"Il Vocabolario dinamico dell’italiano moderno" e il linguaggio della politica. “parlamentare”. Proposta di voce lessicografica per il redigendo VoDIM

di Riccardo Gualdo

L'articolo è la versione cartacea della relazione presentata nel corso del convegno del gruppo di ricerca nazionale dal titolo La lingua degli scienziati italiani e il VoDIM. La situazione e le proposte per il Vocabolario dinamico rispetto ai linguaggi settoriali, che si è tenuto il 16 luglio 2018 nella sede l’Accademia. Il convegno era dedicato a uno dei grandi progetti strategici dell’Accademia della Crusca: il Vocabolario Dinamico dell’Italiano Moderno (VoDIM). Il VoDIM rappresenta il ritorno dell’Accademia alla diretta attività lessicografica dopo la sospensione dei lavori della quinta impressione nel 1923, e si collega a due PRIN diretti a livello nazionale dal Presidente Claudio Marazzini: il PRIN 2012 Corpus di riferimento per un Nuovo Vocabolario dell’Italiano moderno e contemporaneo. Fonti documentarie, retrodatazioni, innovazioni, a cui hanno partecipato numerose Università italiane (Piemonte Orientale, Milano, Genova, Firenze, Viterbo, Napoli, Catania) e il CNR (in particolare l’ITTIG); e il PRIN 2015 Vocabolario dinamico dell’italiano post-unitario, ancora in corso, a cui partecipano le stesse Università con l’aggiunta di quella di Torino.

Il mio breve intervento si affianca, riprendendone in parte anche il titolo, a quello pubblicato da Claudio Marazzini e Ludovica Maconi in questo stesso numero della rivista[1]. Do dunque per noti il contesto scientifico e le caratteristiche del progetto VoDIM, ben tratteggiati in quell’articolo. La proposta riguarda un lemma centrale per il linguaggio politico moderno, l’aggettivo parlamentare, anche sostantivato per indicare un componente dell’assemblea. Per motivi semantici ed etimologici aggiungerò anche qualche osservazione su parlamentario.

Per le stesse ragioni richiamate da Marazzini e Maconi, userò come base le voci del GDLI, mentre come fonte di arricchimento e approfondimento attingerò esempi dal sottocorpus di resoconti dei dibattiti parlamentari del Regno dal 1861 al 1921 su cui ha lavorato l’unità di ricerca di Viterbo[2]. Questi testi, come proverò a mostrare, non aiutano tanto ad aggiungere a parlamentare significati nuovi o specifici, ma arricchiscono il quadro delle collocazioni e degli usi, e soprattutto spostano il fuoco della lente del dizionario dalla documentazione letteraria, ancora dominante nel XII tomo del GDLI, pubblicato nel 1984, a quella della vita politica italiana in azione, vivacemente rappresentata dai dibattiti in aula[3].

Basta poi solo accennare a una circostanza nota anche fuori delle stanze dei lessicografi: parlamento è un europeismo che ha sviluppato il suo significato moderno nell’Inghilterra del XVII secolo[4]: documentare l’uso postunitario di un suo derivato è anche un modo per valorizzare il contributo della lingua italiana alle vicende di una parola centrale nel linguaggio politico internazionale.

Come Marazzini e Maconi, anch’io ho usato per esplorare il sottocorpus il programma di concordanze gratuito AntConc, confrontandolo con uno dei tre motori di ricerca attualmente disponibili, quello realizzato dall’Istituto di linguistica computazionale (ILC) del CNR di Pisa.

Vediamo subito la voce parlamentare3 del GDLI (vol. XII, pp. 611b-612c) [5]:

