audismo

Ambito d'uso: attivismo, scienze sociali

Ambito d'origine: attivismo, scienze sociali

Categoria grammaticale:

sost. m.

Definizione

Discriminazione basata sulla capacità o meno di sentire, pregiudizio o marginalizzazione nei confronti delle persone sorde.

Etimologia

Prestito adattato dall’inglese audism, a sua volta formato dal confisso anglolatino audi(o)- ‘relativo all’udito’ e dal suffisso -ism.

Prima attestazione

2010
"La FMS, fondata a Roma nel 1951, è un’organizzazione riconosciuto [sic] dall’Organizzazione delle Nazioni Uniti che ha i compiti importanti per difendere tutti i diritti universali per le persone sorde e di mirare principalmente a contestare le ideologiche [sic] dell’audismo in tutto il mondo (lettera di Giuseppe Nazzareno, Addio all’oralismo, una conquista per comunità sorda, “il Secolo XIX”, 31/7/2010)" 

Periodo di affermazione:

2021

Presenza sui dizionari

Nessuna

Diffusione al: 18 maggio 2021

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Derivati

  • Una parte della cultura sorda ritiene che l’esistenza stessa dell’impianto cocleare sia l’effetto di un pregiudizio teorico: che una persona sorda abbia bisogno di una “cura”: è un tema, quello dell’alternativa tra menomazione e diversità, tra omologazione e convivenza, che ha investito nella storia molte identità. Alcuni sordi utilizzano il termine “audismo” per riferirsi a questo tipo di atteggiamento per loro discriminatorio. (Antonio Russo, L’impianto cocleare e la “cultura sorda”, “Il Post”, 23/4/2015)
  • Credo che nel mentre venga riconosciuta la LIS, ci sia bisogno di abbattere tutti i pregiudizi alla base delle barriere alla comunicazione e il cosiddetto fenomeno dell’audismo, lo stesso fenomeno che porta a non accettare, da parte del personale sanitario, la figura dell’interprete LIS nel momento dell’accesso in un qualunque studio medico. (Intervista di Michele Peretti a Zena Vanacore, Zena Vanacore: l’amore è una cosa semplice, dal sito “Coda Italia- APS”, 8/12/2019) 
  • In Italia è stato avviato di recente un progetto di traduzione delle canzoni di Sanremo da parte di performer LIS prevalentemente udenti con la partecipazione di solo 1-2 persone sorde (visionabile su raiplay).
    Questo ha scatenato una grande polemica nella comunità sorda sulla presenza in Italia di fenomeni di audismo, ovvero il fatto che in molte situazioni le persone sorde vengono messe da parte per consentire a chi è udente e conosce la Lingua dei Segni di fare mediazione o di trasmettere contenuti, mentre questo tipo di attività potrebbero essere fatte anche dalle stesse persone sorde. (Visioni. L’importanza dell’espressione visiva. Intervista a Carlo di Biase, “ATP Diary”, 10/4/2021)

Note

Audismo deriva dall’inglese audism che, come si legge su Encyclopaedia Britannica, è un termine coniato nel 1975 dal ricercatore americano Tom L. Humphries. Lo studioso di linguaggio e comunicazione lo utilizzò per descrivere la discriminazione nei confronti delle persone sorde, a partire dalla convinzione che la capacità di sentire renda una persona, in qualche modo, superiore. Il termine inglese è stato più volte ripreso in ambito accademico, entrando poi nel lessico dell’attivismo e della comunità sorda, e infine affacciandosi anche nella lingua italiana, a indicare le azioni e gli atteggiamenti discriminatori nei confronti delle persone sorde.

Scarsissime le attestazioni di audista, impiegato come aggettivo, che siamo riusciti a rintracciare in rete, probabilmente anche a causa della sovrapposizione con il più comune audista impiegato per descrivere una persona che possiede ed è appassionata di macchine Audi.

Per approfondimenti si rimanda all’articolo su abilismo, pubblicato su “Italiano digitale”.

Luisa di Valvasone

Approfondimenti e link

10 giugno 2021