I carteggi degli operisti italiani: edizioni vecchie e nuove

di Fabrizio Della Seta

Pubblichiamo qui gli atti della terza Tornata accademica Lingua italiana e musica tra Otto e Novecento, tenutasi all'Accademia della Crusca il 20 maggio 2024.

L’interesse per gli epistolari dei musicisti nasce verso la metà dell’Ottocento. Esso è collegato al culto romantico del genio e al desiderio di conoscerne dal vivo la personalità, ma anche alla nuova posizione del compositore nella scala della gerarchia sociale: da semplice artigiano al servizio di nobili e istituzioni a libero professionista e, in certa misura, anche intellettuale, che nelle lettere può esprimere le sue vedute in fatto d’arte, nonché della vita politica e sociale. Proprio a partire da questo periodo le lettere dei musicisti cominciano a diventare oggetti di culto, a essere conservate in collezioni pubbliche e private, a essere studiate e ad acquisire un valore economico crescente, come dimostra la loro circolazione sul mercato antiquario.

Non a caso il primo compositore relativamente al quale si può osservare questo fenomeno è la figura simbolo del nuovo status, Ludwig van Beethoven: risale al 1866, da parte del biografo Ludwig Nohl, il primo tentativo di raccolta organica delle sue lettere, conservate in buon numero insieme ad altri documenti fondamentali quali i celebri quaderni di conversazione. Altre raccolte importanti comparvero nel 1910, nel 1923 e nel 1961, quest’ultima curiosamente un’edizione in inglese, curata da Emily Anderson, che finì per diventare il testo di riferimento negli studi per molti anni.

Per quanto riguarda gli altri “classici” - qui e oltre menziono solo le raccolte più ampie e sistematiche, non i numerosissimi contributi apparsi in articoli, monografie, miscellanee, opuscoli eccetera -, risale al 1914 la prima edizione delle lettere di Mozart e della sua famiglia, anch’essa ampliata in inglese nel 1938 dalla già citata Emily Anderson. Pure in inglese comparve nel 1959 la prima raccolta della corrispondenza di Haydn; l’edizione in tedesco, riveduta e ampliata, comparve nel 1965.

Per i musicisti più antichi il patrimonio conservato è assai più ridotto, per i motivi cui ho accennato sopra. Una notevole eccezione è costituita da Claudio Monteverdi, di cui sopravvive un buon numero di lettere indirizzate a un alto funzionario della corte ducale di Mantova, e perciò conservate all’Archivio di Stato di quella città. Note già alla fine dell’Ottocento, solo nel 1973 esse furono pubblicate in raccolta da Domenico De Paoli, e di nuovo nel 1994 in un’edizione filologicamente accurata dell’italianista ungherese Éva Lax.

Non stupisce invece che gli epistolari di autori che nell’Ottocento potevano essere considerati contemporanei, come Berlioz, Mendelssohn, Chopin, Schumann, Liszt e Wagner, cominciassero ad apparire poco dopo la morte dei rispettivi autori.

Ma veniamo agli operisti italiani, che costituiscono l’oggetto principale di questo resoconto. Per loro valgono condizioni culturali un po’ diverse. Da una parte il melodramma è stato a lungo considerato un’arte popolare, non degna di attenzione scientifica e di cure filologiche; e i suoi protagonisti hanno partecipato con ritardo e in misura minore a quell’evoluzione sociale da cui ho preso le mosse. Dall’altra parte alcuni di loro sono stati oggetto di curiosità biografica per la loro vita breve e supposta infelice, spesso congiunta a curiosità morbosa per le loro passioni amorose: è il caso di Donizetti e di Bellini, in parte anche di Puccini.