Parlamentare3, agg. Polit. Proprio, caratteristico del Parlamento, delle sue procedure, del comportamento e delle abitudini dei suoi membri; che si compie nel Parlamento, che vi si determina (o, anche, vi si usa).
Tommaseo [s v.]: ‘Parlamentare’: oggidì più comune che parlamentario; ma se ne abusa, come de’ parlamenti e della parola. Io direi giurisprudenza parlamentare quella che è costituita e risulta dalle decisioni e deliberazioni de’ parlamenti. Mazzini, II-786: Scimmiottare il vuoto frasario parlamentare d’uomini che hanno, da lungo, patria, unità, potenza non minacciate. Carducci, III-25-22: La vita parlamentare dal 1860 in i non fu che una continua demenza. Oriani, X-7-112: offeso quotidianamente dalle fatali viltà di una politica parlamentare che mirava a sminuire la grandezza della sua opera per ingrandirne la monarchia di Savoia. D’Annunzio, V-1-907: L’uomo che qui non si nomina riduceva la nostra vita publica a un commercio furtivo tra le sue clientele ignobili e la degenerazione parlamentare. Panzini, III-381: Le sue opinioni erano tali contro gli ordinamenti parlamentari che oggi sarebbe cosa ingenerosa riferire. Pirandello, 5-96: Lo splendido discorso alla Camera dei deputati nella discussione del bilancio della pubblica istruzione... gli aveva creato una vera posizione parlamentare, come tutti i giornali assicuravano. Beltramelli, I-137: Uomini politici che hanno l’intelligenza di un grillo..., saliti al potere per mene parlamentari, per vane ambizioni personali.
- Con uso neutro. Cavour, III-224: Io non so se sia molto parlamentare il fondarsi sopra presunzioni e sopra intenzioni poco leali.
- Sostant. B. Croce, IV-12-236: Mi accadde di notare una sorta di paura per questa prova di pubblica discussione che ha del parlamentare.
- Alchimia parlamentare: nel gergo giornalistico, la particolare composizione di una votazione o di uno schieramento in Parlamento.
Panzini, IV-16: ‘Alchimia parlamentare’: locuzione metaforica, per significare il lavoro nella politica, conforme più agli interessi dei deputati che a quello della nazione. Originariamente significò lo studio dei voti alla Camera, per vedere se il valore numerico di essi può altrimenti interpretarsi.
- Baracca parlamentare: nella polemica fascista, il Parlamento in quanto organismo politico inefficiente e antiquato. Montale, 3-205: Tutti i fari puntavano sulla tavola e sui banchettanti, minacciati, l’una e gli altri, da un’irruzione di carri armati che, uscendo dalle tenebre, correvano a dar di cozzo nell’immonda baracca parlamentare, con lo scopo... di rovesciarla in Arno.
- Battaglia, tempesta parlamentare: contrasto radicale, che si manifesta con accesi toni polemici da parte degli opposti schieramenti che costituiscono il Parlamento, sull’approvazione di una data legge o su un indirizzo politico o su una decisione da prendere.
Leoni, 564: Il ministero Rattazzi non resse alla tempesta parlamentare, si dimise, sostituito dal Farini. Periodici popolari, I-689: A noi, troppa gioia inonda ora l’anima per discorrervi pacatamente della battaglia parlamentare, che durò un intiero giorno. L. Giurato [«Stampa Sera», 24-1-1983], 1: Nella battaglia parlamentare, oltre ai ‘franchi tiratori’ saranno i comunisti a rendere la vita molto dura al Presidente del Consiglio.
Sconfitta parlamentare, insuccesso di una mozione o di una proposta di legge avanzata dal governo o da uno schieramento politico del Parlamento in seguito a regolare votazione all’interno dell’assemblea.
A. Coppola [«L’Unità», 9-XI1-1982], 1: Ronald Reagan ha subito la più pesante sconfitta parlamentare da quando è entrato alla Casa Bianca.
- Commissione parlamentare: v. Commissione, n. 5.
- Gruppo parlamentare, l’insieme dei membri di una Camera del Parlamento (o di una Commissione della Camera stessa) che sono stati eletti nelle liste di un medesimo partito. - In partic.: la stabile organizzazione a cui, nell’ambito di ciascuna Camera del Parlamento, dànno luogo i membri che sono stati eletti nelle liste di un medesimo partito o movimento politico e che vengono cosi a trovarsi soggetti a una comune disciplina politica di partito (i gruppi partecipano anche alla vita del Parlamento nel suo insieme, e a tal fine esiste un apposito gruppo, detto gruppo misto, a cui appartengono i parlamentari che non fanno capo a nessun partito o che fanno capo a partiti che non hanno il numero sufficiente di eletti per costituire un proprio gruppo).
Ojetti, 1-116: L’onorevole, congestionato d’ira contro l’astuzia del giudice e la petulanza delle mosche, si lamentava che i suoi colleghi del gruppo parlamentare l’avessero sconsigliato dal presentare su questo caso un’interrogazione al ministro della Giustizia. Costituzione detta Repubblica Italiana, 72: Il regolamento... può altresì stabilire in quali casi e forme l’esame e l’approvazione dei disegni di legge sono deferiti a commissioni, anche permanenti, composte in modo da rispecchiare la proporzione dei gruppi parlamentari.
- Immunità parlamentare: v. Immunità, n. 2. - Inchiesta parlamentare: v. Inchiesta, n. 2. - Incompatibilità parlamentare: v. Incompatibilità, n. 3. - Indennità parlamentare: v. Indennità, n. 3. - Iniziativa parlamentare: v. Iniziativa, n. 5. - Maggioranza parlamentare: v. Maggioranza, n. 2.
- Opposizione parlamentare: al/[p. 612a]l’interno del Parlamento, schieramento politico in contrasto con la linea del governo.
- Ostruzionismo parlamentare: v. Ostruzionismo.
- Vacanza parlamentare: momentanea sospensione dell’attività legislativa, per lo più in corrispondenza di festività o ricorrenze o periodi feriali.
- Pronunciato nel Parlamento (un discorso, un messaggio); tipico dei discorsi pronunciati in Parlamento.
Amari, 1-III-760: Il poeta... risponde, seguendo non solamente il metro e le rime, ma facendo ancor la parafrasi di ciascuna idea, come in un indirizzo parlamentare con cui l’uso che si riscontri per filo e per segno il discorso del trono. Carducci, II-10-122: Per voi ci voglion dei deputati, dei senatori, dei ministri; e dei resoconti e discorsi parlamentari stampati in carta villana con caratteri consunti. Faldella, I-4-52: Il Governo sardo, che agli spiriti impazienti pareva pigro e pusillo, ora fa maravigliare i lettori dei documenti storici per l’altezza audace delle sue note diplomatiche e delle sue dichiarazioni parlamentari. Jahier, 70: Trombonate di prosa parlamentare.
- Interpellanza parlamentare: v. Interpellanza, n. 2. - Interrogazione parlamentare: v. Interrogazione, n. 4.
- Discusso, approvato, emanato dal Parlamento (una legge, una mozione).
Balbo, 5-305: Nei paesi continentali... fecersi certe ‘riunioni’, quasi private, d’ognuna delle parti, per discutervi e prepararvi secondo gl’interessi di essa le deliberazioni parlamentari. Cattaneo, VI-1-297: Nel 1781 un nuovo atto parlamentare, lamentando che nel carcere i «prigionieri divenivano più dissoluti», prescriveva le celle separate ai più malvagi.
- Che ha luogo all’interno del Parlamento e delle procedure che ne regolano l’attività (un’iniziativa, un dibattito, una discussione, una seduta, un voto).
Pascarella, 2-400: Lassù non pervengono notizie di scioperi né agitazioni di ferrovieri né l’eco delle discussioni parlamentari. D’Annunzio, III-1-9: Dalla discussione parlamentare su le cose della Marina l’onorevole Brin e uscito avvolto d’un certo luccicor di trionfo. Soldati, 2-222: Tre giorni prima del delitto, e cioè il 7 giugno, nell’ultima seduta parlamentare a cui aveva preso parte, aveva presentato alla Camera un’interpellanza. A. Ronchey [«L’Espresso», 25-VII-1982], 15: La caduta del governo avrebbe dovuto avvenire solo dopo un voto parlamentare contrario. A. Carini [«La Repubblica», 6-VIII-1982], 2: È un giudizio senza appello fatto sulla scorta di una puntigliosa analisi delle vicende parlamentari del decreto, conclusesi mercoledì sera con la bocciatura in Parlamento.
- Frequentato da membri del Parlamento.
P. Petrocchi [s. v.]: Circoli parlamentari.
- Che accetta l’istituto del Parlamento e i princìpi politici (di democrazia rappresentativa) a cui esso è ispirato; che ha propri rappresentanti eletti al Parlamento (un partito o movimento politico, in contrapposto a antiparlamentare, extraparlamentare).
De Sanctis, II-15-193: Gli uomini della Sinistra hanno avuto il buon senso di capire che, se volevano servire efficacemente e realmente il paese, era necessario prendere un’attitudine parlamentare e costituzionale, separandosi nettamente da quelli che sono rimasti al di fuori. B. Croce, III-22-177: Il socialismo, che da rivoltoso era diventato parlamentare, da parlamentare del ‘tutto o nulla’ e della perpetua negazione divenne a poco a poco collaboratore con gli altri partiti ed evoluzionistico e riformistico. Bacchelli, 1-II-423: Il partito delle Sinistre parlamentari e delle tendenze politiche radicali... avviliva nelle istituzioni e in sé la dignità delle idee politiche.
- Costituito da deputati eletti dai cittadini. Periodici popolari, I-290: È in questo senso che noi crediamo vada inteso il principio della sovranità nazionale... rappresentato dal concorso del popolo nel fare le leggi col mezzo della parlamentare rappresentanza.
- Che si fonda su organismi rappresentativi eletti dai cittadini, dal cui voto di fiducia dipende la stabilità dell’esecutivo (un governo, un sistema costituzionale).
Balbo, 5-411: Corre una voce in parecchi paesi dell’Europa continentale: che il governo rappresentativo, o parlamentare che si voglia dire, sia non più che una moda nuova e non duratura, fugace. Ojetti, III-132: Suckert prevede che la nuova Camera sarà, s’intende, per quattro quinti fascista e che Mussolini dovrà finire a difendere contro questa maggioranza violenta le istituzioni parlamentari. Einaudi, 86: Sarebbe parlamentare quel governo il quale deriva... la sua origine, costituzione ed autorità dalla camera elettiva. Gramsci, 4-57: Questa letteratura è una conseguenza... delle innovazioni ‘di fatto’ introdotte nel regime costituzionale per avviarlo a una forma di regime parlamentare. P. Soldini [«L’Unità», 9-XI-1982], 7: Sono passati tanti anni, ma la democrazia parlamentare [in Germania] si sente ancora fragile e chiede cautele.
- Caratterizzato da un tale sistema di governo (una nazione). D. Martelli, 52: Daumier è stato il vero pittore della Francia di mezza tacca, parlamentare, burocratica ed affarista.
- Formato dai membri di diversi Parlamenti nazionali. Ojetti, I-64: Offro modestamente in dono all’unione parlamentare di tutte le democrazie la gentilissima affermazione del Marradi.
- Che studia il Parlamento e i suoi meccanismi istituzionali (una dottrina).
Mazzini, 62-406: Come il correggere alcuni abusi negli Stati Romani possa portare rimedio a una situazione di cose che tocca principalmente le provincie Lombardo-Venete, è mistero da lasciarsi alla scienza parlamentare dell’Inghilterra ‘officiale’.
2. Che riferisce o riporta l’attività che si svolge in Parlamento.
- Cronaca parlamentare: resoconto dell’attività del Parlamento tracciato da un cronista a ciò autorizzato.
- Disus. Lettera parlamentare: consuntivo, reso pubblico, delle discussioni che si sono svolte in seno al Parlamento. P. Petrocchi [s. v.]: ‘Lettere parlamentari’: che parlano di cose del parlamento.
- Cronista, resocontista parlamentare: giornalista ammesso a seguire i lavori delle Camere e delle commissioni del Parlamento e a farne un resoconto scritto, sui quotidiani, o a voce, nelle trasmissioni televisive e radiofoniche. F. De Vito [«L’Epresso», 21-X1-1982], 17: Ai cronisti parlamentari, [Spadolini] aveva annunciato: «Il principio della collegialità nell’attività di governo è una questione morale».
3. Che fa parte del Parlamento, che ne è membro effettivo, in qualità di deputato o senatore, eletto dai cittadini di un dato collegio.
Mazzini, 69-325: I voti suggeriti dall’idea dell’epoca al patriziato russo contrastano... colle idee che dirigeranno le decisioni dei più tra i vostri uomini parlamentari. Bacchelli, 2-XIX-88: L’azione vera e propria di Croce politico, quale oppositore parlamentare del governo fascistico e poi quale uomo di partito e di governo negli anni più critici della guerra e della costituzione d’Italia.
- Sostant. Ferd. Martini, 5-135: Avrei voluto, c’è da figurarselo, dire al grande parlamentare, al signore dalla parola forbita e còlta, Dio sa quante cose, per esprimergli tutta la commossa gratitudine dell’animo. B. Croce, IV-ll-11: Un parlamentare, ministro nel gabinetto Nitti, a cui fu rivolta la domanda quale fosse il programma del governo, rispose con un motto scherzoso... : «Combattere i combattenti». E. Cecchi, 8-64: Non è senza ragione che, fra i principali azionisti dell’Armstrong si trovassero con sessanta membri dell’aristocrazia inglese, cinque vescovi ed otto parlamentari.
4. Per estens. Pieno di tatto, rispettoso della forma e delle convenienze; cauto, avveduto, diplomatico (un comportamento, una frase).
5. Sm. Stor. Durante la prima guerra civile inglese (1642-1648), fautore delle prerogative del Parlamento in opposizione alla politica assolutistica del re Carlo I.
Periodici popolari, I-425: Carlo I aveva combattuto valorosamente i parlamentari.
= Deriv. da parlamento, n. 4-6; cfr. fr. parlementaire (nel 1600). V. anche Parlamentario1.

