistici, Milano, TEA.
Jaoul 1874 = Francesco Jaoul, Vocabolario di architettura e di arti affini ordinato per rubriche [...], Napoli, Stabilimento Tipografico del cav. Gennaro De Angelis.
Le parole dell'arte = Le parole dell'arte. Per un lessico della storia dell'arte nei testi dal XVI al XX secolo: portale consultabile all'indirizzo http://mla.accademiadellacrusca.org
Milizia 1797 = Dizionario delle belle arti del disegno estratto in gran parte dalla Enciclopedia metodica da Francesco Milizia, Bassano, 2 tomi.
NDELI = Manlio Cortelazzo, Paolo Zolli, Il nuovo Etimologico. DELI, Dizionario etimologico della lingua italiana, seconda edizione in volume unico a cura di Manlio Cortelazzo e Michele A. Cortelazzo, Bologna, Zanichelli, 1999.
NOC = Alberto Nocentini, l'Etimologico. Vocabolario della lingua italiana, Firenze, Le Monnier, 2010 (consultabile anche in versione elettronica su eLexico.com)
Sabatini-Coletti 2008 = Il Sabatini-Coletti. Dizionario della lingua italiana, diretto da Francesco Sabatini, Vittorio Coletti, Milano, Rizzoli Larousse, 2007.
TB = Niccolò Tommaseo, Bernardo Bellini, Dizionario della lingua italiana, Torino, Unione tipografico-editrice torinese, 1861-1879, 4 voll. in 8 tomi; disponibile in rete anche la versione elettronica all’indirizzo www.tommaseobellini.it.
TLIO = Opera del Vocabolario Italiano, Tesoro della Lingua Italiana delle Origini (1997 – in corso), vocabolario online consultabile all'indirizzo http://tlio.ovi.cnr.it/TLIO/.
Treccani online = http://www.treccani.it/vocabolario/
TRECC 17 = Il vocabolario Treccani. Il Treccani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia italiana, 2017.
ZING 19 = Nicola Zingarelli, Lo Zingarelli 2019. Vocabolario della lingua italiana, con cd-rom, a cura di Mario Cannella e di Beata Lazzarini e con la collaborazione di Luciano Canepari et al., ristampa 2019 della tredicesima edizione, Bologna, Zanichelli, 2018.
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