Il primo a essere oggetto di un’estesa raccolta di lettere fu Bellini. A pubblicarla fu nel 1882 Francesco Florimo, bibliotecario del conservatorio di Napoli, già intimo amico del compositore e destinatario di molte di quelle lettere. Il suo lavoro aveva un carattere chiaramente agiografico; non solo ma, come è stato dimostrato, egli manipolò in buona parte le lettere al fine di adeguarle al ritratto angelicato dell’amico che andava costruendo in altri lavori biografici. Oggi questa raccolta è più un documento di storia della ricezione che uno strumento di lavoro. Nuove raccolte, sempre più ampie e accurate, comparvero più avanti, perlopiù a cura di studiosi siciliani: Francesco Pastura nel 1935, Luisa Cambi nel 1943 (esemplare per l’epoca), Carmelo Neri nel 1991 e nel 2005.

Diverso fu il destino di Donizetti, le cui lettere furono pubblicate solo nel 1949 da Guido Zavadini, in una raccolta alla quale per il momento è ancora necessario ricorrere, e di Mercadante, delle cui lettere uscì una ridotta raccolta nel 1985 (ma si sa dell’esistenza di numerosissime altre inedite). Di Puccini - che appartiene a un’altra epoca in tutti sensi - comparve nel 1928, a soli 4 anni dalla morte, un Epistolario a cura di Giuseppe Adami, che era stato uno dei suoi librettisti, e nel 1958 un’altra più ampia ma insoddisfacente raccolta di Carteggi pucciniani, a cura del critico musicale Eugenio Gara (si noti come molte di queste pubblicazioni siano uscite negli anni centenari della nascita o della morte dei musicisti).

Invece Rossini e Verdi furono monumentalizzati già mentre erano in vita: essi divennero presto figure simbolo della tradizione artistico-culturale italiana, uomini pubblici rappresentativi del momento storico - si pensi all’assai discusso mito risorgimentale di Verdi. Non stupisce che non solo le loro lettere venissero, almeno da un certo momento, accuratamente conservate, forse intuendone il futuro valore economico, ma che a volte venissero addirittura pubblicate nei giornali a sostegno di questa o quella posizione artistica o politica. È questo il caso di una celebre lettera di Verdi del 1871 contenente una frase da allora citatissima: «Tornate all’antico, e sarà un progresso». Frase che, disse Luigi Dallapiccola, «ha fatto più danni della grandine»1.

Per Rossini la pubblicazione di riferimento è stata per molti anni la raccolta pubblicata per la prima volta nel 1892 dall’erudito Giuseppe Mazzatinti, ampliata con la collaborazione della bibliotecaria Fanny Manis (e di un non meglio identificato G. Manis) nel 1902.

Per quanto riguarda Verdi la mole delle pubblicazioni apparse a partire dal 1901, l’anno della morte, è notevole. Basterà qui ricordare le due raccolte più importanti: I copialettere di Giuseppe Verdi, pubblicati nell’anno centenario 1913 da Gaetano Cesari e Alessandro Luzio (come si evince dal titolo, basata perlopiù non sulle lettere spedite ma sulle minute allora conservate a Villa Verdi, arricchite però dalla trascrizione di molte lettere e documenti collaterali), e, a cura dello stesso Luzio, i quattro volumi di Carteggi verdiani promossi tra il 1935 e il 1947 dalla Reale Accademia d’Italia (poi Accademia Nazionale dei Lincei).

Queste imprese, tutte a loro modo meritorie, si rifanno direttamente o alla lontana alla tradizione erudita tardo-ottocentesca. Ma sono anche influenzate dal culto della personalità creatrice, come si vede dal fatto che privilegiano le lettere dei compositori tralasciando quelle dei corrispondenti; e non mancano venature nazionalistiche o addirittura regionalistiche. A partire dagli anni Sessanta del Novecento esse furono sentite insufficienti rispetto alle nuove esigenze in fatto di filologia epistolare. Il punto di avvio di un nuovo corso fu segnato dalla pubblicazione, tra il 1962 e il 1975, di una nuova edizione critica dei carteggi mozartiani sotto gli auspici del Mozarteum di Salisburgo. Imprese simili furono avviate nei decenni successivi per quasi tutti i grandi musicisti della tradizione classico-romantica.