Come si vede, anche solo il lemma parlamentare3 è ampio e ben sfaccettato. S’impongono subito all’attenzione alcuni problemi semantici, cui accennerò brevemente per approfondirli in altra sede. i valori soggettivo (‘proprio del parlamento, che avviene in parlamento, che proviene dal parlamento’) e oggettivo (‘che riguarda il parlamento, che studia il parlamento’) di parlamentare si intrecciano e si confondono, talvolta anche con quelli estensivi[6]; inoltre alcune sottoaccezioni sembrano motivate più dal significato del nome che si accompagna a parlamentare che dall’aggettivo stesso[7]. Colpisce poi, fin dal primo esempio tratto dal Tommaseo, il numero di passi che offrono un’immagine negativa dell’istituzione parlamentare, anche quando il significato dell’aggettivo è del tutto neutro.

Sotto questo aspetto, la soluzione adottata dai maggiori vocabolari sincronici è diversa.

Il VOLIT riassume tutti i valori dell’aggettivo nella prima accezione, isolando però in una sottoaccezione il significato ‘conforme alla dignità del Parlamento’ e tenendo nella stesso lemma, diversamente dal GDLI che la raccoglie in parlamentare4, l’accezione di parlamentare nel valore di ‘incaricato di svolgere trattative con il nemico’, nel diritto internazionale e in quello di marina. Mi sembra utile riportare la voce completa:

parlamentare1 agg. e s. m. [der. di parlamento]. – 1. agg. a. Del Parlamento, che si riferisce al Parlamento: mandato p.; rappresentanza p.; attività p.; lavori p.; dibattito p.; una iniziativa p.; immunità p. (v. immunità, n. 1 b); indennità p., corrisposta ai membri del Parlamento per l’esplicazione delle loro funzioni; inchiesta p. (v. inchiesta); interrogazione, interpellanza p. (v. ai rispettivi sost.); regime p., sistema politico in cui il governo non può essere formato né durare in carica senza la fiducia del Parlamento; commissione p. (v. commissione2, n. 3 a); gruppo p. (v. gruppo, n. 1 a); opposizione p., lo schieramento dei partiti e dei loro rappresentanti che in Parlamento contrastano la linea politica del governo da essi non condivisa; cronaca p., resoconto dell’attività, dei lavori del Parlamento; cronista, giornalista p., giornalista che segue i lavori del Parlamento e delle relative commissioni, di cui fa un resoconto scritto, nei quotidiani, e a voce nelle trasmissioni radiofoniche e televisive. b. Che è conforme alla dignità del Parlamento, e per estens. (anche se ciò non sempre corrisponde alla realtà), che rispetta le convenienze e le debite forme di cortesia: ha tenuto un linguaggio, un contegno poco p.; dovrebbe usare modi più parlamentari. 2. s. m. e f. Ciascuno dei membri delle due Camere del Parlamento: un p.; una p.; alla manifestazione erano presenti numerosi parlamentari. 3. s. m. In diritto internazionale, parlamentari (o p. di guerra), le persone che il competente organo di uno stato belligerante (comandante supremo, capo di forze isolate, ecc.) invia presso il corrispondente organo nemico per iniziare trattative o fare proposte concernenti la condotta delle operazioni belliche. Anche come agg.: navi p. (o parlamentarie), lo stesso che navi di cartello (v. cartello2, n. 3).

Il GRADIT opta per una definizione ancor più scarna, ma segue sostanzialmente lo stesso ordine scelto dal VOLIT; anche in questo caso riporto la voce, eliminando solo le annotazioni in caratteri speciali, inutili ai nostri fini:

1parlamentare
agg., s.m. e f. [1849; der. di parlamento con 2are]
1 agg. relativo al parlamento: dibattito p., seduta p., lavori parlamentari
2 agg. di giornalista, incaricato di seguire e commentare le sedute del parlamento: cronista, resocontista p.
3 agg. estens., spec. scherz., che è detto o compiuto nel rispetto della forma e delle convenzioni; corretto, diplomatico: modi parlamentari, un contegno poco p.
4 s.m. e f. ciascuno dei membri, deputati o senatori, delle due camere del parlamento: una p. dello schieramento progressista.
5 s.m. e f. dir. intern. " parlamentare di guerra
DERIVATI: antiparlamentare, extraparlamentare, interparlamentare, parlamentarismo, parlamentarista, parlamentaristico, parlamentarizzare, parlamentarizzazione, parlamentarmente
COMPOSTI: europarlamentare, neoparlamentare.

Riporto anche – con minimi tagli – le definizioni di due dizionari di dimensioni più ridotte, il Garzanti e lo Zingarelli.

