Pubblichiamo gli interventi dei partecipanti alla quinta tornata accademica del 2023 (13 dicembre 2023), intitolata Dialettologia toscana per Gabriella Giacomelli e Luciano Agostiniani.
Ricordo che un paio di mesi fa volli parlare di Gabriella Giacomelli e dell’Atlante Lessicale Toscano ai miei studenti del Corso di Laurea magistrale in Italianistica, nell’ambito della disciplina “Dialettologia: metodi e applicazioni”, insegnamento che ho voluto assumere dopo la dolorosa scomparsa del mio allievo Roberto Sottile. L’emozione non fu poca. E l’emozione diventa commozione ora che mi accingo a ricordare Gabriella assieme a voi e a chi le fu vicino, a ricordarla ancora una volta dopo le due giornate sugli atlanti linguistici del dicembre 2002, alle quali fui invitato, dedicate dal Circolo Linguistico Fiorentino proprio alla sua memoria, giornate aperte da Giovanni Nencioni il quale ne sottolineò “la modestia accanto all’impegno e all’ingegno”1. Questo mio ricordo, potrei dire questa mia partecipe riflessione su Gabriella Giacomelli, si aggiunge ai tanti ricordi, direi alle testimonianze vive consegnateci dopo la sua tragica morte da membri della sua famiglia scientifica i quali – come il compianto Luciano Agostiniani, come Annalisa Nesi o Neri Binazzi – non hanno mancato di sottolinearne il significativo percorso scientifico, prima da rinomata e apprezzata studiosa di lingue italiche negli anni ’60, poi, nell’ultimo trentennio del secolo scorso, dialettologa a tempo pieno, dedita particolarmente alla Toscana, come già è evidente nel testo di alta divulgazione, pubblicato nel 1972 assieme al maestro Giacomo Devoto, con il titolo I dialetti delle regioni d’Italia, che – ricordo – io lessi e rilessi nei miei anni di apprendistato.
E avverto qui oggi una particolare emozione nel rileggere il ricordo che Annalisa Nesi le dedicò sulla “Rivista Italiana di Dialettologia” del 2002, ricordo che si apre con le parole che Gabriella Giacomelli scandì aprendo il suo intervento in occasione del Congresso su “Atlanti linguistici italiani e romanzi. Esperienze a confronto”, che organizzai a Palermo nell’ottobre del 1990 (gli Atti in Ruffino 1992). Esordì Gabriella Giacomelli: “In un convegno sugli atlanti italiani e romanzi si deve trattare dell’Atlante Lessicale Toscano: chiamata in causa, è naturale che tratti qui proprio di questo” (Giacomelli 1992, p. 351). E ne trattarono subito dopo Gabriella, nel corso di quelle giornate indimenticabili, anche Luciano Agostiniani, Simonetta Montemagni, Matilde Paoli, Eugenio Picchi assieme a Teresa Poggi Salani, che saluto con affetto (Agostiniani et al., pp. 357-393).
Conoscevo Gabriella Giacomelli dal 1985, quando era già venuta a Palermo dove si era svolto l’altro grande convegno geolinguistico promosso dal Centro di studio per la Dialettologia italiana sul tema “Atlanti regionali: aspetti metodologici, linguistici e etnografici”. Ricordo che era stato Manlio Cortelazzo a chiedermi di organizzarlo per conto del Centro di studi filologici e linguistici siciliani (CSFLS). Il Convegno fu aperto proprio da una relazione di Luciano Agostiniani, Simonetta Montemagni e Teresa Poggi Salani sul lavoro di preedizione dell’ALT e la costituzione della banca dati, seguita dall’intervento di Gabriella Giacomelli sui risultati geolinguistici e le prospettive dell’ALT, di Annalisa Nesi sugli aspetti etnografici, di Luciano Giannelli sul problema della fonte, di Gloria Aurora Sirianni con un confronto tra vocabolari e atlanti sulla base dei nomi del corbezzolo2.
E fu proprio nell’àmbito di quel convegno del 1985 che si tenne una tavola rotonda sulle prospettive dell’Atlante Linguistico della Sicilia (ALS), tavola rotonda che vide la partecipazione di Gabriella Giacomelli, Giovan Battista Pellegrini, Manlio Cortelazzo, Girolamo Caracausi, Tullio Telmon, Giovanni Tropea, Alberto Sobrero e mia (Ruffino 1986). E tra i vari interventi di Gabriella nel corso della discussione, mi piace qui rievocare quello nel quale vennero evidenziate le difficoltà economico-operative, come quando dice con una speciale sottolineatura emotiva che si accompagnava a un sorriso appena accennato: “Noi siamo nati poveri. Se vi rivelassi quanto avevamo in cassa quando abbiamo cominciato, farei ridere tutti. Dovevamo contare sugli studenti e sui giovani laureati che lavoravano gratis”.
