Giovanni Adamo (primo ricercatore del CNR e Presidente dell'Associazione Italiana per la Terminologia - Ass.I.Term) e Valeria della Valle (professoressa associata di "Lessicografia e lessicologia italiana" presso l'Università di Roma «La Sapienza») si occupano da anni di terminologia, con particolare attenzione ai neologismi della nostra lingua. Entrambi fanno parte del CLIC e nell'ambito dell'attività svolta all'interno del centro dell'Accademia hanno preparato questo articolo, che sarà prossimamente pubblicato sulla «Crusca per voi» e che offriamo qui in anteprima.
I due autori hanno insieme lavorato al volume Neologismi quotidiani. Un dizionario a cavallo del millennio (1998-2003), Firenze, Olschki, 2003, di cui l'articolo proposto traccia una rapida ma esauriente sintesi.
L'interesse per lo studio delle parole nuove si è affermato negli ultimi decenni in ambito internazionale, contemporaneamente con il consolidarsi della lessicologia come disciplina autonoma e il progressivo affermarsi del complesso fenomeno della globalizzazione, che molto ha influito nella formazione di una "società plurilinguistica". Per quanto riguarda le ricerche condotte all'estero, vogliamo richiamarci in particolare all'esperienza maturata all'interno dell'"Observatorio de Neología" dell'Università Pompeu Fabra di Barcellona e al progetto "Balnéo" promosso dal Réseau international de néologie et terminologie. Nello stesso periodo, anche in Italia, si è avuta un'articolata produzione di raccolte e repertori neologici e una crescente attenzione, testimoniata da una serie di contributi e di saggi, anche di grande rilievo scientifico, imperniata sul modello ormai lontano del Dizionario moderno di Alfredo Panzini, rivisitato e arricchito dalle riflessioni e dall'esperienza lessicografica di Bruno Migliorini.
Il fatto che negli ultimi anni siano state avviate molte iniziative indirizzate allo studio delle formazioni neologiche in diverse lingue è sicuramente un elemento di ricchezza, foriero di scambi e di collaborazioni. Lo è soprattutto per la possibilità di intraprendere una discussione comune sulle linee guida della ricerca nel settore della neologia e, più in generale, dell'innovazione lessicale nelle grandi lingue europee di cultura. Infatti, l'intensità e la rapidità della comunicazione planetaria spingono in maniera sempre più decisa verso la circolazione e l'adozione di forme, anche linguistiche, sovranazionali, accelerando un processo di compenetrazione delle culture e delle lingue di popoli distanti, ma ormai in contatto stabile tra loro.
In particolare, l'idea di istituire un osservatorio neologico della lingua italiana risale al dibattito che ebbe luogo a Roma, sotto l'egida dell'Unione latina, nell'Aula dei Gruppi parlamentari di Montecitorio il 24 giugno 1991, in occasione dell'"Incontro per la creazione di un'associazione sulla terminologia in Italia". A quell'incontro partecipò, con molti altri studiosi e professionisti interessati, Giovanni Nencioni, allora Presidente dell'Accademia della Crusca, che pochi mesi dopo fu invitato a assumere per primo la presidenza dell'Associazione italiana per la terminologia, appena costituita.
È opportuno ricordare che, nel 1987, Nencioni aveva pubblicato il saggio Verso una nuova lessicografia, dove si delineava per la prima volta il quadro complesso e articolato dei nuovi orientamenti della prassi lessicografica, emersi dalla riflessione teorica maturata nei decenni precedenti e culminata con l'affermarsi della lessicologia come disciplina autonoma.