Garz. 2005
parlamentare1. [...] agg. […] ant. parlamentario […] 1 del parlamento, che si riferisce al parlamento: commissione, dibattito, inchiesta, immunità parlamentare/ regime parlamentare, regime politico in cui il governo è legittimato nelle sue funzioni dalla fiducia che gli accorda il parlamento. 2 (scherz.) si dice di ciò che è detto o fatto nel rispetto della forma e delle convenienze; diplomatico, cortese: un comportamento non troppo parlamentare.[…]

Zing 2017:
parlamentare1. […] 1. Del Parlamento, relativo al Parlamento: iniziativa, dibattito, inchiesta p.; interrogazione, interpellanza p. / immunità p., di cui godono i membri del parlamento / governo p., sistema politico caratterizzato dal controllo esercitato dal parlamento che condiziona la vita e l’azione del governo / diritto p., complesso degli atti legislativi che disciplinano l’ordinamento interno e il funzionamento delle Camere / commissione p., complesso dei membri del Parlamento costituito in modo da rispecchiare la proporzione dei gruppi parlamentari per operare spec. Nel corso di un procedimento legislativo / giornalista p., che segue i lavori del parlamento e delle relative commissioni e ne fa i resoconti. 2. (fig., raro) pieno di tatto, correttezza e dignità (anche scherz.): contegno p. / poco p., scorretto, grossolano. 

La prima cosa da fare, seguendo la traccia suggerita da Marazzini e Maconi, è individuare la più antica attestazione dell’aggettivo nel significato moderno. E subito ci si trova ad affrontare due ostacoli: il DELI indica come primo esempio del significato ampio ‘del parlamento, o ad esso relativo’ l’uso di parlamentario nell’Istoria delle guerre civili d’Inghilterra tra le due case di Lancastro e Iorc (Bologna, 1647) dell’ambasciatore di Venezia Giovan Francesco Biondi, morto due anni prima, riprendendolo dal GDLI; basta scorrere gli esempi che il nostro maggior vocabolario storico porta alla voce relativa per accorgersi che le attestazioni più antiche di parlamentario sono tutte storiche e tutte rinviano a istituzioni straniere, perlopiù ai parlamenti inglesi del XVII secolo; la forma in ‑ario è stata progressivamente superata e poi definitivamente soppiantata da quella in ­­­‑are nel corso dell’Ottocento; è il caso dunque di attestare, come fa il DELI, la prima comparsa dell’aggettivo in un’accezione non completamente sovrapponibile a quella attuale e, soprattutto, in una forma oggi uscita dall’uso? Tornerò su questo tema nelle conclusioni.

Il secondo ostacolo è il comportamento da seguire, partendo dalle attestazioni del GDLI, rispetto ai limiti cronologici del VoDIM; non per tutti gli autori e le opere ottocentesche, infatti, è facile risalire alla data precisa dell’esempio riportato. È questo il caso proprio della più antica attestazione di parlamentare: per il DELI – seguito dal GRADIT – sarebbe il 1849, nei Periodici popolari [del Risorgimento], una raccolta che copre l’arco temporale 1810-1870 ed è anche tra le fonti del GDLI. Però gli esempi riportati dal GDLI (battaglia parlamentare e parlamentare rappresentanza) non sono datati: sembra probabile che il più antico sia il secondo, e senz’altro i curatori del DELI hanno controllato, ma una verifica andrà comunque fatta.

Il problema si pone soprattutto nel caso di opere in più volumi, di raccolte di scritti o di carteggi; è evidente che non si può chiedere a un dizionario storico di fare anche il dizionario etimologico, ma i futuri redattori del VoDIM dovranno programmare minuziosi controlli[8]. Per alcuni di questi, fortunatamente, è d’aiuto la rete. Dall’epistolario di Alessandro Manzoni il GDLI trae l’unico esempio dell’avverbio parlamentariamente, nell’accezione ‘secondo la tipica prassi parlamentare, attraverso discussioni e contrattazioni (e può avere valore scherz.)’: il Manzoni scherza, evidentemente, perché grazie alla rete si scopre, senza doversi spostare in biblioteca, la data precisa della citazione, il 18 agosto 1866, e il destinatario, il genero Giovanni Battista Giorgini, al quale Manzoni preannuncia una discussione in stile parlamentare nella villa di Brusuglio.

L’ultima questione riguarda le collocazioni: il tema è toccato solo marginalmente da Claudio Marazzini e Ludovica Maconi, i quali tuttavia non mancano di offrire utili riflessioni di metodo. Ne aggiungo qualcuna anch’io.

Non tutte le combinazioni lessicali proposte dal GDLI meritano, a mio parere, d’essere mantenute, se non in un archivio specifico destinato agli specialisti di storia del lessico[9]. Vi sposterei senz’altro quelle metaforiche e occasionali, da alchimia a baracca, battaglia e tempesta parlamentare, mentre cancellerei senza rimpianti sconfitta parlamentare, che sembra il risultato di un aggiornamento ottenuto ricorrendo un po’ frettolosamente alla cronaca giornalistica (perché allora non inserire anche vittoria parlamentare?).

Le concordanze possono dare informazioni interessanti non solo ai fini dell’arricchimento delle collocazioni, ma anche per individuare quelle candidate a fissarsi in polirematiche stabili (quelli che la ricerca terminologica spagnola e catalana chiama appunto candidati termini), per valutare la frequenza di varianti ortografiche e morfologiche e i diversi ambienti lessicali del vocabolo preso in esame. La ricerca è stata condotta sul corpus dei 107 resoconti delle sedute della Camera del Regno d’Italia dal 1861 al 1921 già pronti per entrare nella base dati del VoDIM[10].

Calibrando opportunamente i parametri di AntConc (in particolare, ordinando la lista in base alla prima e alla seconda parola a sinistra e alla prima parola a destra), ho ottenuto una concordanza da cui riporto nella Fig. 1 la visualizzazione dei primi contesti di parlamentare:


Fig. 1. Prima pagina delle concordanze di parlamentare nel corpus di resoconti parlamentari del VoDIM.

Ecco, qui di seguito, tutte le combinazioni in ordine alfabetico:

agone p., assemblea p., aula p., autorità p., azione p., carriera p., ciclo p., commissione p., confusione p., controllo p., convenienza p., costituente p., deliberazione p., disordine p., equilibrio p., esperienza p., espressione p., forma p., franchigia p., funzione p., galateo p., giunta p., (su) giurisdizione p., giurisprudenza p., governo p., gruppo p.; guarentigia p., incompatibilità p., iniziativa p., interesse p., inviolabilità p., istituto p., lavoro p., libertà p., linguaggio p., lotta p., maggioranza p., manovra p., moda p.; modo p., novità p., opera p., opposizione p., oracolo p., ordinamento p., palestra p., parola p., periodo p., polemica p., politica p., potenza p., pratica p., precedente p., prerogativa p., privilegio p., procedura p., recinto p., reggimento p., regime p., relazione p., seduta p., seggio p., sessione p., sistema p., situazione p., sovranità p., statistica p., storia p., strategia p., svolgimento p., tattica p., tempo p., teoria p., trafila p., tribuna p., tutela p., uniforme p., uomo p., vita p., vita politica e p., voto p..

È evidente che non tutto questo materiale, raccolto in modo automatico e in parte reperibile già nel GDLI, è davvero utile; così come è evidente che altre combinazioni, forse più significative, potranno essere recuperate allargando gli spogli[11]. Ma è altrettanto evidente, anche a una rapida lettura, l’interesse di questi esempi, che offre diversi spunti di riflessione sul lessico politico; riflessioni che potremmo definire guidate dal corpus per rendere l’inglese corpus driven.

