Ambito d'uso: economia, informatica, rete
Ambito d'origine: linguistica, economia, informatica
Neologismo semantico
Sequenza di informazioni digitali, registrate in una blockchain (che è una forma di registro distribuito) e rappresentative di una qualche forma di valore o di diritto
Prestito integrale dall’inglese token, propriamente ‘gettone, segno, prova’
2017
"Nel mondo della finanza si parla di Ipo, l’offerta pubblica iniziale (dall’inglese: Initial public offering) con cui un’azienda vende azioni proprie per raccogliere capitali. Nel mondo delle criptovalute esiste invece uno strumento non dissimile, chiamato Ico (Initial coin offering), con cui un’azienda offre al mercato dei token, con il medesimo scopo di reperire capitali." (Giuditta Mosca, Come funziona Ico, la nuova forma di finanziamento a startup e imprese, wired.it, 24/7/2017)
Periodo di affermazione:
2021
Nessuna
Diffusione al: 27 febbraio 2023
(i dati di Google e Google libri si riferiscono alla forma in tutti i suoi significati: non è infatti possibile distinguere i risultati relativi solo all’accezione di nostro interesse. Si deve poi tenere presente che le ricerche restituiscono tutte le occorrenze della forma token, comprese quelle appartenenti alle polirematiche token non fungibile e non fungible token)
Google: 6.930.000 risultati per token; 1.480.000 risultati per tokens.
Google libri: 35.500 risultati per token; 10.900 risultati per tokens.
“Corriere della Sera": 208 risultati per token; p. a. dicembre 2017
“la Repubblica”: 554 risultati per token; 60 risultati per tokens; p. a. novembre 2017
stampa.it (risultati dal 2006): 203 risultati per token; 11 risultati per tokens; p. a. settembre 2017
Il sostantivo maschile invariabile token, prestito integrale dall’inglese, è documentato in italiano già a partire dagli anni Trenta del secolo scorso e poi, con maggiore continuità, dagli anni Ottanta, usato con diverse accezioni, soprattutto in ambiti specialistici, come la linguistica e l’informatica.
Per quanto riguarda l’ambito informatico, vi è una sola accezione di token registrata dai dizionari sincronici italiani (e soltanto dallo Zingarelli, a partire dal 2016, e dal Devoto-Oli 2023, che non riportano invece quella linguistica), cioè quella di ‘dispositivo elettronico di piccole dimensioni che genera automaticamente codici di sicurezza temporanei da utilizzare nelle operazioni di home banking’. Il token (vengono usate con lo stesso significato anche le espressioni codice token, token bancario, chiavetta token, ecc.) viene utilizzato sia per l’autenticazione e l’accesso remoto di un utente al proprio conto corrente e ai servizi bancari, sia per l’autorizzazione a effettuare operazioni online.
Accanto ai significati di token registrati dalla lessicografia, troviamo un’ulteriore accezione informatica, più recente e collegata ai concetti di blockchain e criptovaluta. Questo nuovo uso è segnalato soltanto dall’Enciclopedia Treccani online. Il token è una sequenza di informazioni digitali, registrate in una blockchain (che è una forma di registro distribuito) e rappresentative di una qualche forma di valore o di diritto. Un registro distribuito è un archivio di informazioni condiviso, sincronizzato in rete, che ha un’architettura decentralizzata, anziché centralizzata.
Le prime occorrenze di token in associazione al concetto di blockchain si hanno a partire dal 2017, con un aumento della frequenza nel corso del 2018: è l’anno in cui iniziano a comparire in italiano anche le locuzioni token non fungibile, non-fungible token, l’acronimo NFT e le concernenti accezioni informatiche del sostantivo tokenizzazione e del verbo tokenizzare.
È però dal 2021 che si registra un primo picco nelle attestazioni di tali forme, parallelamente all’aumento dell’interesse economico e socio-culturale nei confronti degli NFT, seguito da un’impennata ancora maggiore nei primi mesi del 2022.
21 marzo 2023
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