Per gli operisti italiani un ruolo pilota è stato svolto dall’attività dell’Istituto di Studi Verdiani di Parma (Istituto Nazionale dal 1989). Dopo un’importante edizione pilota dedicata al Carteggio Verdi-Boito nel 1978, esattamente dieci anni dopo, sotto la guida illuminata di Pierluigi Petrobelli, l’Istituto avviò l’“Edizione critica dell’epistolario verdiano”, che nel 2014 era arrivata a nove volumi (comprende una nuova edizione del Carteggio Verdi-Boito, 2014; l’indicazione della serie non compare in due volumi ulteriori concepiti con gli stessi criteri, usciti nel 2015 e dedicati al Carteggio Verdi-Ricordi, rispettivamente1892 e 1893). L’“Edizione nazionale dei carteggi e dei documenti verdiani”, che ho l’onore di presiedere, è uno “spin-off” della precedente: ha sempre l’Istituto quale editore e segue in linea di principio i criteri editoriali di quella2. Caratterizza questi volumi la scelta di non pubblicare le lettere secondo l’ordine cronologico assoluto, ma di riunirle in volumi dedicati a singoli corrispondenti. Una scelta che ha suscitato qualche perplessità, ma che a mio avviso era inevitabile data la mole del materiale, lo stato di inaccessibilità di alcuni fondi e, di conseguenza, l’impegno di ricerca che richiedono. Il vantaggio è che ciascun volume, curato da un diverso specialista o gruppo di specialisti, costituisce una vera e propria monografia ricchissima di informazioni su aspetti primari della creazione verdiana quali i rapporti coi librettisti e la genesi delle opere, i rapporti con l’editore Ricordi, la partecipazione di Verdi alla vita politica italiana.

A parte questo aspetto l’edizione verdiana presenta le seguenti caratteristiche:

  1. pubblica l’intero carteggio, con le lettere di Verdi e del corrispondente, in ordine rigorosamente cronologico, inserendovi le lettere mancanti ma di cui si può attestare l’esistenza da indizi interni o esterni (alcune di queste lettere sono state effettivamente scoperte in seguito);
  2. rispetta rigorosamente la veste linguistica degli originali, documento fondamentale della cultura degli autori, integrando solo la punteggiatura indispensabile, e ricostruisce per quanto possibile le lezioni destituite o sostituite, descritte in apposite note filologiche.
  3. arricchisce il testo con un ricchissimo commento storico, che fornisce informazione su tutti i personaggi e gli eventi citati. Inoltre aggiunge importanti appendici che contengono documenti utili a contestualizzare il carteggio, quali lettere di altri personaggi, articoli giornalistici, documenti biografici, infine ricchi apparati iconografici.

Non è un caso che i volumi di questa edizione abbiano suscitato l’interesse, oltre che degli storici della musica, degli storici della lingua. Non posso in questa sede non ricordare un importante e stimolante saggio-recensione di Luca Serianni pubblicato nella rivista dell’Istituto Nazionale di Studi Verdiani3.

A sua volta, la nuova edizione verdiana è servita da modello per altre avviate successivamente, con criteri largamente ispirati a quella anche se con alcune divergenze richieste dal differente oggetto. In particolare, queste edizioni non sono organizzate per corrispondenti ma seguono un ordine cronologico assoluto. Le ricordo nell’ordine di avvio:

  • Gioachino Rossini, Lettere e documenti, 1992-;
  • Amilcare Ponchielli, Lettere 1856-1885, 2010;
  • Giacomo Puccini, Epistolario, 2015-;
  • Vincenzo Bellini, Edizione critica, 2017;
  • Gaetano Donizetti, Carteggi e documenti 2018-.