I resoconti parlamentari aggiungono non poche attestazioni di tecnicismi della prassi politica e della politologia non registrati dal GDLI, come assemblea p., controllo p., giunta p., giurisdizione p., inviolabilità p., manovra p., procedura p., seduta p., seggio p., sessione p., sistema p., sovranità p., tutela p. voto p.; danno informazioni ortografiche di qualche rilievo (l’oscillazione tra commissione p. di inchiesta e – più spesso – d’inchiesta, tra legge o mozione di iniziativa e d’iniziativa p.), ma soprattutto significative indicazioni sui contorni sintagmatici ricorrenti di determinate espressioni: commissione p. in materia fiscale, giunta p. su…, seduta parlamentare relativa alla […] legislatura, ecc.; offrono l’impulso alla ricerca di eventuali retrodatazioni: gruppo p., regime p., seduta p.[12]; suggeriscono – da un primo confronto con quanto si può ricavare dal GDLI – possibili arricchimenti: regolamento p., per esempio, è attestato dal GDLI solo in una glossa (e s’intuisce quanto sarebbe utile un rovesciamento di questo dizionario, analogo a quello pionieristico della prima edizione del Vocabolario degli accademici della Crusca realizzato alla fine degli anni ‘80 del secolo scorso); forniscono – infine – una documentazione più compatta dell’uso di parlamentare (e di parlamentarmente / parlamentariamente) in un valore un po’ marginale, ma interessante, con cui vorrei chiudere queste osservazioni prima di proporre una versione semplificata della voce.

Qualche anno fa, studiando più o meno contemporaneamente il lessico parlamentare italiano antico e contemporaneo, Paola Villani ed io citavamo un celebre scambio tra Vittorio Emanuele Orlando e Piero Calamandrei, in cui il novantunenne “Presidente della Vittoria” rammentava come l’inglese parliamentary significasse anche ‘cortese e civile e perciò degno di essere usato in Parlamento’, ricordando un appello di Cavour a parlare «in istile parlamentare» già nel 1851[13].

Questo valore dell’aggettivo parlamentare è documentato nel GDLI, ma senza esempi. A quello cavouriano ricordato da Orlando, probabilmente recuperabile ricorrendo all’archivio storico della Camera, che raccoglie anche le sedute del Parlamento sabaudo, se ne possono aggiungere vari altri. Comincio con due esempi di quest’accezione specifica (neretto mio):

[Toscanelli]] Quando l’onorevole Maurigi era un fanciullo, io combattevo per l’unità d’Italia. …
[Maurigi] E l’ho ricordato
[Toscanelli]. … quindi nel rispondermi avrebbe dovuto mantenere nella forma del suo discorso un linguaggio che, per essere molto moderato, chiamerò poco parlamentare; ma d’altronde io non posso dolermi di aver pòrto all’onorevole Maurigi, in questa circostanza, un’occasione propizia per fare un discorso elettorale.
(Ilarità)
[1876, 21 giugno]

[Cavallotti] Queste parole non le ho volute credere se non quando le ho lette stamani nel resoconto stenografico, e le ho sentite confermare da testimoni auricolari. Io avrei desiderato che il mio amico personale Imbriani avesse omesso queste parole compiacente condiscendenza, perchè non è qui nella Camera, tra quanti conoscono il linguaggio parlamentare, chi non comprenda quanto poco opportune fossero, trattandosi di rapporti passati tra il deputato dell’estrema sinistra e il Presidente del Consiglio.
[Imbriani] Io compiacenze qui in questa Camera non ne ho che con la mia coscienza; e le avrò fino all’ultimo giorno che siederò qua dentro.
[1892, 12 marzo]

Aggiungono altro materiale su questi aspetti pragmatici della cortesia parlamentare[14] le collocazioni convenienza p., forma p., modo p. e soprattutto galateo parlamentare, della quale riporto il contesto più ampio:

[Nocito] Il reato d’oltraggio per me è discutibilissimo; anzi dirò addirittura che non c’è, poiché l’oltraggio è l’offesa alla pubblica autorità, e implica rapporti di subordinazione da superiore a inferiore, e suppone in chi oltraggia l’impulso dell’interesse privato; il che nel fatto speciale non si riscontrerebbe. Coloro che siedono in questa Camera sono tutti deputati e colleghi: tutti animati dello amore del pubblico bene e dalla difesa dei diritti dei loro elettori. I pubblici funzionari che sono qui, come i ministri della Corona, non ci compaiono davanti per darci degli ordini, ma per essere giudicati e discussi. Potremo ragionare senza dubbio di forma di galateo, più o meno parlamentare, nelle nostre osservazioni e discussioni dentro o fuori il recinto parlamentare; potremo parlare di offesa od ingiuria alla privata persona, ma non potremo mai costituire quello che chiamasi l’offesa alla pubblica autorità, qui dove si discute tutto, qui dove si può trascendere intorno alla forma della discussione, ma dove non si può sostituire ciò che è eccesso di discussione nell’interesse pubblico con quello che è disprezzo della pubblica autorità.
[1884, 9 febbraio]

L’origine dell’uso è proprio inglese, come esattamente ricordava Orlando. Lo ricaviamo da un paio di citazioni dell’Oxford English Dictionary:

1789  B. Franklin Let. to N. Webster 26 Dec. in Wks. (1793) II. 80 During my late absence in France, I find that several other new words have been introduced into our parliamentary language.
1818  Parl. Deb. 1st Ser. 1409 Mr. Brougham asked, whether the last expression [‘totally false’] of the hon. gentleman was intended in a parliamentary sense?

Anche le attestazioni di quest’accezione in francese sono successive a quelle inglesi: il TLFi, Trésor de la Langue Française informatisé, ne riporta due esempi, da George Sand (1855) e da Victor Hugo (1862).

Una sfumatura diversa, sempre nell’uso estensivo, è quella di parlamentare per ‘(deliberatamente o inutilmente) prolisso; noioso, retorico’, che si evince dall’ultimo esempio riportato nel GDLI (da Jahier) per l’accezione ‘pronunciato nel Parlamento…’. Ma i redattori non hanno ritenuto attribuire a quest’uso una dignità autonoma, diversamente dall’OED, che pure lo qualifica come “raro”; e soprattutto trascurando l’evidente nesso con il valore già antico del verbo parlamentare e dell’aggettivo parlamentario in riferimento ai negoziati diplomatici, che ancora risuona nel già ricordato parlamentariamente di Manzoni; osservo di passaggio che anche per quest’avverbio il confronto con il TLFi permette di confermare una trafila dal francese: parlementairement è infatti attestato a partire dal Guizot (1827).