Fu allora che proposi a Gabriella di aiutarmi quando, dopo quel Congresso dell’’85, misi in cantiere un impegnativo corso di formazione per i raccoglitori dell’ALS e Gabriella mi assicurò l’intervento prezioso di Annalisa Nesi e mi propose la partecipazione al corso di una giovane laureata, Alessandra Corsini, la quale avrebbe poi prodotto un bel saggio lessicale per il “Bollettino” del CSFLS3.
Se ora vogliamo brevemente ripercorrere la vicenda della ricerca dialettologica e geolinguistica sviluppatasi in Italia e particolarmente in Toscana a partire dagli anni Settanta (gli anni nei quali Gabriella Giacomelli iniziò a delineare le linee progettuali dell’ALT), può essere ancora una volta utile riepilogare osservazioni, previsioni, proposte che, per esempio, linguisti come Corrado Grassi e Alberto Varvaro ripetutamente puntualizzavano a partire dai primi anni Settanta fino alla metà degli anni Ottanta, registrando ritardi metodologici della dialettologia e pronunciando, come fece Alberto Varvaro, una impietosa diagnosi nella sua premessa all’edizione italiana de La dialettologia di Chambers e Trudgill, dove evidenzia “la scarsa attrattiva di una pratica dialettologica eccessivamente vincolata a problemi e schemi assai vetusti”4, anche se, concludendo, non mancava di osservare che la dialettologia italiana di quegli anni presenta un bilancio non del tutto negativo, poiché “la raccolta sul terreno ha in ogni caso una sua validità, e non è certo mancata la capacità di cogliere e definire fenomeni nuovi […] e la curiosità verso metodologie innovative come la sociolinguistica”5. In verità la dialettologia e la geolinguistica, osservò Alberto Sobrero in quegli stessi anni, pur nella “consapevolezza dei ritardi”, di cammino ne hanno fatto, da quando la Scuola post-terraciniana aveva spostato l’attenzione sui rapporti tra dinamiche linguistiche e dinamiche socioantropologiche6.
Una tale pur relativa vitalità era oltretutto confermata, oltre che da assai vitali riviste, anche dai già citati convegni palermitani, dal vivacissimo convegno di Lecce del 1991 su “I dialetti e la dialettologia negli anni Novanta”, dai numerosi e indimenticabili convegni di Sappada, che tra l’altro videro la partecipazione attiva di numerosi giovani, anzi giovanissimi. Furono occasioni, queste, nelle quali si discusse a partire dai metodi e dagli strumenti per la ricerca geolinguistica, sociolinguistica, storico-culturale, etnografica, morfo-sintattica, lessicale sino all’informatica per la dialettologia e la geolinguistica. Prospettive, queste, in larga misura presenti anche nell’àmbito dell’attività dialettologica in Toscana grazie proprio all’iniziativa di Gabriella Giacomelli che in parte coincide con l’assunzione, per la Toscana, del progetto della “Carta dei dialetti italiani”, affidato grazie all’impulso di Giacomo Devoto all’Accademia “La Colombaria” dopo la morte di Oronzo Parlangeli. E fu proprio in questo nuovo clima della esplorazione dialettologica che vennero prodotte le due note monografie di Patrizia Maffei Bellucci sulla Lunigiana e di Luciano Giannelli per la Toscana e venne messo in cantiere il progetto dell’Atlante Lessicale Toscano sulla base di una serie di ricerche seminariali volte ad individuare una variazione areale limitatamente al lessico in un territorio come quello toscano rispetto alle altre regioni, dove il continuum lingua-dialetto è assai meno facilmente sezionabile. E occorre anche dire che, se consideriamo gli atlanti linguistici messi in cantiere in quegli anni (alcuni dei quali arenatisi) nei quali, come si è detto, comincia a svilupparsi la discussione sulle nuove frontiere della geografia linguistica, non possiamo non constatare che si trattava di iniziative assai diverse, e tra queste, prima fra tutte, l’ALT, un progetto nel quale, come sottolinea Gabriella Giacomelli, “la prospettiva generazionale e culturale comporta una possibilità di interpretazione dei dati anche in ambito latamente sociolinguistico” (Giacomelli 1987-1988, p. 20), e anche in chiave etnolinguistica per valutare l’eterogeneità dialettale in relazione con le diverse culture ergologiche. Ed è da sottolineare ancora una volta, come la progressiva messa a punto del progetto ALT sia maturata proprio all’interno di una fucina vitalissima, un “laboratorio stabile” secondo la definizione di Gabriella Giacomelli, capace di produrre il grande numero di raccoglitori che condurranno a termine la campagna delle inchieste in poco più di dieci anni. Vanno perciò ancor più apprezzate le parole sincere con le quali Gabriella Giacomelli conclude il suo resoconto del 1988 su “Storia, criteri, metodi, prospettive dell’Atlante Lessicale Toscano”: “se mettiamo sulla bilancia le difficoltà incontrate, veniamo a riconoscere che abbiamo fatto abbastanza in fretta” (Giacomelli 1987/1988, p. 15).