Tutte queste edizioni sono ancora in corso, tranne la ponchielliana e la belliniana, di mole incomparabile alle altre (ma alcune lettere di Bellini comparse successivamente sul mercato antiquario sono state pubblicate in seguito4, e altre ancora ne potrebbero emergere). Il lavoro da fare è ancora tanto, e non mancano né la volontà né le competenze per portarlo avanti. I problemi, come al solito, sono di natura economica: promotori-editori dei carteggi sono fondazioni di diritto pubblico che dipendono da finanziamenti dello Stato, indispensabili sia alla ricerca sia alla stampa. A volte si aggiungono contributi di banche o altri enti, sui quali non si può contare continuativamente.

Il contributo più importante alla continuazione dei carteggi verdiani è stato negli ultimi anni il riconoscimento della qualifica di “Edizione nazionale”. Tuttavia la normativa più recente impone alle edizioni di nuovo avvio un termine temporale, peraltro assai ridotto: cinque anni più tre di proroga, per cui l’Edizione ha concluso formalmente i suoi lavori nel 2023, anche se l’ultimo volume esce fisicamente nel 2024 grazie ai fondi già impegnati. Nell’insieme, negli otto anni sono stati prodotti quattro volumi, non pochi, tenuto conto che c’è stato di mezzo il Covid e che il patrimonio già appartenente alla Villa Verdi di Sant’Agata, acquisito dallo Stato nel 2018, non è a oggi interamente consultabile. Al momento siamo in attesa di sapere se sarà possibile continuare in qualche modo questa serie; nel caso che non lo sia, è ferma intenzione dell’Istituto Nazionale di Studi Verdiani riprendere le fila della tradizione editoriale avviata nel 1978. Con quali mezzi si vedrà: siamo abituati a rimboccarci le maniche.

Edizioni citate:

Beethoven

  • Ludwig Nohl, hrsg., Briefe Beethovens, Stuttgart, Cotta, 1865-
  • Emerich Kastner, hrsg., Ludwig van Beethovens sämtliche Briefe. Nebst einer Auswahl von Briefen an Beethoven, Leipzig, Hesse, 1910; Völlig umgearbeitete und wesentlich Vermehrte Neuausgabe, hrsg. Julius Kapp, Leipzig, Hesse & Becker, 1923.
  • Emily Anderson, ed. and trans., The Letters of Beethoven, London, McMillan, 1961 (testo in inglese).
  • Sieghard Brandenburg, hrsg., Ludwig van Beethoven. Briefwechsel Gesamtausgabe, 8 Bde., München, Henle 1996–98.

Bellini

  • Francesco Florimo, a cura di, Bellini. Memorie e lettere, Firenze, Barbèra, 1882.
  • Francesco Pastura, a cura di, Le lettere di Bellini, Catania, Totalità 1935.
  • Luisa Cambi, a cura di, Vincenzo Bellini. Epistolario, Milano, Mondadori, 1943.
  • Carmelo Neri, a cura di, Lettere di Vincenzo Bellini (1819–1835), Palermo, Publisicula, 1991; nuova ed., Vincenzo Bellini. Nuovo epistolario (1819-1835), Aci Sant’Antonio, Agorà, 2005.
  • Graziella Seminara, a cura di, Vincenzo Bellini. Carteggi. Edizione critica, Firenze, Olschki, 2017.

Berlioz

  • Daniel Bernard, éd., Correspondance inédite de Hector Berlioz, 1819-1868, Paris, Calmann Lévy, 1879, 3ème éd., 1896-19.
  • Pierre Citron, Hugh J McDonald, François Lesure, éds., Hector Berlioz. Correspondance générale, 8 voll., Paris, Flammarion, 1972-2003.
  • Peter Bloom, Joël-Marie Fauquet, Hugh J. Macdonald, Cécile Reynaud, eds., Nouvelles lettres de Berlioz, de sa famille, de ses contemporains, [Arles-Venezia], Actes Sud - Palazzetto Bru Zane, 2016.