Provo ora a proporre una versione abbreviata della voce, seguendo lo schema proposto da Marazzini e Maconi, che riprendo qui di seguito per praticità.

lemma, marca grammaticale (marca di ambito d’uso) Definizione.
- Combinazioni lessicali (senza citazioni, riprese dal Corpus VoDIM, ed eventualmente integrate da quelle presenti nel GDLI o da altre fonti, se necessario).
Prima documentazione del GDLI: citazione ripresa dal GDLI.
[…]
Esempi dal GDLI e dal Corpus VoDIM a partire dal 1861:AUTORE/Autore + data, riferimento al GDLI o al Corpus VoDIM.
- accezioni particolari o figurate: esempi dal GDLI e dal Corpus VoDIM a partire dal 1861: AUTORE/Autore + data, riferimento al GDLI o al Corpus VoDIM.

parlamentare3, agg.
1. Che si fonda sui principi politici della democrazia rappresentativa e del rapporto tra poteri legislativi ed esecutivi; che accetta l’istituto del Parlamento.
- Combinazioni lessicali: democrazia p., giurisdizione p., governo p., istituzioni p., istituto p., monarchia p., ordinamento p., rappresentanza p., reggimento p., regime p., sistema p., sovranità p.
Periodici popolari 1849, I-290: È in questo senso che noi crediamo vada inteso il principio della sovranità nazionale... rappresentato dal concorso del popolo nel fare le leggi col mezzo della parlamentare rappresentanza; Balbo Della monarchia, 1857, 5-411: Corre una voce in parecchi paesi dell’Europa continentale: che il governo rappresentativo, o parlamentare che si voglia dire, sia non più che una moda nuova e non duratura, fugace. De Sanctis av. 1883, II-15-193: Gli uomini della Sinistra hanno avuto il buon senso di capire che, se volevano servire efficacemente e realmente il paese, era necessario prendere un’attitudine parlamentare e costituzionale, separandosi nettamente da quelli che sono rimasti al di fuori. B. Croce, Storia d’Italia 1928, III-22-177: Il socialismo, che da rivoltoso era diventato parlamentare, da parlamentare del ‘tutto o nulla’ e della perpetua negazione divenne a poco a poco collaboratore con gli altri partiti ed evoluzionistico e riformistico. Gramsci, av. 1937, 4-57: Questa letteratura è una conseguenza... delle innovazioni ‘di fatto’ introdotte nel regime costituzionale per avviarlo a una forma di regime parlamentare. Bacchelli, Il Mulino del Po 1938-40, 1-II-423: Il partito delle Sinistre parlamentari e delle tendenze politiche radicali... avviliva nelle istituzioni e in sé la dignità delle idee politiche. Ojetti av. 1946, III-132: Suckert prevede che la nuova Camera sarà, s’intende, per quattro quinti fascista e che Mussolini dovrà finire a difendere contro questa maggioranza violenta le istituzioni parlamentari. Einaudi, Il buongoverno 1955, 86: Sarebbe parlamentare quel governo il quale deriva... la sua origine, costituzione ed autorità dalla camera elettiva. P. Soldini [«L’Unità», 9-XI-1982], 7: Sono passati tanti anni, ma la democrazia parlamentare [in Germania] si sente ancora fragile e chiede cautele.
2.a. Che si riferisce al Parlamento e ai suoi meccanismi istituzionali.
- Combinazioni lessicali: giurisprudenza p,, materia p., scienza p., statistica p., storia p., teoria p.
Res. Parl. R.d’I., VIII leg. (6 aprile 1865): Parlando con un uomo così esperto di materie parlamentari e di diritto costituzionale non solleverò neppure la questione che il Parlamento non abbia diritto di cambiare le leggi e di sopprimere o abbandonare una strada decretata. Mazzini av. 1872, 62-406: Come il correggere alcuni abusi negli Stati Romani possa portare rimedio a una situazione di cose che tocca principalmente le provincie Lombardo-Venete, è mistero da lasciarsi alla scienza parlamentare dell’Inghilterra ‘officiale’.
2.b. Che riferisce o riporta l’attività che si svolge in Parlamento.
- cronaca parlamentare: resoconto dell’attività del Parlamento tracciato da un cronista a ciò autorizzato.
- lettera parlamentare (disus.): consuntivo, reso pubblico, delle discussioni che si sono svolte in seno al Parlamento.
P. Petrocchi 1887-91, [s. v.]: ‘Lettere parlamentari’: che parlano di cose del parlamento.
- cronista, giornalista parlamentare: giornalista ammesso a seguire i lavori delle Camere e delle commissioni del Parlamento.
- resocontista parlamentare: chi redige i resoconti dei dibattiti parlamentari.
3.a. Del Parlamento e delle sue attività; dei membri del Parlamento e delle loro attività.
- Combinazioni lessicali: agone p., assemblea p., aula p., autorità p., azione p., battaglia p., carriera p., ciclo p., controllo p., discussione p., equilibrio p., esperienza p., franchigia p., funzione p., garanzia p., giunta p., guarentigia p., immunità p., incompatibilità p., indennità p., indirizzo p., iniziativa p., interesse p., inviolabilità p., istituto p., istituzioni p., lavoro p., libertà p., lotta p., maggioranza p., manovra p., opera p., ostruzionismo p., palestra p., periodo p., polemica p., politica p., posizione p., pratica p., precedente p., prerogativa p., privilegio p., procedura p., recinto p., seduta p., seggio p., sessione p., situazione p., sovranità p., strategia p., tattica p., trafila p., tribuna p., tutela p., vacanza p., vita p.
Tommaseo 1861-79, [s v.]: ‘Parlamentare’: oggidì più comune che parlamentario; ma se ne abusa, come de’ parlamenti e della parola. Io direi giurisprudenza parlamentare quella che è costituita e risulta dalle decisioni e deliberazioni de’ parlamenti. P. Petrocchi 1887-91, [s. v.]: Circoli parlamentari. Carducci av. 1907, III-25-22: La vita parlamentare dal 1860 in poi non fu che una continua demenza. Oriani av. 1909, X-7-112: offeso quotidianamente dalle fatali viltà di una politica parlamentare che mirava a sminuire la grandezza della sua opera per ingrandirne la monarchia di Savoia. Beltramelli av. 1930, I-137: Uomini politici che hanno l’intelligenza di un grillo..., saliti al potere per mene parlamentari, per vane ambizioni personali. Pirandello av. 1936. 5-96: Lo splendido discorso alla Camera dei deputati nella discussione del bilancio della pubblica istruzione….gli aveva creato una vera posizione parlamentare, come tutti i giornali assicuravano. Soldati Le due città, 1964, 2-222: Tre giorni prima del delitto, e cioè il 7 giugno, nell’ultima seduta parlamentare a cui aveva preso parte, aveva presentato alla Camera un’interpellanza. A. Ronchey [«L’Espresso», 25-VII-1982], 15: La caduta del governo avrebbe dovuto avvenire solo dopo un voto parlamentare contrario.
- Con uso neutro.
Cavour av. 1863. III-224: Io non so se sia molto parlamentare il fondarsi sopra presunzioni e sopra intenzioni poco leali.
- Sostant.
B. Croce av. 1952. IV-12-236: Mi accadde di notare una sorta di paura per questa prova di pubblica discussione che ha del parlamentare.
- Che fa parte del Parlamento:
Mazzini av. 1872,, 69-325: I voti suggeriti dall’idea dell’epoca al patriziato russo contrastano... colle idee che dirigeranno le decisioni dei più tra i vostri uomini parlamentari. Bacchelli Memorie del tempo presente, 1961, 2-XIX-88: L’azione vera e propria di Croce politico, quale oppositore parlamentare del governo fascistico e poi quale uomo di partito e di governo negli anni più critici della guerra e della costituzione d’Italia.
- Sostant.
Ferd. Martini, Confessioni e ricordi (1859-1892), 5-135: Avrei voluto, c’è da figurarselo, dire al grande parlamentare, al signore dalla parola forbita e còlta, Dio sa quante cose, per esprimergli tutta la commossa gratitudine dell’animo. B. Croce av. 1952. IV-ll-11: Un parlamentare, ministro nel gabinetto Nitti, a cui fu rivolta la domanda quale fosse il programma del governo, rispose con un motto scherzoso... : «Combattere i combattenti».
- Gruppo parlamentare, l’insieme dei membri di una Camera del Parlamento (o di una commissione parlamentare) che sono stati eletti nelle liste di un medesimo partito; gruppo [parlamentare] misto, a cui appartengono i parlamentari che non fanno capo a nessun partito o che fanno capo a partiti che non hanno il numero sufficiente di eletti per costituire un proprio gruppo.
Ojetti, Sessanta, 1937, 1-116: L’onorevole, congestionato d’ira contro l’astuzia del giudice e la petulanza delle mosche, si lamentava che i suoi colleghi del gruppo parlamentare l’avessero sconsigliato dal presentare su questo caso un’interrogazione al ministro della Giustizia. Costituzione detta Repubblica Italiana, 1948, 72: Il regolamento... può altresì stabilire in quali casi e forme l’esame e l’approvazione dei disegni di legge sono deferiti a commissioni, anche permanenti, composte in modo da rispecchiare la proporzione dei gruppi parlamentari.
3.b. Svolto in Parlamento; discusso, approvato, emanato dal Parlamento.
- Combinazioni lessicali: atto p., deliberazione p., dichiarazione p., discussione p., disegno di legge p., inchiesta p., interpellanza p., interrogazione p., legge p., mozione p., proposta di legge p., regolamento p., relazione p.
Balbo, Della monarchia 1857, 5-305: Nei paesi continentali... fecersi certe ‘riunioni’, quasi private, d’ognuna delle parti, per discutervi e prepararvi secondo gl’interessi di essa le deliberazioni parlamentari. Cattaneo av. 1869 VI-1-297: Nel 1781 un nuovo atto parlamentare, lamentando che nel carcere i «prigionieri divenivano più dissoluti», prescriveva le celle separate ai più malvagi. Pascarella av. 1940, 2-400: Lassù non pervengono notizie di scioperi né agitazioni di ferrovieri né l’eco delle discussioni parlamentari.
- Pronunciato in Parlamento.
Faldella, Dai fratelli Bandiera alla dissidenza, 1883, I-4-52: Il Governo sardo, che agli spiriti impazienti pareva pigro e pusillo, ora fa maravigliare i lettori dei documenti storici per l’altezza audace delle sue note diplomatiche e delle sue dichiarazioni parlamentari.
4. estens. Appropriato al Parlamento; rispettoso della forma e delle convenienze; cauto, avveduto, diplomatico e quindi anche retorico, noioso (anche fig. e scherz.).
Res. Parl. R.d’I., XII leg. (21 giugno 1876): Ma non credo … di aver mancato nel mio linguaggio alle forme parlamentari a suo riguardo, perchè l’onorevole presidente si sarebbe affrettato a richiamarmi. Jahier 1919, 70: Trombonate di prosa parlamentare.
= Deriv. da parlamento, n. 4-6; cfr. fr. parlementaire (già nel 1600). V. anche Parlamentario1.