In quel saggio si poneva in evidenza l'urgente richiesta di dinamicità, che veniva rivolta allo studio e alla classificazione operata dal lessicografo, e l'aspettativa di "una lessicografia non solo semasiologica, ma anche onomasiologica, che cioè s'interessi, oltre che della storia semantica delle parole, del loro rapporto con le cose, cioè della denominazione degli oggetti" (1). Secondo Nencioni, il limite intrinseco al "dizionario alfabetico bloccato nelle sue pagine stampate e nella sua struttura" è superabile grazie a uno "strumento nuovo che ha reso possibile una nuova lessicografia", la banca dei dati, cioè la costituzione di una memoria elettronica aperta ed interrogabile. Questa memoria può essere di fatto vasta o ristretta, totale o parziale, anche circoscritta a singoli generi o autori; e tuttavia non ha, di diritto, limiti quantitativi e può accrescersi e modificarsi progressivamente. Viene così eliminata la selezione imposta dalle proporzioni fisiche del dizionario tradizionale, e anche quella censoria in essa implicita; e superato è infine l'ordine alfabetico, reso inutile da un programma di reperimento e contrario alla manovrabilità e dinamicità del dizionario".
"Una banca di questi dati, ovviamente provvisoria, ma per ciò stesso aperta e dinamica, consultabile attraverso un tesoro plurilingue, darebbe testimonianze sulla vita settoriale e intersettoriale della nostra lingua che senza dubbio modificherebbero i criteri e i limiti [...] e la stessa concezione dell'analisi lessicografica, la quale sempre più apparirebbe non una bloccata e quindi incerta registrazione e archiviazione ma il più potente strumento di conoscenza della lingua. Strumento che, come tutti gli strumenti, ovviamente è e deve essere costruito in ragione di una teoresi che sta dietro l'impugnatura o l'oculare o la tastiera, e di perseguimenti che stanno oltre la lama o l'obiettivo o l'elaboratore". In questa bella metafora, con la quale si chiudeva l'articolo di Giovanni Nencioni, ci piace immaginare il bisturi dell'anatomopatologo, il microscopio del naturalista e il nostro personal computer. Di questi strumenti, oltre che dei preziosi suggerimenti, ci siamo muniti per dare vita al nostro Osservatorio neologico della lingua italiana, collocandolo nel solco della produzione lessicografica contemporanea, con esplicito riferimento alla documentazione di formazioni neologiche nella stampa quotidiana. È stato già ampiamente studiato, infatti, il ruolo svolto dai giornalisti nella produzione e nella diffusione di parole nuove, sia per divulgare nozioni e costumi ancora poco conosciuti, sia per attrarre l'attenzione dei lettori, ma anche per esprimere - in forma spesso molto colorita - le loro valutazioni sugli accadimenti. Sono i giornalisti stessi che spesso prendono le distanze dalle neoformazioni frutto della loro inventiva, ora racchiudendole tra virgolette, ora segnalandole in corsivo o sottolineandone la novità mediante l'uso di espressioni come "il cosiddetto...", "conosciuto anche come...". Altre volte la forma di nuovo conio offre ai giornalisti lo spunto per intessere con il lettore una sorta di gioco linguistico, finalizzato ad accattivarsene la simpatia, stabilendo con lui una sorta di complicità.
L'obiettivo principale dell'Osservatorio consiste nell'individuare le linee di tendenza nella creazione di neologismi, come momento di un più ampio studio sull'innovazione lessicale nella nostra lingua, alla luce di quanto già sosteneva Paolo Zolli: "i mezzi di arricchimento dell'italiano, come d'ogni altra lingua, sono fondamentalmente quattro: l'acquisizione di elementi nuovi da altri sistemi linguistici, la formazione di parole nuove con elementi preesistenti, il cambiamento di categoria grammaticale e lo spostamento di significato di parole già in uso" (2).