Chopin

  • Bernhard Scharlitt, hrsg., Friedrich Chopins gesammelte Briefe, Leipzig, Breikopf & Hartel, 1911 (testo in tedesco).
  • Bronislaw Wsward Sidow, Korespondencja Fryderyka Chopina, 2 voll., Warszawa, Panstwowy Inst. Wydawniczy, 1955.
  • Zofia Helman, Zbignew Skowron, Hanna Wróbleswska-Straus, a cura di, Korespondencja Fryderyka Chopina, Warszawa, Wydawnictwa Uniwersytetu Warszawskiego, I: 1816-1831, 2009; II: 1831, 2017.

Donizetti

  • Guido Zavadini, a cura di, Donizetti. Vita - Musiche - Epistolario, Bergamo, Istituto Italiano di Arti Grafiche, 1948.
  • Paolo Fabbri, a cura di, Gaetano Donizetti. Carteggi e documenti 1797-1830 (“Edizione nazionale delle opere di Gaetano Donizetti”), Bergamo, Fondazione Donizetti, 2018.

Haydn

  • Howard Chandler Robbins Landon, ed. and trans., The Collected Correspondence and London Notebooks of Joseph Haydn, London, Barrie and Rockliff, 1959 (testo in inglese).
  • Dénes Bartha, hrsg., Joseph Haydn. Gesammelte Briefe und Aufzeichnungen, unter Benützung der Quellensammlung von H. C. Robbins Landon, Kassel, Bärenreiter, 1965.
  • [In preparazione: nuova edizione critica a cura dello Joseph-Haydn Institut, Köln.]

Liszt

  • La Mara [Ida Maria Lipsius], hrsg., Franz Liszts Briefe, 8 voll., Leipzig, Breitkopf & Härtel, 1893-1904.

Mendelssohn

  • Paul Mendelssohn Bartholdy, Carl Mendelssohn Bartholdy, hrsg., Briefe aus den Jahren 1830 bis 1847 von Felix Mendelssohn Bartholdy, Leipzig, Hermann Mendelssohn, 1865.

Mercadante

  • Santo Palermo, a cura di, Saverio Mercadante. Biografia, epistolario, Fasano, Schena, 1985.

Monteverdi

  • Domenico de’ Paoli, a cura di, Claudio Monteverdi. Lettere dediche e prefazioni, Roma, De Santis, 1973.
  • Éva Lax, a cura di, Monteverdi. Lettere, Firenze, Olschki, 1994.

Mozart

  • Ludwig Schiedermair, hrsg. Die Briefe W.A. Mozarts und seiner Familie, München, 1914.
  • Emily Anderson, ed., The Letters of Mozart and His Family. With extracts from the letters of Constanze Mozart to Johann Anton André, translated and edited by Cecil B. Oldman, London, McMillan, 1938; second edition revised by Alec Hyatt King and Monica Carolani, 1966; third edition revised by Stanley Sadie and Fiona Smart, 1985 (testo in inglese).
  • Wilhelm A. Bauer, Otto Erich Deutsch, Joseph Heinz Eibl, hrsg., Mozart. Briefe und Aufzeichnungen. Gesamtausgabe, Kassel, 7 Bde., Kassel Bärenreiter, 1962-75; erweiterte Ausgabe mit einer Einführung und Ergänzungen, hrsg. von Ulrich Konrad, 8 Bde., Kassel, Bärenreiter, München, Deutscher Taschenbuch Verlag, 2005.

Ponchielli

  • Francesco Cesari, Stefania Franceschini, Raffaella Barbierato, a cura di, Tuo affezionatissimo Amilcare Ponchielli. Lettere 1856-1885, Padova, Il Poligrafo, 2010.

