Pubblichiamo gli interventi dei partecipanti alla quinta tornata accademica del 2023 (13 dicembre 2023), intitolata Dialettologia toscana per Gabriella Giacomelli e Luciano Agostiniani.
I miei ricordi di Gabriella Giacomelli e Luciano Agostiniani risalgono agli anni dell’università, quando, dopo un primo contatto con l’applicazione dell’informatica agli studi umanistici, capii che quella sarebbe stata la mia strada. Avevo già individuato e concordato una possibile tesi in area linguistica, per la quale avevo chiesto di utilizzare metodi computazionali di analisi. Ricevetti una risposta negativa, che disconosceva l’utilità di questo tipo di approccio, riducendolo a un “giochetto da ingegneri”.
Eravamo ancora agli albori di questo tipo di applicazioni, di cui non era facile intuire le potenzialità in àmbito umanistico. In Italia, nella prima metà degli anni ’80, numerosi e crescenti erano gli studi pioneristici che si avvalevano di analisi computazionali, ovvero supportate dal “calcolatore” (come veniva chiamato allora). Tuttavia, non era ancora diffusa la consapevolezza del valore aggiunto che poteva derivare da ciò.
Volendo perseguire il mio obiettivo, mi rivolsi a Gabriella Giacomelli e Luciano Agostiniani che, con lungimiranza, accolsero con interesse ed entusiasmo l’idea di una tesi “a cavallo” tra dialettologia e informatica. Per l’Atlante Lessicale Toscano (ALT), le cui inchieste sul campo stavano arrivando a compimento, si sarebbe prospettato a breve il problema dell’archiviazione e dell’elaborazione dei dati raccolti con le interviste condotte in una rete di 224 località toscane con più di 2.000 informatori differenziati per età, sesso e status socio-culturale. L’ingente mole dei materiali raccolti sul campo avrebbe permesso di rilevare e definire le condizioni di variabilità diatopica e diastratica che, relativamente al lessico, sussistono all’interno del repertorio dei parlanti della regione Toscana. Tuttavia, una rappresentazione esclusivamente su carta costituiva una “camicia di forza” rispetto alla varietà e ricchezza dei materiali raccolti: la forma atlante, come era tradizionalmente concepita, non sarebbe stata sufficiente a rendere conto della complessa e variegata realtà linguistica regionale. Da questa consapevolezza nacque l’interesse per la strutturazione dei materiali raccolti all’interno di una banca dati che ne valorizzasse le molteplici sfaccettature. Luciano Agostiniani aveva già iniziato a esplorare le potenzialità dell’organizzazione in banca dati all’interno di studi pionieristici sul lessico etrusco sia cronologico che topografico, condotti in collaborazione con Ole Hjordt-Vetlesen.
Nacque così una collaborazione che dalle prime fasi della mia formazione si è trasformata in una collaborazione professionale. Il coinvolgimento dell’Istituto di Linguistica Computazionale del CNR per il versante linguistico-computazionale della mia tesi si convertì in una collaborazione istituzionalizzata finalizzata alla costruzione della banca dati dell’ALT. Dal 1986 prese avvio il processo di digitalizzazione dei materiali raccolti e trascritti dai raccoglitori, che ha richiesto una lunga e delicata fase di definizione delle specifiche di codifica e rappresentazione dei contenuti delle inchieste, alla quale hanno contribuito Luciano Agostiniani, Teresa Poggi Salani insieme a Matilde Paoli e me. Successivamente, il processo di digitalizzazione delle inchieste è stato curato da un nutrito gruppo di pre-editori coordinati da Matilde Paoli.
Al termine del processo di digitalizzazione e strutturazione dei dati, si pose con forza il problema di come rendere disponibile all’esterno l’ALT. La decisione di pubblicare l’ALT esclusivamente in formato digitale è stata una decisione ampiamente valutata e discussa all’interno del comitato di redazione. Alla fine, si è optato per la pubblicazione digitale dell’intera banca dati.
Gabriella Giacomelli riconosceva l’importanza e le potenzialità derivanti dall’utilizzo di metodi e tecniche computazionali per l’analisi e l’elaborazione dei dati dell’ALT. Tuttavia, il computer rimaneva per lei una controparte “ostile”: ricordo che, quando ero andata a casa sua per guidarla nella consultazione dell’ALT, si rivolgeva al padre in modo spiritoso ma con un misto di impotenza e meraviglia ammettendo che, paradossalmente, doveva affidarsi a un’allieva per poter interrogare l’ALT sul suo computer. Dopo alcuni mesi dall’uscita di DBT-ALT su CD-ROM, a giugno 2000, ricordo di aver incontrato Gabriella Giacomelli a Viareggio durante un periodo di vacanza. In questo incontro, condivise con me il timore che la pubblicazione dell’ALT fosse stata un flop, “nessuno ne parlava”. Parlava in modo accorato di quanto avesse investito sull’impresa: in quel momento mi sentivo impotente nel controbattere, ma ero certa che non fosse questo il caso.