Il nostro lavoro è naturalmente destinato agli studiosi della lingua, ai grammatici e ai lessicografi, che potranno trarre dal materiale documentario e dalla classificazione che ne abbiamo fatto le indicazioni utili per verificare il riproporsi di fenomeni già noti, o nuove tendenze emergenti o in via di consolidamento. Pensiamo però che possa risultare utile anche ai docenti e agli studenti delle scuole e dell'università, o a chi apprende l'italiano come lingua straniera, e agli appassionati cultori della nostra lingua che desiderano rendersi conto in modo più diretto e sistematico dei mutamenti in atto. Infine, proprio perché il nostro studio si basa sulla loro produzione scritta, riteniamo di offrire uno strumento efficace anche per coloro che lavorano nel settore della comunicazione, soprattutto i giornalisti stessi, ma anche i mediatori linguistici: traduttori, interpreti o divulgatori.
La raccolta dei dati prevede la registrazione delle forme non attestate nei due più importanti e consistenti vocabolari pubblicati nell'ultimo decennio, che assumono per noi il ruolo di corpus di esclusione: la seconda edizione del Vocabolario della lingua italiana diretto da Aldo Duro e il Grande dizionario italiano dell'uso di Tullio De Mauro. L'archivio documentario è costituito sulla base dello spoglio dei principali quotidiani nazionali, e di molti altri anche a diffusione locale, che ci permettono di registrare il continuo arricchimento, e quindi di ricostruire la costante evoluzione, del mosaico variegato della lingua nazionale dal 1998 al 2003, attraverso gli oltre 5.000 neologismi finora raccolti, per un totale di circa 10.000 contesti giornalistici. Vi sono comprese formazioni di nuovo conio o derivate, internazionalismi, forestierismi, tecnicismi e alcuni neologismi d'autore, in considerazione dell'opera di diffusione e di influenza esercitata dai quotidiani nella lingua d'uso, soprattutto nella loro veste di fonte scritta.
La maggior parte dei neologismi che abbiamo rilevato ricorre più volte, e spesso in più di uno dei quotidiani esaminati, tanto da poterne preconizzare un verosimile attecchimento nella lingua d'uso, con una lenta perdita del ricercato effetto giornalistico che spesso li connota. Molti, però, sono attestati nel nostro corpus documentario una sola volta e si riferiscono a realtà o episodi contingenti, o a momenti di celebrità vissuti da personaggi della politica, dello spettacolo o dello sport. Abbiamo comunque ritenuto utile conservare memoria della loro attestazione, anche se siamo consapevoli che il loro statuto neologico risulta obiettivamente meno forte e sostenibile. Allo stesso modo dobbiamo riconoscere l'eterogeneità delle neoformazioni raccolte, che nasce dalla volontà di certificare la diffusione di usi lessicali nuovi, come per esempio la proliferazione di sigle straniere e italiane, attraverso una documentazione più ampia possibile.
Le finalità primarie dell'Osservatorio consistono infatti nella raccolta di testimonianze dell'arricchimento del lessico italiano e nella verifica della vitalità della nostra lingua nell'uso dei meccanismi di produzione e di formazione. Non sorprenderà, pertanto, constatare che da quelle stesse sigle, e con l'impiego dei meccanismi tradizionali, derivano parole pienamente conformi al nostro sistema linguistico. Per citare solo qualche esempio, pensiamo a forme che fanno riferimento a nuovi costumi sociali e a nuove tecniche, come pacsato sm. e fivetteria sf., rispettivamente 'chi ha stipulato il Pacs, Patto civile di solidarietà per il riconoscimento delle unioni di fatto' e 'studio medico nel quale si pratica la tecnica di fecondazione in vitro con trasferimento dell'embrione (Fivet)'; ma anche da sigle di uso più abituale nascono forme, talvola anche frivole, come vippaio sm. 'il mondo dei vip'.
Ci sembra utile accennare anche a un uso già invalso da qualche tempo ma che sembra destinato ad affermarsi: quello della trascrizione di sigle che abbiamo classificato nel nostro archivio sotto il tipo "deacronimico". Si tratta di derivati, più propriamente da sigle, che - forse sull'onda di una certa riluttanza alle sigle nel lessico italiano dell'uso comune - si manifestano nella loro forma trascritta, sull'esempio di modelli ormai pienamente accolti come tiggì e pierre. La nostra banca dati documenta: cittì ('commissario tecnico'), diggì ('direttore generale'), e gli omonimi diesse(1) ('Democratici di sinistra'), e diesse(2) ('direttore sportivo').
