Lettere di Santa Caterina da Siena

Per le Lettere di Santa Caterina da Siena (Inc. 41) gli estensori della Tavola della quarta impressione ipotizzano, da parte dei predecessori, l’uso dell’edizione aldina del 15001, presente nel fondo della biblioteca, mentre nella quinta impressione sono state spogliate altre due diverse edizioni2.

 

Note:

1) Cfr. Tavola delle Abbreviature… in Vocabolario degli Accademici della Crusca. Quarta impressione, Firenze, appresso Domenico Maria Manni, 1729-1738, vol. VI, p. 74.
2) Cfr. Tavola delle Abbreviature… in Vocabolario degli Accademici della Crusca. Quinta impressione, Firenze, nella tipografia Galileiana di M. Cellini, 1863-1923, vol. I, p. C.; Razzolini inserisce le Lettere di S. Caterina fra le opere citate nei primi sette fascicoli della quinta impressione, non più ricomprese nella tavola successiva (L. Razzolini – A. Bacchi della Lega, Bibliografia dei testi di lingua a stampa citati dagli accademici della crusca, Bologna, presso Gaetano Romagnoli, 1878, p. 398). Le due edizioni di riferimento sono le seguenti: Le lettere di S. Caterina da Siena ridotte a migliore lezione, e in ordine nuovo disposte con proemio e note da Niccolò Tommaseo, Firenze, G. Barbèra editore, 1860, 4. voll. (BAC, Cit. C.5.11); e L’Opere della Serafica S. Caterina da Siena nuovamente pubblicate da Gerolamo Gigli, Tomo II: Lucca, Leonardo Venturino, 1721, Tomo III: Siena, Francesco Quinza, 1713 (BAC, Cit. C.7.5).