Rispetto al modello di Marazzini e Maconi ho introdotto qualche piccola modifica:

  1. le combinazioni lessicali raccolte sia dal GDLI, sia dal sottocorpus VoDIM dei resoconti parlamentari, che è citato come Res. Parl. R.d’I., con l’indicazione della legislatura in numeri romani e, tra parentesi, della data, ma senza indicazione di pagina. Ulteriori combinazioni derivano dal controllo della voce dei più importanti vocabolari sincronici dell’italiano, il VOLIT e il GRADIT;
  2. ho usato il maiuscoletto e non il tutto maiuscolo per i citati, in modo che si distinguano eventuali oscillazioni nell’uso di maiuscole e minuscole nei cognomi e nei riferimenti a raccolte di testi;
  3. quanto alla datazione, se l’opera da cui si cita è stata pubblicata postuma, il terminus ante quem è l’anno di morte dell’autore; se l’edizione usata dal GDLI non è la prima, ho riportato la data della prima edizione. 

L’impianto della voce e la selezione delle combinazioni lessicali e degli esempi, sicuramente perfettibili, introducono diversi cambiamenti rispetto alle scelte del GDLI. Il primo significato è quello che parlamentare ha nella vita politica moderna, e sicuramente in Italia dall’Unità in avanti. In quest’accezione, l’aggettivo è sicuramente un anglicismo nella semantica; a dimostrarlo basta il controllo nell’indice del ricchissimo studio di Erasmo Leso sul linguaggio politico del cosiddetto triennio giacobino: parlamento e parlamentare non sono nemmeno lemmatizzati nel glossario, e le due sole occorrenze di parlamento appaiono all’interno delle voci opposizione e voto, e sempre riferite all’Inghilterra[15].

Ma parlamentare è un francesismo nella forma, che soppianta il più antico parlamentario. Nel corpus dei resoconti della Camera del Regno parlamentario non appare mai, e anche le forme maschili al plurale, che potrebbero dare adito a qualche dubbio, mi sembrano – dal controllo di tutti i contesti – sempre ascrivibili alla base in ‑are. D’altra parte, nella stragrande maggioranza degli esempi riportati dal GDLI, parlamentario è usato in riferimento a forme di rappresentanza storiche, di antico regime, siano esse italiane o, soprattutto, francesi e inglesi[16]; quando dunque il DELI data al 1645 il significato di ‘del parlamento, o ad esso relativo’, occorre circoscrivere questo valore a istituzioni che non corrispondono a quelle del mondo liberale otto-novecentesco e attuale.

In Italia, la formazione dei concetti moderni di parlamento e di parlamentarismo è piuttosto lenta, e non ancora del tutto compiuta nemmeno dopo il 1848; mi sembra pertanto corretto rinviare come attestazione più antica del termine alla citazione dei Periodici popolari del Risorgimento che il DELI (non il GDLI) data al 1849[17].

Per altre sfumature delle definizioni ho preso spunto dai vocabolari sincronici che ho consultato; segnalo solo che, a proposito di resocontista parlamentare, che quasi tutti i vocabolari spiegano come ‘giornalista che svolge, per iscritto o a voce, resoconti dell’attività parlamentare’, ho preferito l’intelligente soluzione dello Zingarelli. Infatti i resocontisti parlamentari sono anche, se non principalmente, ma certo prima dei giornalisti, i documentaristi incaricati di raccogliere i testi delle sedute per la loro pubblicazione, come del resto si ricava – pur se implicitamente – dalla voce resocontista del GDLI, che riporta una citazione dall’Illustrazione italiana del 1909 a proposito del resocontista stenografico nominato da Pio IX per la Camera dei deputati di Roma.