Puccini

  • Giuseppe Adami, a cura di, Giacomo Puccini. Epistolario, Milano, Mondadori, 1928.
  • Eugenio Gara, con Mario Morini, a cura di, Carteggi pucciniani, Milano, Ricordi, 1958.
  • “Giacomo Puccini. Epistolario” (“Edizione nazionale delle opere di Giacomo Puccini”), Firenze, Olschki. Volumi usciti:
    - I, 1877-1896, a cura di Gabriella Biagi Ravenni e Dieter Schickling, 2015;
    - II, 1897-1901, a cura di Gabriella Biagi Ravenni e Dieter Schickling, 2018;
    - III, 1902-1904, a cura di Francesco Cesari e Matteo Giuggioli, 2022.

Rossini

  • Giuseppe Mazzatinti, a cura di, Lettere inedite e rare di G. Rossini, Imola, Tipografia Galeati, 1892; 2a ed. accresciuta, con Fanny e G. Manis, Firenze, Barbèra, 1902.
  • Bruno Cagli, Sergio Ragni, Reto Müller, a cura di, Gioachino Rossini. Lettere e documenti, Pesaro, Fondazione Rossini. Volumi usciti:
    - I, 29 febbraio 1792 - 17 marzo 1822, a cura di Bruno Cagli e Sergio Ragni, 1992;
    - II, 21 marzo 1822 - 11 ottobre 1826, a cura di Bruno Cagli e Sergio Ragni, 1996;
    - III, 17 ottobre 1826 - 31 dicembre 1830, a cura di Bruno Cagli e Sergio Ragni, 2000;
    - IIIa, Lettere ai genitori, 18 febbraio 1812 - 22 giugno 1830, a cura di Bruno Cagli e Sergio Ragni, 2004;
    - IV, 5 gennaio 1831 - post 28 dicembre 1835, a cura di Sergio Ragni, 2016;
    - V, 1 gennaio 1836 - 28 aprile 1839, a cura di Sergio Ragni e Reto Müller, 2021. 

Schumann

  • Clara Schumann, hrsg., Jugendbriefe von Robert Schumann, Leipzig, Breitkopf & Härtel, 1885, 4a ed. 1910.
  • Gustav Jansen, hrsg., Robert Schumanns Briefe. Neue Folge, Leipzig, Breitkopf & Härtel, 1885, 2a ed. 1904.
  • Thomas Synofzik, Michael Heinemann u.a., hrsg., Schumann Briefedition: Wissenschaftliche Gesamtausgabe der Briefe von Clara und Robert Schumann, 50 voll. [previsti], Bergheim, Dohr, 2008-.

Verdi

  • Gaetano Cesari, Alessandro Luzio, a cura di, I copialettere di Giuseppe Verdi, a cura della Commissione esecutiva per le onoranze a Giuseppe Verdi nel primo centenario della nascita, prefazione di Michele Scherillo, Milano, Tipografia Stucchi Ceretti, 1913.
  • Alessandro Luzio, a cura di, Carteggi verdiani, 4 voll., Roma, Accademia d’Italia/Accademia Nazionale dei Lincei, 1935-1947.
  • Mario Medici, Marcello Conati, a cura di, Carteggio Verdi-Boito, 2 voll., Parma, Istituto di Studi Verdiani, 1978.
  • Eduardo Rescigno, a cura di, Giuseppe Verdi. Lettere, Torino, Einaudi, 2012.
  • “Edizione critica dell’epistolario verdiano”, a cura dell’Istituto Nazionale di Studi Verdiani, Parma, Istituto Nazionale di Studi Verdiani. Volumi usciti:
    Carteggio Verdi-Ricordi 1880-1881, a cura di Pierluigi Petrobelli, Marisa Di Gregorio Casati, Carlo Matteo Moss, 1988;
    Carteggio Verdi-Ricordi 1882-1885, a cura di Franca Cella, Madina Ricordi, Marisa Di Gregorio Casati, 1994;
    Carteggio Verdi-Cammarano (1843-1852), a cura di Carlo Matteo Mossa, 2001;
    Carteggio Verdi Somma, a cura di Simonetta Ricciardi, 2003;
    Carteggio Verdi-Luccardi, a cura di Laura Genesio, 2008;
    Carteggio Verdi-Ricordi 1886-1888, a cura di Angelo Pompilio, Madina Ricordi, 2010;
    Carteggio Verdi-Morosini 1842-1901, a cura di Giuseppe Martini, Pietro Montorfani, 2013;
    Carteggio Verdi-Waldmann (1873-1900), a cura di Marco Beghelli, Nicola Badolato, 2014;
    Carteggio Verdi-Boito, a nuova cura di Marcello Conati, 2014;
    Carteggio Verdi-Ricordi 1892, a cura di Dario De Cicco, 2015 (senza indicazione di collana);
    Carteggio Verdi-Ricordi 1893, a cura di Dario De Cicco, 2015 (senza indicazione di collana).
  • “Edizione nazionale dei carteggi e dei documenti verdiani”, Parma, Istituto Nazionale di Studi Verdiani, 2017-2024. Volumi usciti:
    Carteggio Verdi-Piroli, Tomo I, (1859-1876), Tomo II, (1877-1890), a cura di Giuseppe Martini, 2017;
    Carteggio Verdi-Cammarano (1843-1852), [nuova edizione ampliata] a cura di Carlo Matteo Mossa, 2021;
    Carteggio Verdi-Ghislanzoni (1870-1893), a cura di Ilaria Bonomi, Edoardo Buroni, Marco Spada, 2023;
    Carteggio Verdi-Solera (1843-1876), a cura di Nicola Badolato, 2024.