L’anno successivo alla scomparsa di Gabriella Giacomelli, nel 2003, con Eugenio Picchi e la consulenza scientifica dell’intera redazione dell’ALT, abbiamo presentato alla Regione Toscana un progetto finalizzato ad allargare la platea dei fruitori della risorsa, mettendola a disposizione della più vasta comunità di cui rappresenta testimonianza linguistica e che lo ha supportato attraverso i finanziamenti regionali. Da un lato, l’obiettivo era rendere accessibile e fruibile la preziosa testimonianza dell’ALT da parte di un’ampia e variegata utenza che andava dagli addetti ai lavori (tipicamente dialettologi, linguisti ed etnolinguisti), agli insegnanti di tutte le scuole di ordine e grado, agli operatori culturali fino al cittadino navigatore di Internet che volesse capire di più della propria identità linguistica e culturale. Dall’altro, nonostante fossero passati pochi anni alla sua pubblicazione, era già necessario sottrarre l’ALT all’inevitabile processo di obsolescenza tecnologica: DBT-ALT era interrogabile soltanto su computer con sistemi operativi obsoleti (Windows 95 e Windows 98). ALT-Web, l’Atlante Lessicale Toscano (ALT) in rete, rilasciato a inizio 2007, è stato il primo atlante linguistico interrogabile online nel panorama nazionale italiano e uno dei pochi a livello internazionale. Da allora, sappiamo che gli accessi alla banca dati dell’ALT sono numerosi, su base quotidiana.
Oggi, a poco più di 15 anni dalla sua creazione, ALT-Web è nuovamente a rischio. L’obsolescenza digitale è una minaccia per la conservazione dei documenti del XXI secolo. I sistemi informativi del futuro dovranno essere progettati tenendo conto della conservazione per garantire l’accesso a lungo termine e l’integrità di preziosi beni culturali come l’ALT.
In questo mondo digitale, non c’è un equivalente diretto degli oggetti tangibili del passato, come le tavolette di pietra, le pergamene, i libri o gli atlanti linguistici cartacei. I dati memorizzati fisicamente non possono essere considerati oggetti tangibili nel senso della conservazione tradizionale, poiché il contenuto digitale, in larga misura, non esiste senza la mediazione di un ambiente informatico complesso che include, oltre alla memorizzazione fisica propriamente detta, varie combinazioni di hardware e software. Gli ambienti informatici cambiano rapidamente e diventano rapidamente obsoleti: qualsiasi contenuto digitale rischia in breve tempo di diventare inaccessibile e conseguentemente di essere perso per sempre. Questo processo è noto come obsolescenza digitale.
L’obsolescenza digitale è una minaccia maggiore per la conservazione del contenuto digitale rispetto ai pericoli associati ai documenti cartacei tradizionali (come acido, muffa, incendio o saccheggio). L’obsolescenza digitale avviene rapidamente, è pervasiva e difficile da controllare. L’obsolescenza minaccia tutti gli aspetti della catena di elaborazione, dai bit in memoria che si degradano o per i quali non sono più disponibili lettori, ai formati dei dati con documentazione obsoleta o per i quali il software di interrogazione non è più usabile. È oggi frequente trovare computer obsoleti che vengono tenuti in vita per poter accedere ancora a importanti testimonianze del patrimonio culturale in forma digitale.
Nella situazione appena delineata, una volta che il contenuto digitale è stato prodotto è necessario porsi il problema di come garantirgli un futuro e in quale forma. Per far sì che ciò accada, gli oggetti digitali del futuro non saranno trattati semplicemente come flussi di bit associati a hardware e software adeguati al momento della loro creazione. Diventeranno parte di un ricco ecosistema informativo auto-descrittivo di tutto ciò che è essenziale sapere su di esso: il suo scopo, il comportamento previsto, il contesto in cui è stato creato, l’esperienza dell’utente e altro ancora. Per rendere sostenibili le descrizioni di tali ecosistemi, esse saranno indipendenti dall’infrastruttura informatica utilizzata per crearli.
Alla fine, queste descrizioni viaggeranno nel futuro, dove sistemi informativi ancora sconosciuti dovranno dare loro senso, indipendentemente dall’hardware e dal software presenti al momento in cui il contenuto è stato inizialmente creato e utilizzato. Le generazioni future ricostruiranno non gli oggetti digitali originali, ma nuovi oggetti che trasmetteranno i contenuti degli originali, sebbene resi in una modalità significativamente diversa.
Questo rappresenta un cambiamento importante nella conservazione: non si conservano più oggetti fisici tangibili di per sé, ma viste o rappresentazioni astratte di tali oggetti che possano essere ricostruite in un futuro tecnologico oggi imprevedibile. Questo cambiamento rappresenta una sfida importante per la conservazione a lungo termine dei beni culturali in forma digitale, le cui conseguenze non sono ancora ampiamente riconosciute. In prospettiva, la conservazione digitale diventerà un effetto collaterale naturale e trasparente della corretta gestione delle informazioni e dei dati.
Ritengo che nella giornata organizzata in memoria di Gabriella Giacomelli e Luciano Agostiniani sia nostro dovere impegnarci – insieme – per sottrarre l’ALT all’inevitabile processo di obsolescenza digitale, per tramandare l’eredità scientifica e culturale di due studiosi che sono stati tra i principali promotori dell’impresa dell’Atlante Lessicale Toscano.
Pär Larson
Simonetta Montemagni
Neri Binazzi
Evento di Crusca
Collaborazione di Crusca
Evento esterno
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