Note: 

1. Claudio Marazzini, Ludovica Maconi, Il Vocabolario dinamico dell’italiano moderno rispetto ai linguaggi settoriali. Proposta di voce lessicografica per il redigendo VoDIM.
2. Per il primo riferimento al corpus, rinvio a Riccardo Gualdo, Maria Vittoria Dell’Anna, Stefano Telve, Il corpus dell’unità di Viterbo: scartafacci parlamentari. Filologia del parlato trascritto e stenografato, in L’italiano elettronico. Vocabolari, corpora, archivi testuali e sonori, Atti del Convegno (Firenze, 6-8 novembre 2014), a cura di Claudio Marazzini e Ludovica Maconi, Firenze, Accademia della Crusca, 2016 (“La Piazza delle Lingue”, 6), pp. 239-250.
3. Per questo intervento non ho allargato l’esame a due sottocorpora del progetto VoDIM altrettanto importanti per la storia politica e civile italiana, quello della stampa periodica allestito dall’unità di ricerca di Milano e quello della pubblicistica politica cattolica allestito dall’unità di ricerca di Napoli. Sarebbe inoltre possibile estendere la ricerca sul corpus più ampio di resoconti che il nostro gruppo di ricerca ha ottenuto grazie all’accordo preso con l’Archivio storico della Camera nell’autunno del 2013; solo limitandosi al singolare parlamentare si trovano, per esempio, arringo p., ingerenza p., logismografia p., oligarchia p., routine p., scuola p., testamento p., topografia p., vittoria p., volontà p.
4. Ricavo dalla voce del DELI la precocissima comparsa di parlamento ‘assemblea, convegno’ nel Breve di Montieri del 1219 e – per l’Inghilterra – il rinvio all’articolo di Gaetano Rando, Voci inglesi nelle “Relazioni” cinquecentesche degli ambasciatori veneti in Inghilterra (1498-1557), in “Lingua Nostra”, XXXI (1970), pp. 104-109.
5. Le voci parlamentare1 e parlamentare2 sono, rispettivamente, il verbo e il sostantivo che ne deriva.
6. La sottoaccezione ‘che studia il Parlamento…’ sembra attratta dall’accezione principale ‘che si fonda su organismi rappresentativi…’, più che essere con quella semanticamente coerente; l’esempio riportato a conforto della sottoaccezione ‘caratterizzato da un tale sistema di governo’ ha più valore estensivo, spregiativo, che referenziale.
7. Così per le sottoaccezioni ‘frequentato da membri del Parlamento’ e ‘formato dai membri di diversi Parlamenti nazionali’.
8. Mi limito a due esempi, relativi a specifiche accezioni, ma ugualmente istruttivi: per il significato di ‘discusso, approvato, emanato dal Parlamento (una legge, una mozione)’; escludendo l’esempio di deliberazioni parlamentari, tratto da un’opera di Cesare Balbo, morto nel 1853, si trova atto parlamentare negli Scritti politici di Carlo Cattaneo. che il GDLI cita dall’edizione novecentesca curata da M. Boneschi (Firenze, 1964-1965): per ricostruire la data è necessario verificare da quale opuscolo sia tratta la citazione (che si riferisce a fatti del 1781); il primo esempio dell’accezione ‘che fa parte del Parlamento…’ è tratto dagli Scritti editi e inediti di Mazzini.
9. Vedi le osservazioni svolte in Riccardo Gualdo, Un nuovo vocabolario dinamico dell’italiano. Il lessico specialistico e settoriale, in “Studi di lessicografia italiana”, XXXV (2018), pp. 193-216.
10. Il corpus si compone di 2.335.252 parole grafiche per 53.173 tipi lessicali; questi numeri vanno leggermente corretti tenendo conto del fatto che il programma, come hanno già segnalato Marazzini e Maconi, considera come unità grafiche anche le codifiche VML-TEI.
11. Riporto l’elenco delle collocazioni che ho ricavato da un parziale spoglio del GDLI, limitato al vol. XII: alchimia p.; attitudine p. e costituzionale; atto p.; baracca p.; battaglia p.; bufera p. [s.v. paravento]; circoli p.; corruzione p. (s.v. organico, n. 5); cronaca p. (s.v. parlamentare, senza ess.); cronista p.; degenerazione p.; democrazia p.; dichiarazione p.; discorso p.; discussione p.; frasario p.; gruppo p.; immunità p. (s.v. immunità); inchiesta p. (s.v. inchiesta); incompatibilità p. (s.v. incompatibilità); indennità p. (s.v. indennità); indirizzo p.; interpellanza p. (s.v. interpellanza); interrogazione p. (s.v. interrogazione); istituzioni p.; lettera p.; oppositore p.; ostruzionismo p. (s.v. ostruzionismo); posizione p.; procedura p. [nella glossa a ostruzionismo]; prosa p.; rappresentanza p.; regolamento p. [nella glossa a ostruzionismo]; resocontista p.; scienza p.; sconfitta p.; sinistre p.; tempesta p.; unione p. (“di tutte le democrazie”); vacanza parlamentare (s.v. parlamentare senza ess.); vicende parlamentari.
12. Nel GDLI gruppo p. è attestato con un primo es. da Ojetti (1937); regime p. con un es. da Gramsci (av. 1937), seduta p. con un es. da Soldati (1964). Da controllare possono essere anche le collocazioni con maggioranza e ordinamento. Non tocco qui il tema delle retrodatazioni, che merita ulteriori approfondimenti alla luce delle importanti novità in questa direzione fornite recentemente da Gianluca Biasci, da Ludovica Maconi e da altri studiosi.
13. Paola Villani, Il discorso parlamentare: usi, regole e resoconti, in L. Giuliano, P. Villani (a cura di), Il linguaggio della leadership politica tra la prima e la seconda repubblica. Problemi di metodo e linee di ricerca, Roma, Camera die deputati, 2015, pp. 33-43, a p. 39; Riccardo Gualdo, Alla ricerca del politichese, in R. Librandi, R. Piro (a cura di), L’italiano della politica e la politica per l’italiano. Atti del XI Convegno ASLI, Associazione per la Storia della Lingua Italiana (Napoli, 20-22 novembre 2014), Firenze Cesati Editore, 2016. pp. 113-130, alla n. 33 di p. 123.
14. Su questo argomento, cfr. l’intervento di Laura Clemenzi, Cortesia e scortesia nei resoconti parlamentari di epoca postunitaria (1861-1921), in corso di stampa negli Atti del XIII Convegno ASLI, Pragmatica storica dell’italiano. Modelli e usi comunicativi del passato (Catania, 29-31 ottobre 2018). Estendendo la ricerca al corpus allargato dei resoconti del Regno (vedi sopra, alla n. 6), si ottengono anche altamente p., perfettamente p. e prettamente p.
15. Cfr. Erasmo Leso, Lingua e rivoluzione. Ricerche sul vocabolario politico italiano del triennio rivoluzionario (1796-1799), Venezia, Istituto veneto di scienze, lettere e arti, 1991, pp. 292-93, a proposito dell’uso di camera, con riferimento alle istituzioni inglesi; nn. 4876, p. 682 e 8149, p. 891 del glossario.
16. Se non ho visto male, le uniche eccezioni di qualche rilievo sono quella di Foscolo av. 1827: «Le mie dichiarate opinioni intorno alla nostra costituzione parlamentaria», e di D’Azeglio (da una lettera alla moglie del 4 aprile 1849, recuperata grazie alla rete): «La Camera è sciolta; onde le mie fatiche parlamentarie son finite, e per sempre»; quindi, più vicine al nostro arco cronologico, ma entrambe da verificare, quelle di Mazzini av. 1872. 83-111: «La ragione dell’impotenza, prima d’ogni elezione generale, poi d’ogni opposizione parlamentaria, è una contradizione piantata al sommo dell’edificio». S. Spaventa av. 1893, 1-95: «Il privilegio del foro... come le altre parlamentarie immunità è inteso ad assicurare ed a tutelare da ogni impedimento questa riunione [della Camera]».
17. Cfr. l’utile articolo rappresentanza di Antonio Chiavistelli, in A. M. Banti et al. Atlante culturale del Risorgimento. Lessico del linguaggio politico dal Settecento all’Unità, Roma-Bari. Laterza, 2011, pp. 343-358.