Wagner

  • Wilhelm Altmann, hrsg., Richard Wagners Briefe nach Zeitfolge und Inhalt: Ein Beitrag zur Lebensgeschichte des Meisters, Leipzig, Breitkopf & Härtel, 1905.
  • Werner Breig, Martin Dürrer, Andreas Mielke, hrsg., Wagner-Briefe-Verzeichnis: chronologisches Verzeichnis der Briefe von Richard Wagner, Wiesbaden, Breitkopf & Härtel, 1998.

Note: 

[1] «[...] Verdi, a parte quello che gli fanno dire, e quello che effettivamente ha detto di “teorico” (quella frase: “Torniamo all’antico, ecc.” ha fatto più danni della grandine, usata da quelli che parlan sempre di ispirazione...), è un grandissimo musicista...», in Leonardo Pinzauti, A colloquio con Luigi Dallapiccola, “Nuova rivista musicale italiana”, 3, 1967, pp. 568-79: 576-7. L’esortazione di Verdi, che va letta nel contesto di una discussione sulla didattica del canto e della composizione, si trova in una lettera a Francesco Florimo del 5 gennaio 1871, subito ripresa dalla stampa e poi ripubblicata innumerevoli volte; qui la si cita da Giuseppe Verdi: autobiografia dalle lettere, a cura di Aldo Oberdorfer, nuova edizione rivista da Marcello Conati, Milano, BUR, 1981, p. 412.

[2] Il secondo volume uscito in questa serie, Carteggio Verdi-Cammarano 1843-1852, a cura di Carlo Matteo Mossa, Parma, Istituto Nazionale di Studi Verdiani, 2021, è la nuova edizione, arricchita di numerose lettere inedite, di un precedente volume, identico nel titolo e nel curatore, uscito nel 2001.

[3] Luca Serianni, Spigolature linguistiche dal carteggio “Verdi-Ricordi”, “Studi verdiani”, 10, 1994-1995, pp. 104-117; poi in Id., Viaggiatori, musicisti, poeti. Saggi di storia della lingua italiana, Milano, Garzanti, 2002, pp. 162-179.

[4] Sempre a cura di Graziella Seminara, col titolo I Carteggi di Bellini. Nuove acquisizioni, nei numeri 4, 2018, 5, 2019, 7, 2021 della rivista online “Bollettino di studi belliniani” (https://www.bollettinostudibelliniani.eu/).