In queste parole colgo anche la gratitudine nei riguardi di questi allora giovani ricercatori, protagonisti di un fertile tirocinio a partire dalle numerosissime tesi di laurea degli anni Settanta, tra le quali figurano nomi come quelli di Luciano Giannelli, Patrizia Maffei Bellucci, Annalisa Nesi.
E non va dimenticato, in un contesto tanto fecondo, il particolare interesse di Gabriella Giacomelli per la cultura alimentare e il suo lessico, che la indusse ad aprire un fronte complementare di impegno per l’ALCAI Atlante Linguistico della Cultura alimentare in Italia diretto da Lorenzo Coveri, a partire da una capillare ricerca bibliografica di Annalisa Nesi7 e con il più diretto coinvolgimento di Susanna Bino, Manuela Carpinelli, Elisabetta Carpitelli, Matilde Paoli, Silvia Selvi, Gloria Aurora Sirianni. Io fui peraltro testimone di questo speciale interesse di Gabriella, quando insieme presentammo le nostre relazioni sulla Toscana e la Sicilia al Convegno svoltosi a Napoli nell’ottobre del 1999 sul tema “Saperi e sapori mediterranei. La cultura dell’alimentazione e i suoi riflessi linguistici”8. Fu questo l’ultimo mio incontro con Gabriella, ed è con questo ricordo che voglio concludere questo mio incontro con voi, col pensiero a una grande maestra e ad un’amica tra le più care, alla quale, al di là di questo mio commosso ricordo, voglio dedicare, assieme ad Annalisa Nesi, il primo volume delle inchieste dell’Atlante Linguistico Mediterraneo che proprio in questi giorni il Centro di studi filologici e linguistici siciliani ha realizzato dopo quasi mezzo secolo dalla interruzione dei lavori9. È un omaggio doveroso a chi molto ha fatto per la ricerca geolinguistica, tanto più, oggi, nella sede dell’Accademia della Crusca che ha incoraggiato il compimento della grande impresa mediterranea.
Note:
[1] Si veda l’ampio resoconto di Neri Binazzi nella “Rivista Italiana di Dialettologia”, XXVI, 2002, pp. 267-271.
[2] Relazioni pubblicate negli Atti del Convegno (cfr. Atlanti regionali 1989)
[3] Alessandra Corsini, Postille siciliane al REW sulla base dei materiali dell’AIS, in “Bollettino del Centro di studi filologici e linguistici siciliani”, 16, 1990, pp. 161-208.
[4] Alberto Varvaro, Premessa all’edizione italiana di John K. Chambers e Peter Trudgill, La dialettologia, Il Mulino, Bologna 1987, pp. 9-12: p. 10.
[5] Ead., pp. 10-11.
[6] Si vedano gli Atti del colloquio su “I dialetti e la dialettologia negli anni Novanta” (Lecce, 9-11 maggio 1991), pubblicati nella “Rivista Italiana di Dialettologia”, XV, 1991.
[7] Annalisa Nesi (a cura di), La cultura alimentare in Toscana: saggio di bibliografia, in “Quaderni dell’Atlante Lessicale Toscano”, 7/8, 1989/1990, pp. 125-163.
[8] Gli Atti del Convegno, Saperi e sapori mediterranei: la cultura dell’alimentazione e i suoi riflessi linguistici (Napoli, Il torcoliere), pubblicati nel 2002 in tre volumi dall’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” a cura di Domenico Silvestri, Antonietta Marra, Immacolata Pinto, contengono la relazione di Gabriella Giacomelli su La cucina tradizionale in Toscana (pp. 441-452) e di Giovanni Ruffino e Nara Bernardi sulla Sicilia (pp. 649-662).
[9] L’impegno costante di un Comitato scientifico sostenuto dal Centro di studi filologici e linguistici siciliani, ha già prodotto un primo significativo risultato con la pubblicazione del 1° volume delle inchieste (quesiti 1-113), edizione a cura di Franco Crevatin, Giovanni Ruffino, Tullio Telmon, con la collaborazione di Andrea Barbon e Valentina Retaro, Centro di studi filologici e linguistici siciliani, Palermo, 2023.
Nota bibliografica:
Giovanni Ruffino
Tullio Telmon
Annalisa Nesi
Evento di Crusca
Collaborazione di Crusca
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