Per quanto gli esempi citati possano apparire talora disinvolti e accattivanti, si tratta di forme per le quali non è facile pronosticare un sicuro attecchimento nella pratica linguistica, pur ritenendo importante testimoniarne l'"uso incipiente", secondo l'intuizione di Bruno Migliorini (3). Ma non si tratta soltanto di individuare singole formazioni lessicali che iniziano a diffondersi, quanto di documentare anche l'affermarsi di veri e propri modelli nei quali riscontriamo il cristallizzarsi di sequenze di elementi lessicali, che difficilmente trovano spazio o accoglienza nei dizionari. A questo proposito ci sembra opportuno richiamare l'attenzione su alcuni tratti che abbiamo verificato in maniera sistematica, tanto da poter affermare che non si tratta più solo di linee di tendenza, ma di fenomeni che si vanno ormai consolidando nella nostra lingua.
Dall'osservazione del materiale raccolto ci sembra emergere una conferma dell'influenza esercitata dalla lingua inglese nel conio di forme italiane composte. Pochi elementi formanti di origine inglese si combinano con molte parole italiane, dando luogo a formazioni ibride che ricalcano la sequenza DETERMINANTE+DETERMINATO tipica della lingua inglese. Tra questi scegliamo due casi che ci sembrano esemplari: l'ormai addomesticato baby (4), che continua a essere fortemente produttivo; e il più recente web (tra le prime forme ibride che si vanno componendo in italiano abbiamo registrato webfemminismo, websondaggio, e web-tg), per certi aspetti meno consueto e semanticamente più opaco per il parlante italiano. Si potrebbe quasi ipotizzare che web assuma la funzione di un prefissoide o, come preferisce Tullio De Mauro nel Grande dizionario italiano dell'uso, di un "confisso", del quale sembra perdersi l'autonoma funzione sintattica, rimanendo un generico significato connesso con Internet. Resterà da verificare se il medesimo processo potrà coinvolgere anche altri formanti inglesi. Per questa via, finisce comunque per imporsi un modello che penetra nella trama sintattica del nostro sistema linguistico e dà luogo a neologismi, questa volta tutti italiani anche se molto occasionali, come: aromaterapeuta, arteterapia, bambinocentrico, cellulare-dipendenza, cioccolata-dipendente, comicoterapia, medicine-dipendente, sindacato-pensiero e telefonino-dipendente.
All'interno del gruppo funzionale NOME+NOME mostrano particolare vitalità le serie che presentano in seconda posizione gli elementi formanti: simbolo (tra le 19 neoformazioni registrate, elenchiamo: azienda-simbolo, bersaglio-simbolo, coppia-simbolo, gesto-simbolo, immagine-simbolo, luogo-simbolo, obiettivo-simbolo, uomo-simbolo), chiave (dei 16 esempi citiamo: appuntamento-chiave e incontro-chiave, momento chiave, poltrona-chiave e questione chiave), lampo (tra i 16 neologismi registrati figurano: approvazione-lampo, divorzio-lampo, indagine-lampo, rapimento lampo e sequestro-lampo, udienza lampo), bomba (tra le 16 formazioni attestate scegliamo: aereo-bomba, camion-bomba, farmaco-bomba, intervista-bomba, lettera-bomba e uomo-bomba), base (registriamo 10 esempi con base in seconda posizione con uso aggettivale. Tra questi: alimento-base e cibo-base, concetto-base, formazione-base), fantasma (tra le 9 formazioni con fantasma, presentiamo: decreto fantasma, docente-fantasma, famiglia-fantasma, gol-fantasma, presenza-fantasma e reggiseno-fantasma), fiume (degli 8 esempi raccolti citiamo: assemblea-fiume, consiglio-fiume, intervista-fiume, racconto-fiume e telefonata-fiume), denuncia (elenchiamo le 7 formazioni raccolte: articolo-denuncia, dossier-denuncia, esposto-denuncia, film-denuncia, inchiesta-denuncia, lettera-denuncia e scoperta-denuncia). Anche in questo caso ci troviamo di fronte a un modello