In forma di lettera

di Tullio Telmon

Pubblichiamo gli interventi dei partecipanti alla quinta tornata accademica del 2023 (13 dicembre 2023), intitolata Dialettologia toscana per Gabriella Giacomelli e Luciano Agostiniani.

Cara Gabriella,

benché tu avessi una dozzina di anni più di me, era un po’ come se fossimo stati coetanei, dal punto di vista dialettologico. Quando sei felicemente approdata alla dialettologia, infatti, avevi già alle spalle tutta una esperienza di ottima studiosa di italicistica, della quale noi, dialettologi pivelli, non sapevamo niente.

Fu così che ci conoscemmo, nell’agosto del 1967, a Vervò, dove Parlangèli aveva una casa estiva e dove aveva organizzato un corso di addestramento per i raccoglitori della Carta dei Dialetti Italiani. Ricordi? Ad istruirci, c’era il fior fiore della glottologia italiana: Battisti, Pisani, Giovan Battista e Silvio Pellegrini, Parlangèli... Conservo ancora − e l’ho messa tra le immagini delle mie Cianciafruscole* − una bella foto di gruppo, nella quale sei lì, tra Battisti e Pisani. Mi apparisti, sin da allora, magari un po’ timida e riservata, ma certamente dotata di un forte carattere e di grande tenacia e, quello sì, di un invidiabile bagaglio di conoscenze di linguistica storica.

Poi, tu ti sei dedicata al tuo Atlante Lessicale Toscano e io al mio ALEPO. Abbiamo così avuto modo, come ha efficacemente ricordato Giovanni Ruffino, di incontrarci spessissimo, ogni volta che, in qualche convegno, si parlasse di atlanti linguistici. E ogni volta sono rimasto affascinato nel notare, nei tuoi interventi, la pacatezza, la misura, il sano pragmatismo.

Insieme a Ruffino, Sobrero e Tropea ci trovammo anche a Roma, in una commissione di concorso, nel 1992; anche in quell’occasione desti prova di una delle virtù che anche oggi ti sono state riconosciute: la capacità di prevenire le conflittualità (sempre in agguato, in circostanze simili) e di rapportarti con i colleghi in modo pacato e sereno. Anche di questa occasione conservo una fotografia, e anche questa figura tra le immagini di Cianciafruscole.

Come ha acutamente osservato Luciano Agostiniani nel suo ricordo pubblicato nel BALI, uno dei tuoi meriti precipui è, nello studio dei dialetti toscani, “quello di aver spostato il centro di interesse, da una considerazione della dialettalità toscana in rapporto alla lingua nazionale, ad una considerazione della dialettalità toscana in sé e per sé”: in questo hai dato mostra di grande originalità e di temperamento di Maestra. E Maestra lo sei davvero stata, nell’allevare uno stuolo di alunne e di alunni che hanno poi dato bella prova di sé nel continuare degnamente e con altrettanta originalità i tuoi insegnamenti.

Grazie soprattutto alla tua tenacia e al tuo lavoro assiduo, sei riuscita a vedere compiuto il tuo atlante, che è come dire che hai speso bene le tue forze e puoi dirti realizzata. Non sarà così per me, che dell’ALEPO ho potuto porre in essere i soli primi tre volumi. Ma mi resta la grande soddisfazione di avere percorso un bel tratto di cammino scientifico sullo stesso percorso di una collega stimata, come te.

* Tullio Telmon, Cianciafruscole: mezzo secolo di scritti minimi, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2014.