di giustapposizione sintattica più proprio della lingua inglese che sembra tuttavia ormai definitivamente acclimato nella nostra pratica linguistica. Sempre in seconda posizione e con la medesima funzione aggettivale, s'incontrano diversi lessemi di origine straniera, e non solo inglese, che continuano a mostrare segni di una produttività assai vivace: killer (con ben 51 formazioni registrate), record (10), baby (già in uso da molti anni in seconda posizione, del quale abbiamo registrato 4 nuove forme), e inoltre boy e day, presenti in molti composti nuovi, la maggior parte dei quali con nomi propri, secondo uno schema in forte espansione, che presenta talvolta i tratti di un'ossessiva imitazione di espressioni inglesi. Abbiamo anche attestazioni di parole provenienti da altre lingue, come l'affermatissimo choc, che entra a far parte di 31 voci nuove nella grafia francese e che si alterna con la meno affermata grafia inglese shock, presente in 7 composti. Vi sono poi l'ormai consueta forma tedesca lager, che appare in 4 nuovi composti, e due parole giapponesi, kamikaze e bonsai, che concorrono a dar vita, rispettivamente, a 13 e 5 formazioni nuove.
A livello semantico, si possono riscontrare le manifestazioni più vivaci e profonde della funzione espressiva e referenziale del codice linguistico per i parlanti di una lingua. Nel nostro archivio il materiale classificato come semantico è articolato in varie tipologie: specializzazione, metaforizzazione, antonomasia, calco traduzione, prestito e onomatopea.
Per la specializzazione, vogliamo ricordare governatore sm., che si è affermato nell'accezione 'presidente di Regione direttamente eletto dal voto popolare' ed è passato poi a designare, per estensione, altre cariche politiche di amministrazioni locali elette con suffragio popolare. Ancora con il suffisso -tore, troviamo specializzato l'uso di convertitore sm. 'calcolatrice, perlopiù tascabile, ideata per la conversione di valute, con particolare riferimento alla conversione in euro di valori espressi nelle valute nazionali e viceversa'; anche se, a nostro parere, più che di una specializzazione del già esistente convertitore, è probabile che si tratti di una forma abbreviata del vocabolo di nuovo conio euroconvertitore sm., che risente nella sua formazione dell'inglese converter, quasi un calco traduzione sull'onda unificatrice della nascita della nuova moneta comune. Registriamo infine forchetta sf., che nel linguaggio della statistica è divenuta ormai familiare a moltissimi parlanti nell'accezione di 'ampiezza della possibile oscillazione tra un valore minimo e uno massimo', ma risulta sorprendentemente ancora assente dal nostro corpus di esclusione.
Un esempio interessante di calco traduzione è costituito dalla forma deregolazione, ricalcata sull'originale inglese deregulation, 'orientamento politico tendente alla soppressione di norme legislative che risultano eccessivamente vincolanti per lo sviluppo economico e l'attività d'impresa'. In questo caso, a conforto dell'ipotesi di un calco traduzione di nuovo conio, basterà considerare che nella lingua italiana esiste già deregolamentazione, che fa riferimento allo stesso concetto. Anche se in misura nettamente inferiore, abbiamo registrato esempi di calchi traduzione da lingue diverse dall'inglese, come nel caso di polizia di prossimità, forgiato sul francese police de proximité, 'polizia incaricata della sorveglianza di un quartiere, nel quadro di una presenza più capillare e articolata sul territorio e di una maggiore vicinanza ai cittadini'. Ma in italiano sembrano affermarsi più decisamente poliziotto di quartiere e vigile di quartiere, sottolineando e privilegiando, tra l'altro, il riferimento alla persona più che all'istituzione.
Molto più consistente è il numero di prestiti integrali, anche se probabilmente inferiore alle nostre stesse previsioni e alla percezione che un parlante comune può maturare attraverso l'ascolto di programmi radiotelevisivi e la lettura della stampa quotidiana e periodica. Occorre, tuttavia, distinguere fra i tanti prestiti presenti nel nostro archivio: alcuni sembrano trarre giustificazione dalla loro settorialità, e quindi dalla monoreferenzialità del loro impiego, altri dall'opportunità di mantenere in qualche caso forme che assumono uno status sovranazionale o che si possono addirittura preferire a equivalenti italiani che potrebbero risultare poco immediati o appropriati per il parlante, se non tavolta caricaturali, per il tentativo grottesco e velleitario di trovare ad ogni costo un equivalente autoctono. Ci riferiamo, per esempio, a una colorita locuzione tipica del linguaggio borsistico e finanziario, che ben si inserisce in uno scenario ricco di metafore di forte presa, come quelle del toro e dell'orso sviluppate all'interno del mondo della finanza americano: animal spirit, 'chi compie spregiudicate operazioni finanziarie, avendo di mira solo il proprio profitto'. Il nostro archivio testimonia anche il calco italiano spirito animale, che, diffondendosi nella lingua dell'uso, potrebbe risultare a nostro parere opaco o addirittura fuorviante, perché privo dei necessari collegamenti metaforici. D'altra parte, troviamo attestate espressioni come attachment, che ci sembra francamente superflua e alla quale sarebbe certo più trasparente sostituire allegato; in altri casi, la preferenza riservata al prestito integrale, come per day care e day surgery, lascia trapelare il bisogno di dare nuova veste a concetti, consuetudini o prestazioni che si vanno affermando nella riforma delle politiche sanitarie, dove sono stati adottati, in modo forse troppo artificiale, per designare rispettivamente una 'prestazione sanitaria semiresidenziale o domiciliare' e un 'intervento chirurgico con ricovero fino a dodici o ventiquattro ore, chirurgia di giornata; per estensione, il reparto ospedaliero nel quale si compiono interventi chirurgici che non richiedono il ricovero interno'.
Un caso a parte rappresenta il changeover conseguente all'entrata in circolazione della moneta unica europea: ci sembra si tratti qui di un'espressione che, in virtù dell'atto stesso che denota, assume una funzione sovranazionale che può ben coniugarsi con un significante uniforme per tutti i cittadini dell'Unione.
I materiali raccolti e i risultati emersi nel corso della nostra ricerca verranno diffusi attraverso un duplice canale: da un lato, il materiale costituirà un repertorio consultabile a stampa, un vero e proprio dizionario (5); dall'altra vorremmo, questo è il nostro obiettivo più arduo e più ambito, che il materiale raccolto possa dar luogo all'istituzione di un vero e proprio osservatorio permanente, continuamente aggiornato, una banca dati che realizzi un'opera non più destinata a esaurirsi in una pubblicazione cartacea - condannata a una senescenza precoce -, sulla scorta di quell'idea di lavoro dinamico e in continuo divenire, proposta da Alfredo Panzini e riaffermata da Giovanni Nencioni, e del criterio fondamentale dell'uso incipiente affermato da Bruno Migliorini.
Christian Ferrari
Maurizio Landini
Dario Missaglia
Evento di Crusca
Collaborazione di Crusca
Evento esterno
Per concomitanza con le Feste, la visita all'Accademia della Crusca dell'ultima domenica del mese di dicembre è stata spostata al 12 gennaio 2025 (ore 11).